Al bar [post Single]

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Lance entrò nella cucina dell'appartamento, sul viso un sorriso raggiante che, però, si incrinò quando vide Keith appoggiato al bancone della cucina con in mano un orribile panino composto da Nutella e salame.
-Che c'è?- Domandò il corvino dopo aver deglutito.
-Non puoi mangiare il salame con la cioccolata!- Squittì Lance preso dalla disperazione.
-Be'... L'ho appena fatto... E poi non riuscivo a decidere...- Rispose in tutta tranquillità Keith.
Lance, a quelle parola, si addolcì. La vita di Keith era così, una continua indecisione mascherata dalla testardaggine, una paura enorme che offuscava ogni cosa e che lui cercava di rischiarare con le sue decisioni folli.
-Prima che qualcuno scopra questo sacrilegio e venga ad ucciderti...- Disse Lance sfilandogli dalle mani quell'arma impropria. -Che ne dici di andare al bar qui sotto? A quest' ora non c'è mai nessuno.-
Keith inclinò un poco la testa di lato, i capelli si mossero e la bocca si aprì e chiuse lasciando uscire alcuni suoni che il cubano non riuscì a comprendere precisamente, era troppo impegnato a guardare quei magnifici occhi che ora stavano guardando solamente lui mentre il capo era leggermente pendente da un lato e lo faceva sembrare così dannatamente dolce.
-Mi hai ascoltato?- Domandò Keith, la sua voce non aveva cambiato intonazione, probabilmente era abituato a non essere ascoltato.
-Scusa, mi ero perso nei tuoi occhi.- Rispose sinceramente Lance sorridendo.
Il viso di Keith si tinse di porpora e iniziò a balbettare qualcosa che Lance interpretò con "Allora usciamo." e così uscirono di casa e, dopo neanche una cinquantina di passi arrivarono al bar che, proprio come aveva detto Lance, era vuoto se non per un gruppetto di ragazze sedute ad un tavolo in un angolo.
Keith e Lance andarono a sedersi ad un tavolo e, per qualche attimo, il corvino si perse a fissare quelle sei ragazze, erano tutte diverse tra loro. Una di loro, che Keith capì chiamarsi Aurora, aveva delle scarpe argentate che, per quanto strane, gli avevano fatto venire una strana voglia di averne un paio, ce n'era un'altra con i capelli corti verdi e blu e una giacca mimetica che doveva chiamarsi forse Marta, una delle ragazze si chiamava invece Fabiana e, probabilmente, era quella più normale di tutte, almeno di abbigliamento, notò Keith, una di loro, Arianna, invece era estremamente ironica, a volte usava battute pungenti che facevano spesso rimanere male la ragazza più bassa del gruppo che era vestita di nero e, da quanto aveva capito, si chiamava Angelica, con loro c'era anche una ragazza che aveva in testa una matassa di capelli blu e neri, ma di lei non riuscì a capire il nome.
Poco dopo, però, dovette tornare a concentrarsi su ciò per cui era lì, anche non sapeva se si trovava lì per Lance o per il caffè.
Una cameriera prese l'ordinazione, era alta, vestita di nero e con i capelli raccolti in una crocchia disordinata, poco dopo si avvicinò al tavolo delle ragazze e una di loro, quella più piccola, gridò una parola che il corvino non capì bene ma che doveva essere qualcosa di simile a "Bro".
-Allora?-
-Avevi detto che non ci sarebbe stato nessuno.-
-Non danno fastidio.- Rispose Lance mentre piegava distrattamente uno dei tovagliolini del bar.
-No... Come mai siamo qui?- Domandò.
Lance lo guardò e sorrise. -Volevo passare un po' di tempo da solo con te.-
-Non siamo soli.- Disse Keith indicando con un movimento della testa il tavolo dall'altro lato della sala.
-Da soli nel senso che non c'è nessuno che ci conosce.- Sbuffó Lance.
Keith annuì, tra loro cadeva spesso il silenzio, soprattutto perché Keith non aveva molto da dire e perché Lance si perdeva a fissarlo, era imbarazzante, certo, ma a Keith, in fin dei conti, faceva piacere sapere che c'era qualcuno che lo vedeva come una creatura speciale, non indifesa ma da amare e il corvino, per quanto cercasse di dire il contrario, desiderava solamente poter dare amore a qualcuno senza essere giudicato.
La cameriera tornò, sul vassoio aveva un caffè, un bicchiere di succo alla pesca, le due paste, una zucchetiera, un altro portatovaglioli e due bicchieri d'acqua, il tutto in perfetto equilibrio sulla superficie piana.
-Chissà come fa a portare in giro quella roba senza ribaltarla...- Domandò Lance mentre ribaltava la seconda bustina di zucchero nel caffè
-Probabilmente ha studiato.- Rispose distrattamente il corvino.
-Chissà se voleva fare la barista o se voleva fare altro nella vita.-
Keith lo guardò per un momento cercando di decidere se fosse serio o meno e Lance gli sorrise.
-Ok la smetto con queste domande filosofiche sulla vita.-
-Sulla vita altrui.- Sottolineò il corvino di fronte a Lance.
Il cubano sbuffó divertito. -Com'è la tua pasta?- Domandò.
-Buona.-
Quasi senza accorgersene, mentre parlavano, finirono col sovrapporre le mani, un gesto innocente che metteva tremendamente in imbarazzo Keith.
Parlarono di diverse cose, se ne raccontarono altre, per la maggior parte del tempo era Lance a parlare, Keith sapeva bene che usava le parole per coprire quel silenzioso vuoto che provava dentro, ed era disposto a lasciarglielo riempire così fin quando, un giorno, quel posto lo avrebbe occupato lui e allora Lance non avrebbe più avuto bisogno di quei fiumi di sillabe che fluivano incontrollate dalla sua bocca.
La cameriera aveva terminato il turno e, ancora vestita di nero, era andata a sedersi accanto alle sue amiche.
Dopo l'ennesimo racconto sulla sua famiglia, Lance e Keith si trovavano estremamente vicini, per qualche motivo i loro visi erano pericolosamente quasi a contatto e Lance, nemmeno lui saprebbe come, si sporse in avanti facendo combaciare le loro labbra.
Quando si allontanarono, in sottofondo, si sentì un "Aww" generale e, immediatamente, Keith si voltò verso le ragazze in preda all'imbarazzo, solo in quel momento notò che stavano guardando un cellulare.
-Lo so, è il gatto più bello del mondo!- Disse Marta.
-Solo perché non hai visto la mia.- Rispose la cameriera.
Keith sorrise portandosi una mano sul viso ancora arrossato dall'imbarazzo mentre Lance cominciò a ridere.

Bene... Ho scritto questa cosa e niente, se siete arrivati fin qui vi regalo una scorta a vita di Gocciole tarocche.
Ringrazio queste sfortunate persone che sono capitate in questa OS (neanche troppo) a caso.
Makotojj
spacevgirl_
_mdm2312_
__lostinthestars
ari_353
IlPiumone_di_Ade

Una Vita Insieme || KlanceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora