12 Novembre, Manhattan.
Sento un fastidioso rumore arrivarmi alle orecchie, apro lentamente gli occhi e mi volto verso la sveglia. Segna le 8:45 am, tra quindici minuti devo essere a lavoro.
"Merda."Scosto velocemente le coperte dal corpo mentre farfuglio delle imprecazioni per non aver sentito le sveglie precedenti e mi fiondo nell'armadio alla ricerca di qualcosa di decente da mettermi.
Non mi sono ancora presentata, sono Victoria Martin, 23 anni, vivo a New York da qualche anno per inseguire il mio sogno fin da quando ero piccola: lavorare nell'ambito della moda.
Dopo mille sforzi sono riuscita ad entrare come assistente di Anna Wintour, attuale direttrice della rivista Vogue. Adoro il mio lavoro, nonostante sia stressante e stancante mi regala un sacco di soddisfazioni.
Riesco a prepararmi in tempo record, prendo le chiavi della macchina ed esco di casa senza fare colazione. Mi fermerò a prendere un caffè nella mia caffetteria di fiducia.
Una cosa che odio veramente tanto di New York, è il traffico. Non penso ci sia un' ora in cui non sia presente ma nonostante ciò riesco ad arrivare in anticipo di qualche minuto e a concedermi anche un caffè.
Entro nella caffetteria, la considero di fiducia in primis per il caffè e la colazione, ma anche e soprattutto perché adoro alla follia i suoi interni.
Le pareti sono rivestite da una carta da parati a strisce bianche e verde tenue, i mobili sono anch'essi bianchi con qualche dettaglio in legno chiaro. Una vetrina con una vastità di dolci infinita, e mensole con sopra barattoli colmi di chicchi di caffè, aromi e spezie di qualsiasi genere, distinguibili grazie all'apposita etichetta.
Ordino il mio caffè da asporto, pago e mi dirigo in ufficio pronta ad affrontare una lunga giornata di lavoro.
Tra riunioni, il telefono che non smette un secondo di squillare, appuntamenti ed interviste varie sono arrivate le 7:30 pm e non me ne sono nemmeno accorta. In ufficio siamo rimaste solo io ed Anna, mi avvicino alla sua scrivania.
«Anna, io vado a casa. Resti ancora per molto qua?» le chiedo.
Lei alza lo sguardo dalle mille scartoffie sulla scrivania e si tira sulla testa gli occhiali da lettura.
«Sì, devo ancora finire di visionare questo articolo.»
«Vuoi che vada a prenderti qualcosa per cena? Sono quasi le otto, dovresti mangiare qualcosa.»
«No cara, non preoccuparti per me. Tu va' pure. Ci vediamo domani, buona serata.» dice rivolgendomi un sorriso stanco, ma sincero.
Dopo averla salutata mi avvio verso l'uscita dell'ufficio pensando a cosa mangiare per cena dal momento che il mio frigo piange per la miseria in cui l'ho lasciato.
Mi sto avvicinando alla macchina quando vedo qualcosa sul cruscotto. Quando la raggiungo prendo il foglio sospetto infilato sotto il tergicristallo, rivolgendogli un'occhiata poco convinta.
Non immaginavo però che leggerlo mi avrebbe lasciata inaspettatamente senza parole.
Buona sera a tutti, dopo più di un anno rieccomi qui a scrivere qualcosa. Mi è mancato molto scrivere ma non trovavo mai la giusta ispirazione, ma grazie a Noah l'ho ritrovata!
Che ve ne pare come inizio? Che cosa ci sarà scritto nel misterioso biglietto trovato da Victoria?
Aspetto con ansia commenti, sia negativi che positivi, o qualsiasi tipo di riscontro da parte vostra che sono sempre utili per migliorarsi!Ci sentiamo al prossimo capitolo!
Ps:
Un ringraziamento speciale alla mia amica Noemi ❤
Jess
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Notes of love. ● Noah Centineo ●
FanfictionSembrerebbe un lunedì come un altro. Sveglia ignorata con conseguente ritardo e una lunga giornata da affrontare. Uscita da lavoro, Victoria avvicinandosi alla sua auto si accorge di un foglietto incastrato nel tergicristallo. Una multa o un bigliet...