26.The truth untold

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Yoongi si sentì un bambino, ma aveva bisogno di piangere.
Lo fece lì, davanti agli occhi di Hoseok, coprendosi il viso con le mani dalla vergogna: odiava essere debole, odiava tutti quei sentimenti.
"Ehy, Yoongi." il rosso aveva ancora difficoltà a parlare, si vedeva che era ancora provato.
"SeokSeok... mi dispiace, mi dispiace così tanto, non sono riuscito a non piangere!" Il ragazzo si ranicchiò in un angolino della stanza, e si sfogò.
I medici controllarono le condizioni di Hoseok, lasciandolo libero dai tubi.
Lo stesso Hoseok chiese di essere lasciato solo con il suo ragazzo.
"Potresti venire qui un momento?"
Yoongi si asciugò le lacrime, avvicinandosi al letto e prendendo la mano del ragazzo che amava.
"Yoongs, ti vergogni davanti a me?" un piccolo sorriso comparve sul volto del minore, dolce come era sempre stato, nei suoi confronti.
"Hoseok ti prego ascolta. Io sono un coglione okay? Sono un coglione, un cretino, sono senza coraggio. Perchè io davvero avevo paura che tu morissi, non avevo speranze... avevo già pensato ad un nuovo tradimento da parte del destino sai? E sì, sto piangendo per tutte le idiozie che ho pensato, come mi è potuto anche solo passare per la testa un destino senza di te?! Una vita senza un noi, SeokSeok." spiegò.
"Yoongi-hyung." il tono che usò non ammetteva repliche. "Basta. Smetti di piangere, smettila subito. Se non vuoi vedere piangere anche me..."
Il corvino si sedette accanto a lui, accarezzando i suoi capelli rossi.
"Stai già piangendo, piccolo. Ora sono io quello che deve dirti di smettere?"
Si avvicinò al suo viso, e gli asciugò le lacrime con un dito, per poi posare le sue labbra su quelle che tanto gli erano mancate in quelle ore.
Hoseok ricambiò il bacio, rendendolo più passionale, era un bisogno che avevano entrambi, quello di restare insieme senza più alcun problema.
Quando si staccarono, Yoongi si fermò per un momento ad osservare il ragazzo che aveva davanti a sè.
Era incredibilmente perfetto: i capelli rossi contrastavano con il viso pallido e provato da ciò che aveva passato, gli occhi scuri e pieni di emozioni, il suo sorriso dolce... come poteva essere così fottutamente sexy anche dopo un'operazione chirurgica?
Poco dopo, notò che il suo ragazzo indossava una collana particolare, che non ricordava di aver visto.
"SeokSeok, e questa? Non te l'avevo mai vista addosso."
Hoseok sospirò. "Non mi crederesti mai, Yoongi-hyung. Mi prenderesti per un pazzo, un malato mentale"
Il corvino gli accarezzò il viso. "Non potrei mai, avanti, dimmi."
Il più giovane annuì. "Diciamo che prima di risvegliarmi... ho incontrato Jimin, non so se fosse una specie di paradiso o cosa, ma mi ha promesso che in qualche modo ci rivedremo, mi ha dato la collana come promessa. Pensavo di essermi immaginato tutto." Mentre raccontava, la voce gli tremava, forse aveva ancora paura di non essere creduto.
"Proprio le tipiche parole di Jimin." rise Yoongi, tranquilizzandolo. "Io ti credo, piccolo, e sempre ti crederò. Abbiamo un angelo custode, questo è poco ma sicuro, non possiamo conoscere con esattezza il rapporto tra la terra e il famoso aldilà. Tutto ciò che possiamo fare è lasciare che le cose vadano come devono andare. Esiste sicuramente una verità che non viene detta a noi umani, a proposito di tante cose: l'amore, la vita, la morte... ma se una di queste è sicura, allora quella per me sei tu."
Lo abbracciò, la sua unica certezza che finalmente nessuno avrebbe potuto portargli via.
"Grazie, Yoongs." sussurrò Hoseok.
"Potresti chiamare la mia famiglia?" chiese poi, desideroso di vedere sua madre e la sua sorellina.
Yoongi si alzò dal letto, poi lo salutò con la mano, chiudendo la porta dietro di sè.
"Hoseok vorrebbe vedervi." disse, con un sorriso.
Entrò anche un uomo con la madre e la sorella del ragazzo, e lui sentì un brivido alla schiena: il suo sesto senso gli diceva che qualcosa proprio non andava. Scrisse a Namjoon e Jin, spaventato, forse era il padre di Hoseok e la sua era solo un'impressione.
Ma a quanto pare aveva ragione.

"Hyung, ti riferisco ciò che poco tempo fa Hope mi confessò.
Il vero padre di Hoseok lo lasciò alla madre appena nato, non si sa per quali motivi.
Quando quest'ultima si risposò, sembrò andare tutto bene, il nuovo marito della donna lo considerò come un figlio, e la nascita della sorellina contribuì alla pace familiare.
Purtroppo, iniziò a far uso di sostanze tra le quali cocaina e pasticche, trattando la moglie come un oggetto, tentando di tenere nascosto questo fatto ai bambini.
L'uomo però odiava i gay, per questo lui e la mamma di Hoseok si sono lasciati appena scoperto l'orientamento sessuale del ragazzo. Lei non aveva nulla in contrario, mentre lui era furioso.
Non si lasciarono solo per quello, anche per la sua malattia e tutto il resto...
Yoongi, state attenti.
P.s. Il suo cognome è Chong, il nome non lo so."

Questo aveva scritto Namjoon, e il contenuto del messaggio fece accapponare la pelle al corvino.

"Dovrebbero far uscire da quella stanza quel pazzo... potrebbe alzare le mani e fare pazzie, dicono che sia sotto effetto di sostanze."

Suggerì Seokjin, e fece davvero bene.
Suo padre adottivo, il signor Kim, era a capo della polizia di quella zona.
Sentì Hoseok gridare all'uomo di uscire, e si spaventò quando sentì la replica; era davvero pericoloso.
Compose il numero del padre, con le dita che tremavano per la paura.
"Yoongi?" rispose l'uomo.
"Papà, sono io. Qui in ospedale c'è un uomo pericoloso, è il papà di... uhm, un mio amico. So che il suo cognome è Chong. Sento urlare nella stanza da qui fuori." spiegò.
"Ho capito di chi si tratta. Ti ringrazio tesoro, mando subito una pattuglia. Io sono fuori, di ronda a copertura di un'altra zona. Non temere."
Chiuse la chiamata, mentre il ragazzo dai capelli corvini andò verso l'entrata dell'ospedale, per aspettare la polizia.

"Sei il figlio di Kim? Il ragazzo che ci ha chiamato?" un uomo in divisa gli sorrise: lo conosceva, era amico di suo padre, oltre che suo collega.
"Sì, sono io. Vi porto alla stanza corretta, seguitemi signori." rispose Yoongi, dando le indicazioni alla squadra, come aveva visto tante volte fare a suo padre: sarebbe stato un bel lavoro, secondo il ragazzo.
"Ti ringraziamo per la tua collaborazione, ragazzo. Ora entriamo, non temere."

𝐌𝐲 𝐚𝐧𝐠𝐞𝐥-𝐘𝐨𝐨𝐧𝐬𝐞𝐨𝐤 ✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora