"Allora, com'è andata dal medico?" chiese Yoongi; quando Hoseok rientrò in stanza: ormai Jin era tornato a casa, era rimasto solo e si stava annoiando abbastanza a non fare nulla.
Il rosso si sedette sul letto, e spiegò che aveva chiesto di essere messo in lista, nonostante la resistenza da parte del medico. "Dice che sono troppo giovane e non troveranno mai un donatore compatibile." raccontò "Io però gli ho chiesto per quale motivo avesse deciso di intraprendere la professione di medico.""Ora lei mi spiega, perchè io non capisco. Cosa l'ha spinta a diventare medico?" Hoseok si alzò dalla sedia, e osservò severo l'uomo davanti a lui.
Quest'ultimo sospirò. "La volontà di salvare delle vite, signorino Jung." rispose semplicemente, bevendo un sorso del caffè che aveva sulla scrivania, in una tazza con la stampa di alcuni gattini... rosa.
"Bene, ora faccia la persona seria. Salvare delle vite, ha detto? Bene, allora non può dare una possibilità anche a me? Anche io ho una vita, come può notare dal mio certificato di nascita, anche io sono stato generato da un ovulo ed uno spermatozoo come lei, caro dottore."Yoongi non riusciva a smettere di ridere. "Gli hai fatto il culo." notò, compiaciuto. "La mia influenza si fa sentire, eh?" aggiunse poi, riferendosi a come lo aveva trattato in precedenza.
Il più piccolo annuì, mostrando il suo adorabile sorriso a forma di cuore.
"Comunque alla fine ha detto che si prenderà del tempo per pensarci, ma spero tanto di avere una risposta positiva. Intanto mi ha dato questi medicinali, non trovi che la confezione sia davvero carina, hyung?" Hoseok si rigirò tra le mani una scatolina bianca e blu, e Yoongi si chiese di quali droghe facesse uso per definire 《carina》 una scatola di medicinali come tante altre.
O forse non faceva uso di droghe, forse aveva la pazzia scritta nel suo dna. Non poteva che essere così.
"Come puoi definire una scatola di medicine carina, Hoseok?!" un'altra risata uscì dalle sue labbra, non era abituato a sentirsi felice così tanto in un giorno solo.
"Oh, eddai, hyung! È così particolare, ha gli stessi colori delle case in Grecia!"
Eccolo, il carattere di Jung Hoseok.
Come pensava Yoongi, quel ragazzo cercava sempre di tirare su il morale agli altri, e forse aveva capito quanto solo si sentisse il maggiore in quella grande struttura chiamata ospedale.
"D'accordo, è una bella scatola."
In seguito, Hoseok ricevette la visita della sua sorellina minore, Sunyi.
Con lei, invece della madre, c'era Namjoon, che Yoongi capì essere il suo migliore amico.
"Namjoon, questo è Yoongi-hyung. Hyung, lui è Namjoon." i due si strinsero la mano, mentre nella testa del corvino si fece strada una domanda. Non chiese nemmeno ciò che voleva, poichè Namjoon disse subito all'amico che si stava vedendo con un ragazzo, in quel periodo.
"Hobi cioè, dovresti vederlo! Ha i capelli rosa ed è super tenero, poi ha delle labbra bellissime e tutte le volte che spiega cosa dobbiamo cucinare io mi perdo a guardarlo, poi lui mi rimprovera come se fosse la mia eomma!" spiegò, felice. "E poi, dio, quanto sono belle le sue stupide battute, penso sia il ragazzo perfetto per me, solo che non so se ricambia o se mi vede solo come un amico."
Il rosso rassicurò il suo migliore amico sull'ultima parte, convincendolo ad avere più fiducia nei sentimenti che provava verso Jin.
"Sono felice per te, Joonie, davvero."
Il sorriso del compagno di stanza di Yoongi non si era spento nemmeno quando Namjoon gli aveva chiesto della sua salute: nonostante tutto, nonostante le risposte non troppo belle; diceva tutto con un'espressione serena in volto, tranquillizzando l'amico.
