capitolo 33

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POV’S LUKE
Ieri le prove con Angel sono state grandiose, lei poi era bellissima con la mia felpa, non l’ho mai data a nessuno, ma non c’è una precisa spiegazione. Ricordo che Michael me la chiedeva spesso. 
Vabbé, vado in cucina
Io: papà, pranzi qui?
Papà: sì, ti va una bistecca di tacchino?
Io: sì
Papà: tra poco inizio a cucinare – annuisco e torno in camera. Sento il cellulare vibrare, così lo sblocco per vedere chi mi ha scritto
Angel: mio padre non viene ... – COSA? Non può essere … sento come se un grosso macigno mi sia appena catapultato addosso, sono sconvolto, starà malissimo, lei ci teneva così tanto. Le chiedo come sta e le offro aiuto nel caso volesse sfogarsi con qualcuno. Dopo alcuni minuti, sento papà chiamarmi così vado a pranzare. Mentre stavo finendo di mangiare, sentiamo il telefono di casa squillare, papà alza gli occhi al cielo 
Papà: sempre le solite pubblicità, potresti rispondere tu e dire che non ci sono?
Io: e va bene – poso le posate e vado a rispondere al telefono – pronto
X: buongiorno, sei Luke Hemmings? – cosa? Chi è? Come fa a conoscermi?
Io: ssì
X: bene, io sono la mamma di Angel – strabuzzo gli occhi, perché mi sta telefonando? È successo qualcosa di grave? 
Luke: cos è successo?  - nella mia tonalità di voce si potevano sentire bene confusione e paura
Sig.ra Thompson: cercherò di raccontarti la storia in breve. Oggi doveva arrivare mio marito a trovarci, ma l’hanno chiamato ieri sera e gli hanno detto che doveva lavorare. Angel appena l’ha saputo era distrutta e, dopo aver pranzato è uscita senza dirmi dov’era diretta, è lì con te?
Io: no, quanto tempo fa è uscita?
Sig.ra Thompson: sarà passata mezz’ora. Non ti ha neanche scritto?
Io: ehm … mi ha mandato prima un messaggio con scritto che suo padre non veniva più, ma solo questo – lei rimane in silenzio, era chiaro che non se l’aspettava – ma adesso corro fuori a cercala
Sig.ra Thompson: io devo rimanere a casa
Io: meglio, nel caso ritorni. Avvertirò anche gli altri e chiederò aiuto anche a loro, non si preoccupi, la cercheremo fino a domani se sarà necessario 
Sig.ra Thompson: d’accordo, ti ringrazio
Io: si figuri – riattacco, solo dopo mi accorgo di averle dato del ‘lei’, quando mi ha chiesto di dalle del ‘tu’. Pazienza, è la cosa che meno mi interessa al momento
Papà: chi era?
Io: la mamma di una mia amica, ha detto che è scomparsa e voglio uscire e cercarla
Papà: fai bene, finisci di mangiare prima, sennò dopo svieni – prendo i pochi pezzi che mi restavano sul piatto e avverto gli altri sul gruppo, non ho tempo di telefonarli, tanto sono tutti online. Mi rispondono subito fortunatamente e si aggregano alle mie ricerche, solo che decidiamo di lavorare singolarmente. Prendo la giacca e faccio per uscire, quando mi viene in mente quando, una settimana fa, ero andato al salone degli zii di Angel e loro mi hanno detto alcune sue particolarità. Mi hanno confessato che, quando Angel è triste, canta, così corro in camera per prendere la chitarra acustica, la metto all’interno del bagagliaio e parto. Non ho la minima idea di dove può essere, Ashton è ancora a lavoro, accosto e lo chiamo
Ash: dimmi Luke, hai notizie di Angel?
Io: no, volevo chiederti se potevi usare il microfono che di solito usano le commesse per fare un annuncio e chiamare Angel. Se è lì, verrà. Sarebbe una perdita di tempo controllare l’intero negozio
Ash: lo faccio subito, ti mando un messaggio tra un po’, intanto controlla qualche altra zona
Io: sì – riattacco e lascio comunque il telefono vicino a me sul sedile accanto. Dopo 10 minuti arriva la sua chiamata, Angel non era al negozio. Merda. Dove posso andare? Se fossi distrutto dal dolore e non conoscessi bene il posto io andrei … cazzo, non ne ho idea. Non riesco a pensare, sono troppo agitato. Decido di gironzolare con la macchina a caso per Bundeena, lo faccio per un’ora, ma non la trovo. Pensa Luke, attiva quella merda che ti ritrovi al posto del cervello! All’improvviso la mia faccia diventa più cupa e preoccupata, e se ha preso l’autobus e fosse andata a Sydney? Ce l’aveva l’abbonamento? Beh, i controllori non ci sono sempre, si può viaggiare anche senza, te la scampi se sei fortunato. Accelero e vado verso la stazione degli autobus nel magazzino dove si lasciano quando non vengono guidati. Là c’è sempre un addetto ai controlli, potrà aiutarmi. Arrivo a destinazione, scavalco il cancello e corro verso l’uomo
Io: mi scusi, so che non sono autorizzato a stare qui, ma nessuno sa dov’è una mia amica. Volevo chiedere a lei se può, per piacere, accendere l’auricolare, o quello che usate voi, per chiedere a tutti gli autisti in servizio adesso, se l’hanno vista
X: ehm, d’accordo. Parlaci tu perché io non so chi sia questa ragazza – annuisco e lui mi accende l’auricolare, inizio a spiegare brevemente la storia e descrivo Angel, ma nessuno l’ha vista oggi. Di recente nessuno ha fatto cambio turno, quindi posso essere quasi certo che Angel non ha preso l’autobus. Sono le 15:30, vuol dire che Angel è da qualche parte da sola da due ore. Potrebbe esserle successo qualsiasi cosa … no, non posso permetterlo. Dove potrebbe essere? DOVE!? Cazzo. Nella mia mente c’è il vuoto, l’idea di Angel distesa a terra ferita mi sfiora, rabbrividisco e cerco di scacciare quel pensiero. Nono, sta calmo Luke, guardo le mie braccia e noto la pelle d’oca. Monto velocemente in macchina, ma prima di metterla in moto, mi prendo qualche minuto per calmarmi, rischio di fare incidenti con tutta questa tensione. Telefono i ragazzi e loro non l’hanno ancore trovata, porca troia. Sento gli occhi bagnarsi, sospiro e mi asciugo le lacrime con la manica della mia maglia. Dove potrebbe essere cazzo? Aspetta, forse è con Carina. Ma come faccio a prendere il suo numero? Vero, Nico è cugino di una compagna di Angel, posso chiedere se il numero di Carina può fare un giro e raggiungere me. Prendo il telefono e chiamo Nico
Nico: hey amico
Io: ciao, scusa, ma non c’è tempo. Tu sei il cugino di una ragazza di 3B, vero?
