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I mesi passano e i miei biglietti con A.P continuano. Ho scoperto che studia letteratura e scrittura, ama la poesia e me ne ha anche dedicata una che tengo appesa al frigorifero.

"Gli sembrava così bella, così seducente, così diversa dalla gente comune, che non capiva perché nessuno rimanesse frastornato come lui al rumore ritmico dei suoi tacchi sul selciato della via, né si sconvolgessero i cuori con l'aria dei sospiri dei suoi falpalà, né impazzissero tutti d'amore al vento della sua treccia, al volo delle sue mani, all'oro del suo ridere. (G. Marquez)


Ho letto questa poesia oggi e mi ha fatto pensare a te.

A.P"

Mi piaceva leggerla tutte le mattine per iniziare bene la giornata, come se mi spronasse a credere di più in me stessa.
Sono in ufficio sommersa da scartoffie quando qualcuno bussa alla porta, gli dico di entrare senza distogliere lo sguardo dall'articolo che sto scrivendo. Sto iniziando ad odiarlo perché non riesco a scrivere qualcosa di decente.

«Vik, hanno lasciato questo per te.» mi informa Dylan, mostrandomi una bellissima composizione di fiori.
La lascia sulla mia scrivania ed esce dalla stanza. Rimango incantata dalla composizione: ci sono rose rosse, peonie rosa, tulipani rossi e gigli bianchi; in allegato c'è un biglietto che apro subito.

"Cara Victoria,
sono ormai mesi che parliamo e più volte mi hai espresso la tua curiosità di volermi incontrare. Beh, direi che è arrivato il momento di accontentarti.
Ti aspetto questa sera nella terrazza panoramica dell'Empire State Building, all'86esimo piano, alle ore 10 pm.

A.P"

Rimango a bocca aperta, lo rileggo più volte per convincermi che non sia tutto uno scherzo. Prendo il telefono e chiamo Isabel.

«A.P mi ha chiesto di incontrarci stasera!» le dico non appena sento che ha risposto, seguono dei minuti di silenzio.
«Stai scherzando? Oh mio dio! Non ci posso credere!» ed iniziano i suoi momenti di sclero.

Ci accordiamo sul vederci a casa mia dopo lavoro, chiudo la chiamata e mando un messaggio a Thomas.

Mi rimetto a lavoro anche se ho la testa tra le nuvole, ma nonostante ciò arrivano velocemente le sei di pomeriggio, quindi esco dall'ufficio in fretta e furia

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Mi rimetto a lavoro anche se ho la testa tra le nuvole, ma nonostante ciò arrivano velocemente le sei di pomeriggio, quindi esco dall'ufficio in fretta e furia.
Appena parcheggio la macchina noto Isabel che mi aspetta di fronte al portone d'ingresso, scendo dall'auto con in mano il mazzo di fiori.

«E questi?» mi chiede indicandoli.

«Me li ha mandati A.P direttamente in ufficio.» e mi scappa un sorriso. Penso sia un gesto davvero dolce e carino da parte sua.

Isabel lancia un gridolino di felicità, entriamo in casa dove c'è Thomas che ci aspetta. Ci ha preparato un aperitivo veloce e lo consumiamo mentre mi riempiono di domande.

Sono le 09:55 pm e sono già alla terrazza panoramica dell'Empire State Building, come diceva il biglietto.
Ho optato per un outfit molto semplice: un jeans scuro, una camicetta color panna, uno stivaletto il tutto completato con un cappotto grigio scuro, visto le basse temperature.
Mi affaccio alla terrazza e osservo il paesaggio, mentre aspetto.

Controllo l'ora sul cellulare, sono le 10:20 pm. Ben venti minuti di ritardo, mi guardo attorno ancora una volta, ma poi decido di andarmene.
Qualche lacrima sgorga spontanea mentre mi dirigo alla macchina, lo sapevo che non dovevo fidarmi, che era solo uno scherzo.
Sono delusa e arrabbiata allo stesso tempo, caro A.P questa non te la perdono.











P questa non te la perdono

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Il nostro piccolo A.P ha combinato un guaio, ma quale sarà il motivo?

Piano piano la storia sta prendendo forma, spero vi piaccia e se avete qualche consiglio da darmi sono bene accetti!

Alla prossima! ❤



Notes of love. ● Noah Centineo ●Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora