Tutta la notte (Hint Klance) [Post Per un Frappè]

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Lance si aspettava molto peggio dagli appartamenti di quel quartiere. Il South Side era da sempre il quartiere più malfamato della città, eppure in quell'appartamento tutto sembrava normale.
-Scusa... Io e Shiro... Non siamo ottimi casalinghi.- Disse togliendosi i pesanti anfibi subito dopo essere entrato nell'appartamento.
Lance si tolse le converse colorate e sorrise.
-Noi a casa siamo in sette, sono abituato a molto peggio.- Disse.
Keith annuì e gli fece cenno di seguirlo lungo un corridoietto con tre porte. Entrarono nell'ultima e l'atmosfera era completamente cambiata. Lì si che si vedeva tutta l'anima cupa del South Side.
Lance ne rimase quasi affascinato, i mobili erano di un nero lucido, così come gli oggetti che vi erano sopra, le coperte del letto erano viola così come le pareti e le tende erano scure, forse nere.
-Che c'è?- Chiese Keith vedendo che Lance era immobile a guardarsi attorno.
-E' tutto così... Dark...-
-Già.-
Keith si sedette sul letto, ricoperto solo da un leggero lenzuolo e una coperta di cotone piegata in fondo al letto.
-Comunque.- Iniziò Lance. -Vivi qui con Shiro?-
-Sì.-
-Che è tuo fratello.-
-Sì.-
-Ma non avete lo stesso cognome.-
Keith lo guardò interrogativo. -Sai come faccio di cognome?-
-Certo. Kogane. No?- 
Lance aveva appena fatto vedere all'unica persona che non doveva saperlo che sapeva tutto di Keith. 
-Sì.- Rispose solamente il corvino.
-Come mai proprio motociclisti?- 
Keith si strinse nelle spalle e a Lance sembrò che la risposta fosse "Sono nato qui, è nel mio DNA essere così, non l'ho scelto".
Lance annuì, come se stesse appuntando a mente la risposta e andò a sedersi sulla sedia girevole accostata alla scrivania.
-Devi raccontarmi.-
-Vuoi saperlo davvero?-
-Certo.-
Keith si mise più comodo tra le lenzuola e gli fece cenno con la mano di iniziare a raccontare e Lance si fermò per un attimo di troppo a fissare quelle dita pallide fasciate dai guanti neri del ragazzo. Quanto avrebbe desiderato toglierglieli lui stesso.
-Oh beh ecco... E' successo alcuni anni fa, sai no, quando iniziano a piacerti le ragazze e inizi a guardarle ogni volta che ne hai la possibilità, ma poi ti rendi conto di non avere speranze perchè tutti i tuoi amici si fidanzano e tu invece resti lì immobile a guardarli e, quando capita che una ti ricambia, alla fine la molli perchè non ti ispira e... Niente... Nell'ultimo periodo c'è una persona che mi interessa ma a lei non interesso neanche da lontano.-
-Glielo hai chiesto?-
-No!- Quasi lo urlò. -Se glielo chiedessi mi spedirebbe al creatore prima di subito!-
-Non puoi saperlo.-
-Oh tu non ne hai idea. E' troppo tosta per abbassarsi a certe cose.- Disse Lance quasi con dispiacere. -Troppo tosto per abbassarsi a me...- Disse appoggiando la schiena alla sedia e congiungendo le mani sul grembo con aria stanca.
-E' un ragazzo?-
-Come fai a saperlo?- Chiese il cubano saltando sulla sedia mentre i suoi occhi si riempivano di disperazione.
-Lo hai detto tu. "Troppo tosto per abbassarsi a me". Un attimo fa.-
-Oh... Non ci aveva fatto caso.-
Keith scrollò le spalle con molta tranquillità.
-Dovresti dirglielo.-
-Oh... Detto da uno che ama più la sua moto di se stesso è ironico.-
Keith lo guardò con indifferenza. -Comunque, questo non spiega perchè non sei con i tuoi amici.-
-Perchè loro stanno facendo cose che è meglio non raccontare con i loro partner.-
-Tu potresti farlo con qualcun altro che c'è alla festa in spiaggia.-
-Sì ma se ti piace qualcuno non vai in giro a farti tutti gli altri.-
-Ma se non state insieme non è tradimento.-
Lance lo fissò per un attimo, Keith si era steso sul letto e aveva lo sguardo fisso sul soffitto, il suo addome si alzava e abbassava con regolarità, era tranquillo, dannatamente tranquillo.
-Tu? Perchè non sei a farti qualcuna alla festa?-
-Lo hai detto poco fa. Amo le moto.-
-Va bene, ma una ragazza, per una sera, sono sicuro che la tua moto non si ingelosirebbe per una cosa del genere.-
-E' complicato.-
-Citando ciò che hai detto tu poco fa, abbiamo tutta la notte.- Ridacchiò Lance.
Keith sospirò e si tirò a sedere.
-Devi promettermi che non scapperai.-
-Spara.-
Keith aveva quasi sperato che Lance gli dicesse che non poteva prometterglielo e si trovò a fissare il pavimento ai piedi di Lance cercando di capire se era il caso di dirgli la verità, a lui, "l'amico di una notte", ad andar bene non si sarebbero più parlati per anni.
Sospirò ancora.
-Non mi piacciono le ragazze.- Sussurrò.
-Lo so.- Disse Lance pensieroso. -Hai detto che preferisci le moto.-
-No. Non mi piacciono e basta.-
Il viso di Lance si contrasse in una serie si smorfie che spaventarono Keith come poche cose al mondo erano state in grado di fare.
-Senti... Fa come se non ti avessi detto nulla, okay?- Disse Keith iniziando ad agitare le mani quasi convulsamente.
Il viso del cubano, però, si aprì in una sorriso enorme e si alzò in piedi, pochi attimi dopo Keith si ritrovava nuovamente sdraiato sul letto, con Lance quasi seduto all'altezza dello stomaco e un sorriso sul viso.
-Sei ubriaco? Ti riaccompagno a casa.-
Lance ridacchiò. -No. Però se non ti piacciono le ragazze posso fare questo senza che ti faccia troppo schifo.- Disse lasciandogli un bacio a fior di labbra.
-E... E la tua persona... Quella... Quella che non puoi tradire?- Keith stava davvero balbettando per la prima volta nella vita.
Lance ridacchiò nuovamente prima di lasciargli un altro bacio, un po' meno leggero del primo, sulle labbra.
Questa volta, però, non si fermò a rispondergli. Iniziò a baciargli i lati della bocca, poi ogni centimetro del viso e infine tornò sulle labbra, dove lasciò un bacio umido e tutt'altro che di caste intenzioni, poi riprese a muoversi, giù, lungo il collo niveo, intervallando baci umidi ad altri più asciutti, a leggeri morsi.
Keith avrebbe voluto dirgli di smetterla, che non era normale fare una cosa del genere, con qualcuno che non conosci e in quel modo, avrebbe voluto spingerlo lontano da lui e scappare, era davvero troppo vicino per i suoi gusti, ma al tempo stesso gli piaceva.
Gli piacevano le attenzioni che gli stava dando, gli piaceva il modo in cui gliele stava dando.
-Lance...-
-Shh.- Soffiò lui contro la pelle del corvino mentre una mano si avventurava sotto la maglia nera.
-Lance, ti prego... Non lo vuoi fare.- 
Keith gli fermò la mano e Lance drizzò la schiena e lo fissò negli occhi per qualche istante.
-Cosa ne sai tu di cosa voglio fare?- Keith non sapeva cosa dire e, come sempre, rimase in silenzio. -Sei tu che non lo vuoi.- Lance si liberò dalla mano del corvino e si alzò in piedi.
-Lance...-
-Ti faccio davvero così schifo?- Disse quasi gridando mentre Keith si alzava in piedi a sua volta.
-Non ho mai detto...-
-Lo hai pensato!-
-Cosa ne sai tu di cosa ho pensato?- Questa volta fu Keith ad alzare la voce.
Erano anni che non usava un tono di voce così alto e sorprese persino se stesso.
-Cosa ne sapete voi di cosa penso? Tutti fanno come te, lo sai Lance? Tutti mi guardano in faccia a credono di sapere a cosa sto pensando e invece non avete mai capito niente!-
Lance rimase in silenzio.
In effetti, dopo tutti quei mesi che lo fissava in continuo, di nascosto, ogni volta che gli era possibile, credeva di sapere tutto di lui.
-Credete che non me ne freghi niente, che non me ne sia mai fregato nulla. E vi sbagliate!- Gli occhi cominciarono a bruciargli, sentì la gola secca e i polmoni andare a fuoco nonostante non riuscisse a fargli arrivare tutto l'ossigeno di cui aveva bisogno. -Credete che sia un mostro, che non provi sentimenti. E invece ne ho provati così tanti da stare male.- 
-Keith...-
Il corvino fece un gesto con una mano, voleva farlo tacere.
-Non sapete cosa vuol dire essere abbandonati dai propri genitori e sentirsi dire da loro stessi che sarebbero stati meglio senza di te. Non lo sai. E non sai neanche che cosa vuol dire essere soli, abbandonati a se stessi, non avere nessuno che ti aiuti. Non lo sai. E fa male. Fa malissimo!-
La voce di Keith si era affievolita sempre di più, fino a diventare un sussurro. 
Aveva il viso rivolto a terra ma Lance poteva vedere le lacrime che scendevano lungo la pelle candida, i pugni chiusi lungo i fianchi.
-Nessuno mi ha mai chiesto cosa penso, Lance. Nessuno.- Sussurrò ancora. -Mi ha dato fastidio ciò che hai fatto non perchè mi fai schifo, ma perchè non me lo hai chiesto.- Keith si asciugò in fretta le lacrime e gli diede la schiena, girandosi verso il letto. -Comunque, puoi andartene, ma non farne parola con nessuno.-
La voce di Keith era tornata normale, fredda e distaccata, e fece quasi paura a Lance.
-Keith, mi dispiace.-
Non si mosse, non mosse un solo muscolo, ma sperò che se ne andasse da solo e in fretta, non voleva scoppiare a piangere di nuovo davanti a lui.
-Keith.-
Lance fece un passo avanti e poi un altro ancora, gli arrivò a meno di un passo dalla schiena, Keith poteva sentire il calore del suo corpo anche da quella distanza.
-Posso abbracciarti?- Chiese.
E il suo tono era così gentile, così dolce, così estraneo a Keith che si ritrovò ad annuire quasi senza volerlo e fu allora che Lance lo fece girare e gli circondò le spalle con le braccia.
Il corpo di Lance era caldo, come se dentro di lui ardesse un fuoco inestinguibile, e stava passando quel calore anche a Keith, che per qualche motivo si ritrovò a piangere contro la spalla di Lance che, con molta tranquillità e naturalezza, gli carezzava la schiena e continuò fin quando i singhiozzi non smisero completamente.
Restarono così, abbracciati, sdraiati sul letto di Keith, per tutta la notte.



Angolo me
Giuro che prima o poi scriverò una FF in cui non soffre nessuno, ma non è questo il giorno. 
Probabilmente quel giorno non è neanche domani... O la prossima storia... O quella dopo ancora... Ma arriverà... Spero.

Baci

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