Due mesi.

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Due mesi. Due cazzo di mesi. Due fottuti mesi.
Allora. Da dove comincio?
Non aspettatevi più la piccola e innocente Haley.
Non c'è più.
Sola. Sono solo io da sola.
Sono a casa. Dopo due settimane passate all'ospedale. Controlli su controlli. Cazzate su cazzate.
Sono due mesi che non piango.
Paco è morto. L'ho portato dai miei genitori, appena sono uscita dall'ospedale. Dopo di che anche loro sono sepolti.
Io e Kyle ci siamo lasciati. Non provo nulla. Non aveva senso farlo soffrire e vedere la sua faccia delusa appena entrava nella stanzetta delľospedale.
Logan, Beck, Amy e Joe mi hanno voltato le spalle. Ho trattato male anche loro, ho trattato male tutti deludendoli.
Ho dovuto iniziare un lavoro per mangiare, non mi vogliono nemmeno vedere. Non posso dare torto a nessuno.
Jake no. Jake mi sta sempre addosso. Continua a guardarmi, fissarmi, studiarmi. Non mi parla ma mi fissa.
Sto studiando un sacco.
Carlos, una volta tornata a scuola, mi ha picchiata a sangue e per poco non perdevo i sensi ma sia chiaro non provavo nulla. Ma ha fatto male lo stesso. Pensavo di essere diventata forte ma forse mi sbagliavo. Non ho pianto ma fa male lo stesso.
Adesso a distanza di due mesi, non riesco ancora a difendermi. Anche se qualche volta scappo, bloccandolo. Mi sono allenata.
Nessuno può più farmi così male da farmi piangere.
Volete sapere se mi taglio? Sì. Ogni giorno cinque tagli nuovi. Non solo sulle braccia ma dappertutto. Ogni parte del mio corpo ha un taglio o due. Non so nemmeno più perché mi taglio, ormai è un impegno. Dopo cena, da sola in camera mia, in bagno, auricolari e musica ad alto volume.
Ero stanca ed ora sono rinata da persona nuova. Migliore o peggiore non mi interessa. Ha smesso di interessarmi appena quel coglione mi ha tagliato la pancia, lasciando una cicatrice profonda in tutti i sensi.
Ho tagliato ancora i capelli, come in ospedale. Sono corti. Fanno schifo ma mi danno forza e fiducia. Mi fanno sentire ribelle e potente.
Non sono più timida o insicura, indifesa. Sono cambiata. Nessuno può toccarmi più. Nessuno. Mai più. Nessuno potrà toccarmi.
Mi alzo dal letto. Mi faccio una doccia e mi vesto. Jeans neri e felpa nera. Scarpe e fuori. Prendo lo zaino e vado a scuola.
Non mangio più. O almeno mangio raramente. Mi fa schifo. Non lo so... quando mangio però dopo non vomito. È che semplicemente non mi va. Sentire qualcosa che sta dentro alla mia bocca per più di due minuti mi manda il cervello completamente da un'altra parte.
Lavoro presso la biblioteca di Margaret. Non ha fatto domande. Ha solo chiesto se volevo lavorare da lei e io ho accettato. Non va male la biblioteca ma è complicato starci dietro. Margaret non c'è mai e i clienti arrivano. Lo stipendio non è male.
Quella donna sembra conoscermi da una vita e capirmi. All'inizio pensavo che mi vedesse come una specie di minaccia quando sono entrata nella sua biblioteca con uno sguardo freddo. Ha inventato la scusa che aveva da fare quel giorno e non poteva aiutarmi. Sono uscita. Mi sono guardata intorno e mi sono chiesta che cosa ci facessi ancora al mondo dopo tutto ciò?
A cosa servivo se nemmeno una bibliotecaria mi voleva nella sua orbita? A cosa serviva una ragazza depressa e suicida che sapeva solo deludere? Fare cazzate su cazzate?
Continuo a camminare. E penso che sta iniziando a fare caldo. Ma di certo non posso abbandonare le mie felpe, i tagli si venderebbero ovunque.
Natale vi state chiedono? Capodanno? Befana? Rientro a scuola? Il taglio? Chi è stato?
Beh. Rispondo subito. Natale non l'ho festeggiato perché ero in coma. Quindi non ho nemmeno passato la vigilia di Natale con Kyle e non ho fatto i regali a nessuno. Anche se gli altri hanno provato a darmeli, ho rifiutato. Non potevo accettare più nulla. Capodanno ero da sola a giocare con le palline di carta, una volta ripresa dal mio taglio al braccio.
Befana, non ci ho mai creduto. Il taglio, rimarrà la cicatrice, quello sulla pancia. Come tutti i tagli del resto, uno più, uni meno non fa differenza. È quasi guarito.
Ora parliamo di cose serie: chi l'ha fatto. Chi? Carlos! Se questa è stata la vostra risposta allora siete ottimi veggenti mentre se avete pensato che sia stato un mal intenzionato dovete risintonizzare qualcosa in voi.
Come ha fatto? Come faccio a sapere che sia stato lui? Semplice me l'ha detto. E poi lui le studia tutte per farmi del male. Ha approfittato che Joe non mi avesse seguita. Mi ha tappato la bocca e poi mi ha tagliato. Io non so cosa gli fosse passato per la testa, so che per me prova odio, per qualche motivo a me ignoto, ma non pensavo che sarebbe mai arrivato a tanto.
Rientro a scuola. Normale. Nessuno mi ha calcolata e il nostro prof di italiano se n'è andato e c'è quello giovane. Bennett.
Nessuno ha fatto domande e ho solo dovuto consegnare una giustificazione al prof accennando il motivo. Il prof ha annuito e mi ha domandamandato come stavo. Ho dovuto trattenermi dal mandarlo a quel paese. Come stavo, ha chiesto. Ho risposto che stavo "bene" e che mi stavo "riprendendo". Secondo voi sta bene una persona che è talmente stanca da tagliarsi dappertutto e il suo riprendendo vuol dire solo cambiare per paura di soffrire ancora e non poter più sopportare nulla?
Secondo voi sta bene una persona che ha deciso di diventare fredda e impassibile solo perché non ne può più?
Secondo voi sta bene una persona che invece di vivere la sua cazzo di adolescenza preferisce studiare ed ascoltare musica mentre si taglia?
Secondo voi, sta bene una persona che non sa nemmeno più cosa deve fare?
Una persona che vuole dimenticare tutto ma non sa come si fa?
Una persona che vuole andarsene ma non ha il coraggio di farlo?
Una persona che non riesce nemmeno a dire la verità a se stessa e dire che si sta spegnendo giorno dopo giorno?
Me ne sto andando lentamente consumata dal dolore, di tutto. Di ogni singolo momento della mia vita. Ogni singolo respiro equivale a una piccola piccola parte di veleno che sto inalando. Non c'è antidoto a ciò. Devi solo aspettare finché il veleno arriva al cuore o al cervello e muori.
Per esempio, quando un serpente morde la sua vittima il suo veleno ci mette un po' a propagarsi in tutto il corpo, no? 
Ecco esattamente così. Il veleno si fa propagando lentamente facendomi sopperire sempre di più.
Il problema è uno solo. C'è un antidoto per il morso del serpente oppure basta semplicemente togliere il veleno dal corpo. Ma il mio dolore non posso toglierlo, è impossibile. Ce n'è troppo. È come dire tolgo le scheggie in un pezzo di legno.

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