Fotografie (Klance)

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Lance e Shiro erano seduti sul divano dell'appartamento che Lance condivideva con Hunk e Keith e stavano sfogliando un vecchio quaderno con un interesse che Lance riservava a pochissime cose.
-Ciao.- La voce di Keith fece sobbalzare Lance sul divano. -Non credevo di essere così brutto.- Continuò in tono piatto Keith mentre si avviava in cucina.
-Cosa? No! E' solo che... Ero sovrappensiero. Tutto qui!- Lance si sporse dal divano per farsi vedere da Keith che, però, non lo stava guardando.
-Guarda questa.- Bisbigliò Shiro indicando qualcosa sul vecchio quaderno che reggeva tra le mani e l'unica cosa che uscì dalla bocca di Lance fu un "Aww" in un tono così melenso che Keith si sentì salire il diabete.
-Cosa guardate?- Chiese avvicinandosi mentre reggeva in mano un bicchiere d'acqua fresca. 
-Ricordi Miss Purple?- Chiese Shiro scrutando attentamente il viso di Keith, stava rivangando nel suo passato senza che lui gli avesse dato il permesso e se ne rese conto solo in quell'istante e si sentì tremendamente sporco per quel motivo.
-Certo. Una delle educatrici dell'orfanotrofio.-
-Beh mi ha fatto arrivare una scatola piena di tue vecchie foto, di quando eri piccolo.- Disse il maggiore girando il quaderno verso il corvino.
Gli occhi di Keith si dilatarono in un'espressione sorpresa e malinconica, Lance notò chiaramente che la presa di Keith sul bicchiere era diventata più forte, tanto da fargli quasi sbiancare le dita.
Non uscì una sola parola dalla bocca del corvino, solamente allungò una mano verso le foto e la fermò a mezzaria, prima di ritirarla come se si fosse scottato.
-E poi... Ha messo anche questo nella scatola.- Disse Shiro estraendo un vecchio peluche a dorma di ippopotamo vecchio e rovinato, ma comunque carino.
Gli occhi di Keith si velarono appena, diventando lucidi e stranamente acquosi.
Nuovamente Keith tese la mano e Shiro gli porse il pupazzetto che il moro strinse tra le dita prima di portarselo vicino a petto e cominciare a guardarlo.
Erano anni e anni che non vedeva quell'oggetto, era stato uno dei suoi pochi giocattoli all'orfanotrofio, una di quelle cose a cui si era affezionato e che gli aveva dato sicurezza in quei terribili momenti di solitudine e paura.
-Posso... Vederle?- Chiese indicando il quaderno che Shiro aveva ancora in mano.
-Oh... Certo, tieni.-
Keith appoggiò il bicchiere sul tavolino e ci si sedette accanto, lo sguardo perso tra quelle foto di quando era piccolo, mentre un sorriso triste e nostalgico gli increspava le labbra.
Lance lo guardava attentamente; vide in Keith, forse per la prima volta, un lato fragile, lo vide indifeso, solo, aveva guardato quelle foto insieme a Shiro e in poche sorrideva e in quasi tutte era solo. 
Lance, mentre lo guardava osservare le foto, fu felice di essere lì, insieme a lui; si sentì fortunato ad averlo accanto, ad avere la sua fiducia, ad avere un posto riservato nel suo cuore che era stato ferito così tante volte che lo stesso Keith ne aveva perso il conto.
-Come mai te le ha mandate?- Sussurrò mentre si concentrava su una foto in cui era ritratta anche Miss Purple.
-L'avvocato ha detto che Miss Purple soffre di Alzheimer e di un carcinoma all'ultimo stadio e che, alla sua età, non possono più fare nulla.-
-Oh...- Il viso di Keith si contrasse in una smorfia di dolore. -Ma non hai risposto.-
-Sempre l'avvocato ha detto che tra il suo farneticare ha chiesto di farti dare queste... Che l'unica cosa di cui era certa era che tu dovessi averle... Ma non ricordava come si scrive il tuo cognome e così ci ha messo il mio.-
-E lei...-
-E' morta due giorni fa.-
Una lacrima scivolò lungo il viso diafano di Keith, una lacrima solitaria che si ritrovò ad infrangersi contro le labbra del ragazzo.
I suoi occhi scuri rilasciavano una tristezza fioca, un dolore che Lance credeva di sentire su se stesso e che, nonostante non fosse il suo, non riusciva a sopportarlo.
Lentamente si sporse in avanti e fece scontrare dolcemente le proprie labbra con quelle di Keith che, dopo un attimo di stupore, si abbandonò a quel bacio.
Shiro sorrise, vedendo che quel ragazzo che riteneva come un fratello minore aveva finalmente trovato qualcuno che lo amava con tutto se stesso e sopra ogni cosa, una persona a cui si era concesso in tutto e per tutto, raccontandogli anche cose che mai avrebbe rivelato a nessuno.
-Sono delle belle foto.- Disse Lance.
-Già... Belle foto.-
-Eri davvero carino da piccolo.- Continuò Lance con tono dolce.
Keith ridacchiò sommessamente.
Ripensò a tutto quello che aveva passato in quel posto, a tutto l'affetto che Miss Purple gli aveva riservato e, per la prima volta dopo anni, si era ritrovato a pensare a dei momenti belli che aveva passato con lei, lei che gli aveva chiesto di credere nell'amore nonostante tutto, lei che gli aveva dato il coraggio di continuare e che l'aveva spinto a dare il meglio, supportandolo quando a diciotto anni decise di entrare al Garrison Collage, lei che, involontariamente, lo aveva spinto a conoscere Lance che gli aveva migliorato la vita.
La ringraziò mentalmente.
Era ciò che era anche e soprattutto grazie a lei.
-Keith, tutto bene?- Lance gli sfiorò il viso con le dita, erano bollenti.
-Sì.-
-Perchè piangi?- La voce di Lance era preoccupata.
Keith, così preso dai propri pensieri, non si era neanche accorto di aver cominciato a piangere, velocemente si asciugò le lacrime e sorrise.
-Sto bene. Per davvero.- 
Questa volta fu lui a sporgersi verso il moro e a far combaciare le proprie labbra con quelle di Lance.
Si ritrovò a sorridere mentre baciava Lance, perchè mentre baciava lui stava anche baciando tutte le poche cose belle che la vita gli aveva offerto fino a quel momento, ma sapeva che, baciando Lance, stava baciando il proprio futuro, perchè anche se non lo avrebbe mai ammesso, in Lance vedeva la sua unica possibilità di essere felice e di sentirsi al sicuro.
-Dunque, anche il nostro Keith ha un cuore tenero in fondo.- Si ritrovò a ridacchiare Lance mentre teneva la propria fronte appoggiata a quella nivea di Keith.
-Azzardatevi a dirlo a Pidge e mi ritroverò costretto ad uccidervi.- Disse Keith guardando poi anche Shiro.
-Sono come una tomba.- Disse Shiro sorridendo e alzando le mani in segno di resa.
I tre risero, sollevati e felici.


Keith Kogane, 23 ottobre 2003, quinto compleanno

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Keith Kogane, 23 ottobre 2003, quinto compleanno.  

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