Lance rimase per un attimo immobile, senza fare nulla, mentre il sangue continuava a gocciolargli dal naso su tutta la t-shirt facendolo sembrare un pazzo serial killer colto con le mani nel sacco.
Quando si riscosse, dopo essersi accorto che la maglietta era ormai irrecuperabile, si diresse a passo svelto verso la fermata dell'autobus dove incontrò Hunk.
-Ehi amico, ti prego, dimmi che non hai ucciso nessuno... Oddio... Dov'è Keith? Non lo hai ucciso, vero?- Hunk cominciò a fargli domande e a dirgli che non sapeva se sarebbe riuscito a mentire per lui alle forze dell'ordine.
-Non l'ho ucciso. E' lui che ci ha provato!- Disse indicandosi il naso che aveva appena smesso di sanguinare.
-In effetti è plausibile anche questo...- Sussurrò Hunk. -Ma cos'è successo?-
Lance fissò per un attimo l'amico poi si rese conto di non essere in grado di mentirgli e neanche di nascondergli qualcosa. -Ho fatto a Keith una domanda su qualche sera fa... E niente, l'ha presa male.-
Hunk annuì mentre salivano sull'autobus diretti a casa. Rimasero in silenzio per tutto il viaggio e anche a cena nessuno dei due parlò della "Situazione Keith".
La mattina dopo Lance si svegliò pensando al fatto che sicuramente Keith era nel bagno e lui avrebbe dovuto aspettare un tempo infinito (cinque minuti al massimo visto che stavamo parlando di Keith in bagno) prima di entrare, decise comunque di alzarsi e andare a bussare alla porta giusto per infastidirlo, ma quando arrivò davanti alla porta la trovò spalancata.
Si affacciò allora nella stanza di Keith, non c'era traccia del suo passaggio, non aveva dormito lì.
Lance si costrinse a mantenere la calma, e poi era Keith che doveva preoccuparsi, era lui che lo aveva colpito con un pugno.
Si sedette sul divano in attesa che Hunk si svegliasse e, ancora prima che entrasse in salotto, cominciò a fargli domande su Keith.
-Avrà dormito fuori.- Rispose Hunk strofinandosi un occhio con fare assonnato.
-Fuori dove? Da chi? Ti rendi conto che non ha amici a parte me e te?- Chiese Lance retoricamente.
Hunk non sembrava toccato da quella notizia, probabilmente a causa del sonno.
-Chiamo Shiro.- Disse Lance prendendo il cellulare e andando in camera, compose il numero e aspettò che la chiamata si inoltrasse. -Ciao Shiro, ho un'emergenza!-
-Anche tu?- Gemette l'altro dall'altra parte del telefono.
-Chi altro ha un'emergenza?- Chiese.
-Nessuno. Dimmi.-
-Keith. Dov'è Keith? Non ha dormito a casa stanotte. Perchè non ha detto nulla? Non è che gli è successo qualcosa mentre tornava a casa?- Lance stava iniziando a farsi mille paranoie inutili.
-Lance, ha dormito qui da noi...-
-E perchè non ce lo ha detto? Avrebbe dovuto avvertire! Crede che nessuno si preoccupi per lui e invece non è vero!- Shiro sospirò. -Ora vengo di sopra.-
-Prima devi capire una cosa.-
-Cosa.- Sbuffò il cubano.
-Keith ce l'ha con te per quella ragazza...-
-Vicky?-
-Non mi ha detto come si chiama.-
-Ora salgo.-
-No asp...-
Troppo tardi.
Lance aveva già chiuso la chiamata e stava uscendo di casa. Voleva incontrare quel ragazzino e dirgliene quattro in faccia.
Salite le scale si trovò davanti proprio Keith che si stava chiudendo la porta alle spalle, aveva le occhiaie, il viso era più pallido del solito e i capelli sembravano un groviglio di nodi senza fine, per sgrovigliarli avrebbe dovuto tagliarli probabilmente.
-Se sei qui per insultarmi, tranquillo, ho già fatto da solo.- Disse Keith con voce stanca.
-Cosa?- Fu l'unica parola che uscì dalle labbra di Lance.
-Vuoi sapere perchè stavo male? Per te. Perchè sei un coglione di prima categoria e io non riesco a farci nulla. O.K? E ora levati. Devo andare.-
Lance rimase per un attimo imbambolato a fissarlo. -Aspetta. Per me?- Lance ripensò a quello che gli aveva detto quella sera "Chi devo prendere a pugni?" "Perchè non ti prendi a pugni da solo?". -Aspetta, tu stai male per me e non me lo dici?-
-Cosa avrei dovuto dire?-
-Non lo so, tipo, ehi Lance lo sai che ho questo problema, e non tirarmi un pugno sul naso.-
Keith borbottò qualcosa sui pugni sul naso e sul fatto che gli sembravano un ottimo metodo per fargli capire che gli importava di lui.
-E comunque, non per dire, ma prendere a pugni la persona che ti piace non è un buon modo per flirtare.- Disse Lance aprendosi in un sorriso.
Il viso di Keith si tinse di porpora. -Io non ho mai detto...-
-Fidati, lo hai fatto.- Disse Lance ammiccando.
-Sei un idiota.-
-No, tu lo sei. Non ti sei neanche chiesto chi fosse quella ragazza.- Lance si fece serio e il viso di Keith si rabbuiò.
-Dovrebbe importarmi?- Chiese cercando di rimanere il più neutro possibile.
-Sì. Perchè tu ti sei nemmeno posto il problema di capire perchè uscivamo insieme.- Sbottò Lance aprendo le braccia.
-Bene, allora illuminami tu.- Disse Keith concentrando tutte le proprie energie sul non ricominciare a piangere come un bambino.
Per anni non aveva pianto, passando sopra ad ogni cosa, e ora si era ritrovato a piagnucolare per ogni minimo cambiamento per colpa di un ragazzo che per di più gli stava per sbattere in faccia la dura e cruda realtà.
-Vicky è mia sorella.-
Quattro parole che Keith non riuscì a metabolizzare, non immediatamente almeno. -Cosa?-
-Hai capito. Quella ragazza, Vicky, è mia sorella. E' venuta a trovarmi dall'Arizona. E tu te la sei presa senza neanche sapere chi fosse.-
Keith si sentiva stupido, un vero e completo idiota, si era fatto tutte quelle paranoie e quei problemi per la sorella di Lance.
-Ciò non cambia nulla.- Disse Keith con la voce vuota.
Lance ridacchiò scuotendo la testa. -Dimmi con quali altre ragazze mi hai visto oltre a mia sorella negli ultimi mesi.-
Keith si dovette sforzare parecchio, era davvero tanto tempo che non vedeva Lance portare a casa o avvicinarsi ad una ragazza.
-Non lo so.-
-Non lo sai perchè non ho parlato con nessuna.-
-Buon per te.- Rispose ironicamente Keith.
-Vedi? Sei uno stupido. Ti fossilizzi sulle cose e non credi che possano cambiare.- Disse Lance portando una mano a massaggiarsi la faccia in modo scomposto.
Keith lo guardò dubbioso e sconcertato.
-Semplicemente ho capito che c'è qualcuno che mi piace più di una ragazza qualsiasi.- Continuò Lance.
Ed ecco che il cuoricino provato di Keith si crepò ulteriormente e si sbriciolò in pochi attimi, il rumore di un cuore spezzato è più o meno quelle di un osso rotto, solo che mille volte più doloroso.
-Perchè piangi?-
Lance si avvicinò al viso di Keith con un'espressione preoccupata e il corvino si accorse di star piangendo solamente quando Lance gli passò una mano sul viso e, con estrema delicatezza, gli asciugò le lacrime che stavano già scorrendo copiose sul suo viso.
-Ti ho praticamente appena detto che mi piaci e tu te ne esci con una...- Keith non riuscì a finire la frase a causa di forze maggiori.
Le labbra di Lance lo avevano sempre attratto, sembrano calde e morbide e dolci e, in effetti, lo erano e sarebbero state molto più dolci se non ci fosse stato in mezzo il sapore salato delle lacrime del corvino.
Continuarono a baciarsi per diversi attimi e Lance non si staccò fin quando tutto il sapore delle lacrime non fu svanito dalle sottili labbra rosee del compagno.
Quando si guardarono in faccia, Lance sorrideva e Keith non capiva il motivo.
-Sei tu che mi piaci stupido.- Disse Lance abbracciandolo.
Keith appoggiò la testa sulla spalla del cubano, poteva sentire i loro cuori battere l'uno contro l'altro e si lasciò cullare dal suo odore. -Continuerai ad insultarmi?- Chiese ingenuamente.
Lance sospirò. -Sei il mio stupido.- Disse prima di lasciare un tenero bacio tra i capelli corvini di Keith.
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Una Vita Insieme || Klance
RastgeleE' una storia di OneShot indipendenti tra loro, principalmente sulla relazione tra Keith e Lance, che sia amore, amicizia o altro. Sono dei piccoli pezzi della loro storia, dei frammenti della loro vita. [KLANCE], a volte AU, possibile Fluff, person...