Io sì. (Hint Klance - Klance) [Post Non ti merita]

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Keith e Lance si stavano urlando contro ogni genere di insulto che passasse anche solo per l'anticamera del loro cervello mentre Shiro stava cercando di trovare un modo per mediare tra i due senza che si sbranassero a vicenda come due cani chiusi in gabbia.
-Keith, ti prego, ragiona!- Stava dicendo Shiro in quell'esatto momento, gli occhi di Keith si inasprirono ancora di più.
-Io dovrei ragionare? Prova a far ragionare lui che ha le capacità cognitive di uno straccio bagnato!- Gridò il corvino riferendosi chiaramente a Lance.
-Io? Oh tu quando fai così sembri un'infermiera isterica!- Gridò in risposta il cubano nonostante si trovasse si e no a cinque passi di distanza.
Lance e Keith si guardarono in cagnesco, c'era solo Shiro a separare i loro corpi che, anche solo con la minima scintilla, si sarebbero innescati e avrebbero cominciato a darsele di santa ragione.
-Ora voi due vi sedete e state anche zitti!- Sentenziò Shiro spingendo Keith per le spalle su una sedia e poi facendo un brusco cenno verso Lance che fece la stessa cosa. -E mi spiegate anche cosa diamine sta succedendo!-
Keith e Lance si squadrarono da lontano, come a sfidarsi a chi avrebbe parlato per primo.
-Tu non capisci assolutamente nulla.- Disse Lance quasi scoppiando a ridere, una risata isterica e nervosa che lasciò Shiro basito e Keith con ancora più rabbia a crescergli nel petto.
-Io non capisco nulla? Mi ha lasciato per colpa tua!- Ringhiò Keith di rimando.
Lance lo guardò quasi come se volesse dei complimenti. -E ti lamenti? Quel tizio è un puttaniere e sì, lasciatelo dire, eri solo la sua puttana.- La voce di Lance era estremamente seria e quelle parole ferirono Keith.
-Cosa?- Chiese in un sussurro a mala pena udibile.
-E sì, per tua informazione lo conosco. Lo conosco bene, abbastanza da poter affermare ciò che ho detto.- Lance incrociò le braccia al petto.
-Non capisco.- 
Lance guardò Keith che, per qualche motivo, aveva perso tutta la sua rabbia e ora sembrava di nuovo un bambino sperduto, solo, indifeso.
-Non ha mai fatto altro che usarti e questo solo perchè io...- Lance si zittì da solo.
-Tu cosa? TU COSA?- Quasi gridò il corvino.
Lance prese un profondo respiro. -Io e lui, sei mesi fa eravamo fidanzati, ok? Ok. E poi ad un certo punto mi sono detto, ehi ma quel tipo non mi piace, mi piace X, e allora ci ho parlato, gli ho detto di X e lui mi fa, perfetto, allora sta sicuro che ti rovino la vita. E lo ha fatto. LO HA FATTO! Mi ha portato via l'unica persona di cui mi importava davvero e tu ora sei qui a gridare contro di me invece di prendere a calci lui. Complimenti Keith, ti va il premio come miglior idiota dell'anno. Del secolo anzi.- Lance disse tutto così in fretta che Keith quasi faticò a restargli dietro, ma alla fine rimase in silenzio.
Lance aveva smesso di guardarlo, avrebbe solo voluto sprofondare in un'enorme fossa profonda otto piani e rimanere spiaccicato lì a contemplare l'infinito insieme a Leopardi.
-Tu cosa?- Sussurrò Keith.
-Te l'ho detto. Te l'ho appena detto.- La voce di Lance era priva di energie, come se quel monologo sputato fuori poco prima gliele avesse prosciugate tutte.
-Come ti ha rovinato la vita?- Chiese Keith suscitando una risata da parte di Lance.
-Sei proprio ingenuo sai Mullet.- Sospirò. -Mi ha portato via l'unica persona che avevo finalmente capito di amare.- E poi fece un gesto vago, ma neanche troppo, verso il corvino che si indicò da solo puntandosi un dito al petto. -Già idiota. Proprio te.- Disse alla fine il cubano.
-Perchè te ne sei andato allora.- Non era una domanda, era un'accusa.
Lance sospirò, aveva fatto una cosa orribile e terribilmente alla Keith. -Potrei, e dico potrei, averlo picchiato.- Biascicò Lance.
Keith saltò in piedi. -Tu cosa?- 
-Oh la puoi piantare di dire "tu cosa"?- Si lamentò Lance.
-Lance...-
-Non puoi farmi la predica Ok? Tu le fai di continuo delle cose insensate tipo attaccare briga per qualsiasi cosa. Una volta che la faccio io non puoi dirmi nulla.- Si lamentò ulteriormente il cubano.
Keith ridacchiò, una risata divertita.
-Avrei voluto esserci.- Sussurrò.
-Eri troppo occupato ad avercela con me.- Lo rimbeccò il cubano.
Keith assunse un'espressione triste, non addolorata come poco prima, mentre pensava a Michael, ma delusa, probabilmente era deluso di se stesso, per essersi comportato in quel modo così infantile.
-Grazie Lance, per tutto. Davvero, mi dispiace.- Disse abbassando appena lo sguardo. -La prossima volta che faccio una cosa del genere puoi prendermi a schiaffi, me lo merito.- 
Lance si alzò e si avvicinò al corvino.
Lance sapeva alla perfezione quanto Keith odiasse il contatto fisico, ma lo abbracciò ugualmente, e rimase sorpreso quando il corvino non si ritrasse ma, pur non ricambiando la stretta, appoggiò la testa sulla sua spalla, lasciandosi cullare da quel silenzio che si era creato.
-Facciamo che la prossima volta che fai qualcosa di stupido ti abbraccio fino a quando non ti passa la voglia di farla?- Chiese Lance a metà tra il serio e l'ironico.
-Allora mi sa che inizierò a fare un sacco di cose stupide.- Disse Keith in un sussurro a pochi centimetri dall'orecchio di Lance.
-Oh e io allora ti abbraccerò molto, molto più spesso, fino a farti venire la nausea.- Disse Lance stringendo un po' la stretta attorno al corpo di Keith.
Lance, forse per la prima volta, si rese conto di quanto fosse effettivamente gracile il corvino. Certo, era il miglior pilota dell'Accademia, ma era anche certamente il più esile, dopo Pidge, anche se lei non contava, tecnicamente era una ragazza anche se faceva quelle cose da "veri duri" come pilotare una navicella.
-Dunque pace fatta.- Sussurrò Lance.
-Pace fatta.- Rispose Keith che, però, non sembrava intenzionato ad allontanarsi e così rimasero immobili mentre Shiro li osservava incuriosito dalla cucina.
"Due idioti. Possibile che serva sempre arrivare ad urlarsi contro per sistemare le cose?" Pensò scuotendo la testa mentre un leggero sorriso si dipingeva sul suo viso.

Per tutti coloro che se lo stessero chiedendo: No, Keith e Lance non si fidanzarono, non subito almeno.
Keith sentiva il bisogno di tempo, per capirsi e per ricominciare ad amare qualcun altro e se stesso.
Lance, be' Lance era la pazienza fatta a persona, la dolcezza in persona, e lasciò tutto il tempo necessario a Keith, lo fece sentire amato e protetto e, solo dopo diversi mesi, trovarono il coraggio di dirsi ufficialmente in faccia che si piacevano.
Solo dopo mesi Keith si rese chiaramente conto che Lance McClean non era Michael Klint e che mai lo avrebbe fatto soffrire.
I loro litigi continuarono, litigavano sempre, per ogni cosa, ma alla fine si guardavano, ridevano e, se proprio erano in vena, si baciavano, facendo crescere nel petto di tutti coloro che li guardavano un enorme e tenero calore.
Lance e Keith erano felici, insieme.
Erano uno la cosa più importante dell'altro anche se nessuno dei due sarebbe stato capace di spiegarne il motivo a voce, perchè l'affetto che provavano l'uno per l'altro andava ben oltre le parole, era qualcosa al di sopra di ogni condizione umana, era qualcosa di così lontano e perfetto che niente avrebbe potuto scalfirlo, neanche le continue prese in giro, i litigi e le prese di posizione potevano nulla contro l'amore. Il loro amore.

Una Vita Insieme || KlanceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora