8.I'm fine

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Discussero apertamente dell'accaduto, fino a quando non arrivò il momento cruciale, in cui Yoongi confessò all'amico il perchè del suo comportamento profondamente irrazionale.
"Io non potevo saperlo." ricordò Hoseok, ancora freddo nei confronti del ragazzo dai capelli neri.
Quest'ultimo abbassò gli occhi. "Lo so, mi sono comportato da perfetto idiota ma è stato davvero istintivo ciò che ho fatto, io non ho nulla contro il sentirti cantare, credimi." il tono con cui lo disse era davvero dispiaciuto, era consapevole di aver ferito l'amico.
Il rosso prese la mano di Yoongi nella sua. "Ti perdono, ma vorrei che tu mi guardassi in faccia mentre mi parli, okay hyung?"
La psicologa era soddisfatta, e salutò entrambi con un grande sorriso, quando uscirono dal suo ambulatorio.
"Hyung, il dottore mi ha detto che devo stare in stanza da solo, e che da domani tutti quelli che verranno a trovarmi dovranno mettere una mascherina. Vuole evitare che io mi prenda un raffreddore o cose così. Non mi hanno mandato lontano da te per mia scelta, la storia del pianoforte non è importante, capito? Ora è tutto okay," chiarì Hoseok, per poi domandare qualcosa di più, con la sua solita delicatezza, di questo famoso Jimin.
E così il corvino decise di spiegare le cose come stavano.
Lo fece a tarda notte, mentre il cielo pieno di stelle faceva da cornice a quei due ragazzi, che a guardarli da lontano forse potevano passare per ragazzi come tanti, senza problemi.
Nella stanza di Hoseok, gli raccontò di lui, del suo Jimin, di come erano stati bene insieme, di come si erano conosciuti da bambini, di come Yoongi era caduto in depressione dopo la sua morte.
Gli parlò delle sue piccole mani, dei suoi timidi sorrisi; dei suoi biondi capelli e del suo dolce sorriso. Del gatto che avrebbero voluto adottare una volta usciti da quell'incubo, lo avrebbero chiamato Serendipity, un curioso nome trovato su un libro.
Vide Hoseok stringere la sua mano, per farlo sentire meglio, e poi lo sguardo del più piccolo si spostò sulla foto che Yoongi teneva nella cover, chiedendo se fosse Jimin quello nello scatto assieme a lui.
Il ragazzo dai capelli neri annuì, poi notò i segni di stanchezza sul viso dell'amico: erano le due di notte, e non aveva fatto altro che parlargli del suo ex ragazzo, forse aveva esagerato.
"Scusami, Hoseok. Ti lascio dormire in pace." disse, alzandosi dal letto, per andare verso la sua stanza. Poco dopo, la voce stanca di Hoseok, quasi un sussurro, gli rispose. "Hyung, mi ha fatto piacere sentire che qualcuno ti ha amato così, ti ha amato molto. È stato bello... è stato tanto bello, Yoongi, sapere da qualcuno cosa significa amare profondamente. Buonanotte."
Non fece nemmeno in tempo ad augurargliela a sua volta, che l'altro già era nel mondo dei sogni, mentre Yoongi si chiedeva per quanto ancora avrebbe resistito a quella tortura.
Era distrutto, ma continuava a sorridere, sopportava Yoongi, e spesso e volentieri stava con i più piccoli nella biblioteca dei bimbi, regalando un sorriso a tutti quanti, nonostante ora sarebbero stati i bambini a dover venire da lui, felici com'erano di ascoltarlo quando raccontava una storia.
Sorridendo a sua volta, pensò a come Jimin gli avesse mandato un angelo per proteggerlo; perchè questo era Hoseok: pensava sempre prima alla sua felicità, se Yoongi era felice, già gli bastava, lo sapeva senza bisogno che il rosso dicesse una parola.
Tornato nella sua stanza, pianse in silenzio, sotto quella trapunta di stelle che adornavano il cielo.
Pianse per Hoseok, che stava male, per la paura che aveva che qualcuno a cui si era legato morisse di nuovo, e pianse per Jimin e per ogni ricordo che lacerava il suo fragile cuore spezzato.
Odiava quelle stupide malattie, odiava anche gli stupidissimi ospedali.
Perchè continuava ad affezionarsi a persone con poche possibilità di sopravvivenza? Non lo faceva apposta, ma sembrava un crudele scherzo del fato. Hoseok era un amico ormai, e aveva dannatamente paura.
Paura di sentire qualcosa di più, per poi perderlo come aveva perso Jimin.
Era terrorizzato dal destino, da come sembrasse punirlo per ogni suo minimo errore, ogni suo piccolo sbaglio, ormai stava tremando come una foglia, solo su quel letto.
Respirò profondamente per calmarsi, e una volta ripreso il controllo di sè stesso si sdraiò. Era così stanco dal pianto che si addormentò subito.
E sognò i propri ricordi.

"Dove mi porti?" rise il biondo, mentre Yoongi lo teneva in braccio a 《cavalluccio》 come i bambini.
"Al mare!" aveva esclamato il maggiore, correndo verso il mare.
I gabbiani volavano sopra di loro, verso il pesce, si vedeva una piccola barca in lontananza; nel sole delle tre di pomeriggio.
Non avevano avuto il permesso di uscire dall'ospedale, ma era riuscito a eludere la sorveglianza dei medici per portarsi Jimin fino al mare, prendendo i mezzi pubblici.
"Qui va bene." Yoongi si fermò, facendo sedere il minore sulla sabbia, in attesa di stendere il telo da spiaggia. "Ecco, tutto fatto, possiamo stenderci, Jiminie~" Lo aveva fatto sdraiare, per poi lasciargli poggiare la testa sulle sue ginocchia. Era stato bellissimo, quel giorno, anche se appena tornati si era preso una grande sgridata da parte del dottore che aveva la responsabilità del biondino, il quale invece aveva gradito molto la gita, nonostante la stanchezza che gli aveva causato.
La sera si era addormentato con Yoongi accanto, che non era tornato a casa propria solo per stare con il più giovane, vegliare su di lui.
Era diventato molto debole in quel periodo, ma a quanto pare nella sua relazione con Yoongi riusciva a trovare la forza per andare avanti con il sorriso.  E alla fine, com'era previsto, aveva lasciato il maggiore da solo, a piangere per la sua morte, in quell'orribile giorno di agosto, il 9.

Nonostante ormai il cielo fosse alto in cielo, ed il sogno finito, Yoongi continuò a pensare al proprio passato, quella parte di passato che lo collegava al presente, a ciò che stava vivendo, alla persona che era diventato.

Fu lì che Yoongi cadde in depressione, all'inizio riuscì a mascherarlo.
Non mangiava molto, ma pian piano tutto si fece più evidente: la sua pelle, già chiara, diventava sempre più pallida. Era dimagrito, e sulle braccia portava i segni dei tagli che si faceva con una lametta rubata a suo padre.
Si faceva schifo, tanto schifo, aveva del tutto smesso di mangiare, ed il giorno in cui svenne a scuola e fu portato in ospedale, ogni cosa venne alla luce.
Gli fu diagnosticata la depressione, e rimase solo.
Solo... fino a quando, dalla porta di quella triste stanza, non entrò l'unico e solo Jung Hoseok: il suo nuovo inizio.

𝐌𝐲 𝐚𝐧𝐠𝐞𝐥-𝐘𝐨𝐨𝐧𝐬𝐞𝐨𝐤 ✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora