Keith aveva fatto l'ennesima cavolata per colpa dello stesso ragazzo, si erano lasciati in malo modo, bruscamente, lo aveva trovato a letto con un altro e, come quasi ogni sera da quella notte, per colpa sua si era ritrovato al bar vicino al suo appartamento.
Il corvino non reggeva bene l'alcol, anzi, non lo reggeva affatto.
Dopo il primo drink cominciava già a girargli la testa ma ormai quel dolore lancinante gli piaceva, gli dava sollievo, era per lui l'equivalente di infliggersi profondi tagli sulle braccia, solo che lui usava l'alcol.
Aveva la testa poggiata sul bancone del bar, gli occhi chiusi a causa del fastidio provocato dalle luci stroboscopiche che si riflettevano in ogni angolo del locale.
Rimase così per un po' la testa vuota e leggera era in netto contrasto col suo stomaco che era in ebollizione a causa di tutti quei liquidi che aveva bevuto.
Una mano gli si poggiò sulla spalla e lo costrinse ad aprire gli occhi.
-Forza Keith, ti riporto a casa.- Disse.
La voce era stanca, non come quella di un padre che rimprovera ma come quella di un fratello che non ha potuto impedire una disgrazia.
Shiro lo riportò al suo appartamento e dopo essersi assicurato che si fosse fatto una doccia lo fece distendere a letto, su un fianco, la sua più grande paura era che soffocasse a causa del suo stesso vomito, che perdesse la vita per una sciocchezza del genere, per un idiota come quel tale.
Passò la notte accanto a Keith che, dopo aver chiuso gli occhi, non si mosse di un solo centimetro fino a quando il sole non cominciò a sorgere.
Shiro si svegliò, gli doleva il collo e gli si erano addormetati un braccio e una gamba, si stiracchiò notando che Keith non dava cenno di volersi svegliare mentre invece Lance e Hunk si stavano già preparando. Entrambi i suoi coinquilini sapevano di quello che andava a fare ogni sera e cercavano di aiutarlo come potevano, ma Keith non era uno che accettava di essere aiutato.Quel pomeriggio Lance tornò a casa, aveva un enorme sorriso stampato sul viso e un passo baldanzoso, Shiro era ancora al loro appartamento e quindi il cubano dedusse che ci fosse anche Keith.
-Come mai tutta questa felicità?- Chiese il maggiore.
-Oh... Mia sorella ha detto che la prossima settimana Ben e Joy vengono a trovarci!- Disse mentre un fremito di entusiasmo gli attraversava il corpo.
-Sono contento.- Rispose Shiro con un sorriso sincero.
-Keith?- Domandò quinci Lance.
Il maggiore fece un breve cenno col capo e gli occhi di Lance si spostarono sul divano del salotto.
Lance andò a sedersi accanto a lui e stiracchiò le gambe indolenzite dalla fatica causata dall'intenso allenamento del pomeriggio.
-Cosa mangi?- Domandò incuriosito il cubano.
Keith lo fissò per qualche attimo con gli occhi vuoti. -Parmigiana...- Disse Keith infilandosi una forchettata in bocca.
Lance scrutò per un attimo la teglia che il corvino teneva sulle ginocchia. -Sono abbastanza convinto che quelli siano Pan di Stelle.-
Il ragazzo tornò a voltarsi verso di lui. -Potrebbe essere, allora?-
-Cavolo Keith ieri mattina ti ho trovato a bere il latte col gin, ora questo, domani? Le olive con la Nutella?- Chiese Lance appena esasperato.
-In realtà le ho mangiate l'altro giorno... Sono buone ma non lo rifarei.-
-Probabilmente perché hai vomitato per tutta la notte dopo.-
Keith si strinse nelle spalle e riprese a mangiare mentre nel televisore davanti a lui si compiva l'ennesimo massacro di quel film horror.
Rimasero in silenzio per un po' fin quando a Lance non si riscosse.
-Perché fai così?- Chiese.
-Così come?-
-Così.- Disse Lance indicandolo. -Sei qui seduto su questo accidenti di divano da giorni, mangi cose improponibili e piangi.- Keith aprì la bocca per negare ma Lance lo interruppe. -Non provarci, ti ho visto.- Sibilò. -Per non parlare di quando torni a casa ubriaco.-
-Se ti do fastidio me ne vado.- Disse, la sua voce era così bassa e monocorde da essere strana persino per lui.
-No, non hai capito.- Disse Lance scuotendo appena il capo. -Voglio dire che ne puoi parlare.-
-Credimi non vuoi sentirli i miei problemi.-
-Se non volessi non ti avrei chiesto di parlarmene.-
Keith lo fissò dubbioso, aveva imparato a proprie spese che chi è gentile lo fa per un proprio tornaconto eppure Lance era diverso, Lance era gentile con tutti nonostante spesso fosse lui a rimetterci.
-Uscivo con... Un... Con un ragazzo...- Cominciò lui. -E niente... L'ho lasciato.- Disse stringendosi nelle spalle.
Lance, a quel punto, si ritrovò sorpreso, dato che era stato lui a lasciarlo non riusciva a capire per quale motivo ci stesse così male.
-Keith...- La voce profonda di Shiro li raggiunse dalla cucina.
Il maggiore era in piedi, immobile, davanti ai fornelli, le braccia incrociate al petto e un'espressione addolorata sul volto.
-Cosa c'è?- Domandò Lance facendo rimbalzare lo sguardo tra i due corvini.
-Nulla.- Rispose Keith prendendo un'altra cucchiaiata di parmigiana con i Pan di Stelle e portarsela alla bocca.
-Shiro?- Lance sapeva che Shiro era già a conoscenza di tutto, era l'unico su tutta la faccia della terra ad avere la fiducia di Keith.
Shiro sospirò. -Non ti ha detto perché lo ha lasciato.-
-È davvero importante?- Chiese il corvino mentre affogava la sua tristezza in quell'insolita pietanza.
Il maggiore annuì. -È importante perché altrimenti sembri incoerente.-
-Magari lo sembro perché lo sono.- Disse agitando le braccia in aria preso da un improvviso moto di stizza. -Magari lo sono perché odio la gente ma mi sento dannatamente solo, o magari lo sono perché detesto l'alcol eppure mi ubriaco ogni due per tre, magari lo sono perché mi ero ripromesso di non diventare come nostro padre e invece sto diventando la sua esatta fotocopia.- Gli occhi di Keith si erano sensibilmente inumiditi e piccole lacrime si stavano creanco ai bordi degli occhi.
Shiro gli si era avvicinato e, con estrema gentilezza, si era seduto accanto a lui e lo aveva accolto in un abbraccio fraterno che Keith non rifiutò.
Il cubano conosceva poco e niente della loro storia e, a giudicare da come Keith la stava affrontando, non doveva essere per nulla felice.
Nessuno parlò per un tempo che parve infinito, Keith non sembrava intenzionato a smettere di piangere e Lance stava per entrare nel panico col martellante senso di colpa a tamburellargli nelle orecchie, ma Shiro gli sorrise gentilmente.
-Lo ha lasciato perché lo ha trovato in... Atteggiamenti intimi con un altro.- La voce di Shiro era calma, rilassante, e anche Keith, forse per semplice stanchezza, stava iniziando a tranquillizzarsi.
Lance appoggiò una mano sulla schiena del corvino e sorrise. -Non sei incoerente e sei una persona fantastica e chi dice il contrario è perché non ti conosce.- Disse il cubano. -E poi, dai, non so chi fosse il tuo ragazzo ma evidentemente non capiva nulla se ti ha fatto una cosa del genere.- Disse, sul viso un brillante sorriso a cui Keith rispose timidamente mentre si passava una mano sugli occhi per scacciare le ultime lacrime.
-Bene, parlate un po' voi due mentre butto questo insulto alla cucina.- Disse Shiro prendendo la teglia mentre entrambi i ragazzi ridevano divertiti.Nel frattempo volevo anche informarvi del fatto che siamo a 10k visualizzazioni e io non so come ringraziarvi.
Grazie per tutto!Bro un giorno queste magnifiche ricette te le cucinerò!
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Una Vita Insieme || Klance
RandomE' una storia di OneShot indipendenti tra loro, principalmente sulla relazione tra Keith e Lance, che sia amore, amicizia o altro. Sono dei piccoli pezzi della loro storia, dei frammenti della loro vita. [KLANCE], a volte AU, possibile Fluff, person...