POV of Noah
Dopo la scena a cui avevo appena assistito sono andato da Peter per farmi dare le chiavi dell'auto, avevo bisogno di andarmene da quel posto il prima possibile o, almeno, ci avevo provato. Victoria si è impuntata davanti all'auto obbligandomi a scendere e da lì è iniziata una lite molto accesa.
So di averla ferita con le mie parole, ho esagerato è vero, ma ero talmente tanto arrabbiato e deluso che non sono riuscito a ragionare razionalmente, motivo per cui mi sono preso uno schiaffo da parte sua.
Gli ho detto che tra noi era finita e me ne sono andato senza voltarmi indietro, perché sapevo che se l'avessi fatto avrei visto lei piangere e mi si sarebbe spezzato ulteriormente il cuore.
Sono tornato verso casa fermandomi ad un pub a prendere qualcosa da bere per svuotare la mente.Mi sveglio la mattina dopo con un mal di testa allucinante, scendo in cucina per prendere un'aspirina e mi trovo Peter che dorme sul divano. Cosa ci fa lui qui? Non mi ricordo che fossimo insieme. Mi avvicino e lo sveglio ricevendo in risposta un grugnito e qualche imprecazione.
«Cosa ci fai qui Pete?»
«Ieri sera sei scappato dopo aver parlato con Vik, così io e Thomas siamo venuti a cercarti. Sapevo che saresti andato nel solito bar, dove ti abbiamo trovato ubriaco marcio mentre dormivi su un divanetto. Ti abbiamo portato qua e poi ho mandato Thomas a casa.»
«Oh.. beh allora grazie.»
«Sei un cazzone. Che cazzo avete combinato tu e Victoria, si può sapere?» abbasso la testa, sospiro e inizio a raccontargli tutto. Rimane in silenzio fino a che non finisco di raccontare e questo non è buon segno.
Si alza dal divano, recupera le sue cose e fa per andarsene.«Ma dove vai?»
«Mi vergogno di essere amico di una persona che ha detto quelle cattiverie alla sua ragazza, nonostante sappia benissimo quanto ci ha sofferto e quante persone ne subiscono nel mondo. Mi fai schifo Noah, fatti un esame di coscienza e poi chiamami. Ah, non chiamare nemmeno Alexis perché ieri ha riportato Victoria a casa e saprà già la storia, se vuole si fa viva lei.» ed esce di casa. Il silenzio regna in questa casa e io sono seduto sul divano con la testa che mi esplode dai troppi pensieri.
Nel giro di poche ore ho perso la mia ragazza e i miei amici, sono un fottuto disastro e non so come rimediare.POV of Victoria
Mi sveglio tutta frastornata e con un mal di testa martellante che non accenna a diminuire, mi alzo leggermente dal letto e vedo Alexis e Isabel dormire a terra ai lati del mio letto. Mi sento tremendamente in colpa per averle messe in questa situazione ma ieri notte proprio non ero in me e di certo non era colpa dell'alcol; appoggio piano in piedi sul pavimento ma Alexis si sveglia, con annesso grugnito di disapprovazione.
«Hey, buongiorno.» mi accenna un sorriso ancora mezza addormentata.
«Sveglia Isabel, vi preparo la colazione.» indosso la mia vestaglia e mi dirigo in cucina, appena finito di apparecchiare la tavola le ragazze fanno ingresso in cucina accomodandosi sulle sedie. Mangiamo in completo silenzio fino a che Isabel non decide di spezzarlo.
«Come ti senti?» le parole mi muoiono in bocca e sento gli occhi inumidirsi, scappo nella mia camera e mi ci chiudo all'interno scivolando lungo la porta fino a sedermi a terra. Ignoro le ragazze che mi intimano di aprire la porta, ho solo bisogno di stare sola.
E così ho fatto, ho chiamato a lavoro il lunedì successivo dicendo che non mi sentivo bene a causa dell'influenza e sono rimasta una settimana a casa, o meglio, chiusa nella mia stanza uscendo solo per mangiare qualcosa e andare in bagno. In quel periodo dormivo e mangiavo poco, avevo sempre il broncio sul viso e parlavo il minimo indispensabile, in poche parole ero uno zombie e Thomas non sapeva più come gestirmi.
La settimana dopo sono tornata a lavoro cercando di dare il meglio ma senza i risultati che speravo, sono tornata anche al bar dove vado sempre sperando di trovarlo lì e poterci parlare ma ho scoperto che si era da poco licenziato, altra cosa che mi buttò giù. Iniziai nuovamente ad uscire con Thomas e Isabel che cercavano in tutti i modi di tirarmi su di morale con scarsi risultati.Ma i problemi non finiscono sicuramente qui, Micheal non mi lasciava un secondo in pace. Mi spediva fiori a casa e a lavoro, messaggi e chiamate continue, cioccolatini e chi più ne ha più ne metta. Spesso me lo ritrovavo fuori l'ufficio che mi aspettava, e iniziai ad avere così paura che chiesi a Thomas di accompagnarmi e venirmi a riprendere a lavoro, ma quella sera tardò. Uscii dall'ufficio e non vidi la sua macchina, ma mi trovai davanti Micheal con il suo solito sorrisetto.
«Ciao Victoria, finalmente soli.»
«Lasciami in pace Micheal.» dico mentre cerco nella borsa il mio cellulare per chiamare Thomas, ma Micheal è più veloce e mi toglie violentemente la mano dalla borsa.
«Non hai una bella cera tesoro, ti porto a cena fuori che ne dici?»
«Con te non vengo da nessuna parte.» cerco di sembrare il più convincente possibile ma dentro di me sto morendo di paura.
«Ricordati che sei mia e vieni dove dico io.» scoppia a ridere, mi tira più vicino a se iniziando a trascinarmi con lui in chissà quale posto. Grido con tutta la forza che ho affinché qualcuno possa sentirmi e aiutarmi, prontamente mi tappa la bocca con la mano e ne approfitto per morderla. Toglie la mano imprecando per il dolore poi torna a guardarmi con gli occhi pieni di rabbia.
«Lurida puttana che non sei altro!» alza il braccio tenendo la mano aperta e io mi rannicchio su me stessa tremante di paura.
«Hai cinque secondi per andartene prima che chiami la polizia!» sento qualcuno gridare e riconosco la voce, è Anna. Micheal mi guarda dicendomi che non è finita qua e capisco che quella è una minaccia e me la farà pagare e successivamente scappa a gambe levate. Intanto è arrivato Thomas che mi viene incontro assieme ad Anna per assicurarsi che stia bene.
Victoria, purtroppo, è tornata alle origini dovendo affrontare il caratteraccio di Micheal. Si risolverà?
Scusatemo la poca presenza ma sto passando un periodo critico che riguarda la mia famiglia... Detto ciò, ecco a voi il nuovo capitolo! ❤️
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Notes of love. ● Noah Centineo ●
FanfictionSembrerebbe un lunedì come un altro. Sveglia ignorata con conseguente ritardo e una lunga giornata da affrontare. Uscita da lavoro, Victoria avvicinandosi alla sua auto si accorge di un foglietto incastrato nel tergicristallo. Una multa o un bigliet...