"Hobi-ssi, non farmi brutti scherzi." gli ricordò poi Namjoon, prima di venire interrotto dalla piccola Sunyi. "Fratellone, ma lui è il tuo fidanzato?" chiese, indicando Yoongi.
Hoseok arrossì leggermente. "Sunyi, lui è il mio compagno di stanza Yoongi-hyung. Perchè non ti presenti come si deve?"
La piccola si avvicinò al corvino, con un buffo inchino. "Io sono Jung Sunyi, ma il mio fratellone mi chiama Sun."
Il ragazzo si abbassò all'altezza della bambina. "Ciao piccolina, piacere di conoscerti, io sono Min Yoongi."
Curiosa com'era, Sunyi si mise a girare per la stanza, guardando un po' ovunque per trovare qualcosa di strano, che alla fine trovò.
"Cos'è?" domandò, mostrando ai 《grandi》 ciò che aveva trovato.
Era un diario, con una sola iniziale sopra: J
Yoongi lo prese tra le mani. "È un diario, Sun. Pensavo di averlo messo nel comodino, invece era in giro per la stanza. Grazie mille piccola."
Sentì Hoseok sgridare in modo non troppo cattivo la bambina sul fatto che certe cose di proprietà altrui non si possono prendere senza domandare prima il permesso. Parlando, il compagno di stanza del rosso aveva saputo che era stato lui ad occuparsi della sorella minore tutto quel tempo, per il lavoro dei genitori.
Hoseok ci sapeva fare con i bambini, dosava benissimo dolcezza e serietà.
Nel frattempo, il ragazzo dai capelli scuri aveva preso in mano il diario.
Il diario di Jimin, quello dove il biondino aveva conservato le loro foto, le loro memorie insieme.
Il biglietto di quando erano andati allo zoo, la foto della prima volta che Yoongi era salito su una ruota panoramica, il viaggio a Busan.
I loro sogni, una foto del micio bianco che il più piccolo avrebbe voluto adottare; le scritte con la penna rovinate dal tempo e dalla pioggia che li aveva colti un giorno, e aveva bagnato tutto lo zaino di Jimin ed il suo contenuto: portava sempre quel prezioso diario con sè, ogni giorno.
L'ultima pagina era di due giorni prima della sua morte.
Accanto alla foto di loro due assieme, vi era una dedica fatta da Jimin
Conserva questo diario, ricordati di me, ma prometti di non essere triste.
Ti voglio tanto bene Yoongi, anzi, ti amo. So che di me rimarranno solo parole, stupide parole, e non più voce e gesti, non più canzoni scritte per te.
Ti ho amato tanto, sarà sempre così.
Sii felice, amore mio.
Con affetto,
Il tuo Jimin.
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𝐌𝐲 𝐚𝐧𝐠𝐞𝐥-𝐘𝐨𝐨𝐧𝐬𝐞𝐨𝐤 ✔
Fanfiction[Completata] 𝐘𝐨𝐨𝐧𝐠𝐢, 𝐢𝐧 𝐨𝐬𝐩𝐞𝐝𝐚𝐥𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐯𝐢𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐝𝐞𝐩𝐫𝐞𝐬𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞, 𝐬𝐢 𝐫𝐢𝐭𝐫𝐨𝐯𝐚 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐜𝐨𝐦𝐩𝐚𝐠𝐧𝐨 𝐝𝐢 𝐬𝐭𝐚𝐧𝐳𝐚 𝐮𝐧 𝐫𝐚𝐠𝐚𝐳𝐳𝐨 𝐜𝐨𝐧 𝐮𝐧𝐚 𝐦𝐢𝐬𝐭𝐞𝐫𝐢𝐨𝐬𝐚 𝐦𝐚𝐥𝐚𝐭𝐭𝐢𝐚 𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐠𝐥�...