Nico: sì, Isabella
Io: sì, potresti chiederle di darti il numero di Carina e poi tu lo passi a me?
Nico: perché?
Io: lunga storia, ma è urgente – non voglio diffondere troppo la notizia di Angel, cioè sono affari nostri
Nico: ehm …
Io: ti faccio i compiti per tre giorni, se lo fai subito
Nico: ok, le scrivo subito, aspetta – riattacca e io tiro un sospiro di sollievo, doppia razione di compiti per tre giorni … vabbé, non importa, lo farò per Angel. Dopo qualche minuto il cellulare mi avverte di un messaggio
Nico: contatto – grande! Lo salvo in rubrica e chiamo anche Carina, finirò sicuramente i minuti oggi
Carina: pronto?
Io: ciao, sei Carina?
Carina: sì, tu?
Io: Luke, di quinta
Carina: l’amico di Angel, giusto?
Io: sì, ti ha parlato di me? Ah, non importa, ti ho chiamato per chiederti se lei è lì con te o se oggi l’hai vista
Carina: no, io sono da mia zia da questa mattina, non mi sono mossa, quindi non ho visto nessuno. Comunque sì, mi ha parlato di te – sorrido leggermente per l’ultima cosa che mi ha detto, ma l’agitazione non molla
Io: va bene, grazie, ci vediamo a scuola
Carina: sì, ciao – riattacco e mi copro il viso con le mani per cercare di calmarmi respirando profondamente. Ma che coglione! Posso scrivere ad Angel direttamente, non credo risponda se la telefono, apro whatsapp e inizio a digitare mandandole vari messaggi
Io: Angel, come stai?
Io: ho sentito che sei uscita, vuoi che ti raggiunga?
Io: ti prego rispondi, mi sto agitando
Io: ho paura ti succeda qualcosa di brutto, ti prego, dimmi dove sei
io: cazzo … - mi sento perso, vulnerabile, strano. Non mi sono mai sentito così, sento come se stessi perdendo tutto, non c’è modo per farmi stare meglio, solo lei, Angel. È incredibile, ci conosciamo solo da una settimana, ma la sua importanza per me è cresciuta giorno dopo giorno, con lei mi sento a mio agio. Prima di conoscerla, a volte mi rattristivo anche senza un preciso motivo e rimanevo così per diversi giorni, non l’ho mai detto a nessuno, certo, non posso andare in giro a dire “hey amico, oggi sono triste, ma non saprei spiegare il perché”. Cioè, è da idioti, anche Calum, con cui si può parlare di tutto e lui cerca ogni soluzione per aiutarti perché è un tipo veramente serio e intelligente, penserebbe male. Andrei da lui per ogni cosa, Ashton non sa tenere tanto i segreti e spesso li prende come un gioco, a volte invidio la sua allegria. Michael invece è un ragazzo che non si fa molti problemi, né per lui e né per gli altri. È come se vivesse al momento. Io invece sono così complicato, come il cubo di Rubik, ma c’è gente che riesce a risolverlo in qualche secondo e questa persone per me è Angel. Farei di tutto per lei. Sospiro e metto in moto la macchina, non ho la minima idea di dove andare, ma il telefono è sempre vicino a me nel caso risponda. In un’ora e mezza, la cerco al parco, al campetto, al negozio, in piscina, anche se non ha senso che stia lì. Oggi ho mosso la macchina per tantissimo e i giri che ho fatto sono stati veramente lunghi, mi fermo al distributore più vicino per riempirmi il serbatoio quasi vuoto di benzina. Mentre aspetto che si riempia, mi viene in mente una cosa. Che stupido che sono stato, un vero coglione. Al mare, Angel è al mare. Anch’io vado là se c’è qualcosa che non va, ero talmente agitato che non ho pensato alla cosa più ovvia. Incito il serbatoio a riempirsi in fretta, anche se è da idioti, e corro a pagare la benzina, poi monto in macchina, e senza perdere altro tempo, sfreccio verso l’entrata del mare di Bundeena.

The Only Reason || Luke Hemmings - 5 Seconds Of SummerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora