21.

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Era sabato sera e quel giorno decisi di andare a fare una sorpresa a Seojoon. Non ci vedevamo da un po', ci sentivamo ogni tanto al telefono, ma niente di più.

Indossai dei semplici jeans e un maglioncino nero. Scesi in cucina e trovai mio padre tutto in tiro, seduto nel divano. Sicuramente stava aspettando mia madre.

«Stai benissimo papà» dissi avvicinandomi a lui «Seratina romantica?»

«Grazie Tae mi sorrise «Sai, tua madre ha insistito tanto per uscire stasera. Quindi la porto in qualche bel ristorante. Tu stai uscendo?»

«Si, vado a trovare Seojoon» mi alzai dal divano «Adesso vado. Salutami mamma»

«Lo farò, se magari si sbriga a scendere» disse ridendo.

«Beh, sai com'è fatta. Ci tiene ad apparire sempre perfetta» gli sorrisi.

Indossai il cappotto e un cappuccio ed uscì di casa salutando mio padre con un gesto della mano.

L'aria era fredda, e quella brezza mi accarezzava il viso. Alzai la sciarpa fino al naso per coprirmi. Non volevo beccarmi il raffreddore. Fuori si gelava.

Era una serata abbastanza fredda, ma nonostante questo le strade erano affollate di gente. Era sabato sera e non importava a nessuno se fuori ci fosse il gelo, la gente usciva comunque. Io compreso.

Arrivai davanti il palazzo in cui abitava il mio ragazzo. Chissà cosa avrebbe pensato se mi avesse visto lì. Quella sera avevamo deciso di non uscire perché lui doveva studiare per un compito importante, ma visto che era da un po' che non lo vedevo decisi ugualmente di andare da lui. Magari lo avrei aiutato a studiare.

Salii in ascensore e premetti il pulsante. Una volta che le porte furono aperte, mi pietrificai all'istante. Non riuscivo a credere a quello che stavo guardando.

Davanti la porta di casa di Seojoon, c'era lui impegnato a baciare un altro ragazzo. Erano stretti l'uno a l'altro e la sua lingua era ficcata nella bocca di quel tipo a me sconosciuto.

La rabbia invase il mio corpo. Avanzai velocemente verso i due e allontanai con forza il ragazzo da Seojoon. Lo colpii con così tanta violenza da farlo cadere pesantemente sul pavimento.

Mi girai verso quello che fino a qualche secondo fa era il mio ragazzo. Esatto, era, perché per me era già morto. Lo presi per il colletto della maglia e lo spinsi con forza contro il muro. Lui mi guardava terrorizzato, sapeva di aver appena fatto incazzare la persona sbagliata. Alzai la mano stretta in un pugno e lo colpii su quella faccia da coglione che si ritrovava.

«SEI UNA MERDA SEOJOON» lo colpii un'altra volta «ORA CAPISCO IL MOTIVO DI TUTTE QUELLE CAZZATE»

Stavo urlando in maniera incontrollabile, non mi importava se i vicini avrebbero sentito. In quel momento ero troppo incazzato e avrei solo voluto picchiarlo. Fanculo la gente.

«Non è come pensi Taehyung» cercò di scusarsi, ma con quale coraggio poi? Non ero mica un coglione e di sicuro non avevo le allucinazioni.

«Ah no? E com'è sentiamo»

Lui abbassò subito lo sguardo. Non riusciva neanche a guardarmi negli occhi. Sapeva di aver fatto una cazzata e non aveva scusanti. Quanto cazzo è stronzo.

«Io...» provò a dire qualcosa, ma lo bloccai subito.

«TU UN CAZZO» lasciai andare con forza il colletto della maglia sbattendolo ancora una volta al muro.

Don't hate me. Love me. ~ KOOKVDove le storie prendono vita. Scoprilo ora