Proposta nascosta (Klance)

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Keith e Lance erano fidanzati da quasi cinque anni e proprio quell'estate avrebbero concluso gli studi in accademia diventando così ufficiali.
La sera prima della festa di fine anno erano sdraiati sul divano, il ventilatore puntato addosso per cercare di scacciare almeno un poco il caldo afoso che si stava riversando sulla città.
-Keith, tesoro mio, non è che ti alzeresti? Si muore di caldo...- Borbottò Lance senza smettere di attorcigliarsi una ciocca dei suoi capelli attorno ad un dito.
-No.- Rispose il corvino girando la testa dall'altro lato.
Lance ridacchiò appena, Keith era schiacciato contro di lui, l'unica cosa che separava i loro petti era la leggera canotta (stranamente) arancione di Keith.
-Posso farti una domanda.- 
-Dimmi.-
-Perchè hai i calzini?- Chiese Lance mentre strofinava una gamba contro il piede di Keith che, in effetti, era ricoperto dalla spessa stoffa di un paio di calzini invernali.
Keith bofonchiò qualcosa che Lance non capì e ciò lo fece ridacchiare ancora di più, infastidito dal suo continuo sghignazzare Keith si alzò di scatto e si allontanò dal divano senza dire assolutamente nulla.
Lance rimase immobile a fissarlo mentre il corvino si avviava verso la cucina e, nonostante non fosse la cosa più importante in quel momento, si rese conto che Keith, oltre a star indossando una delle sue canotte, stava indossando anche un paio di boxer che lasciavano molto poco all'immaginazione e, immediatamente, si diede dell'idiota, non era certamente la prima volta che arrivava a pensare certe cose e non era nemmeno la prima volta che insieme arrivavano a concludere i loro pensieri, ma a Keith, solitamente, non passavano neanche per la testa quelle idee perciò ignorò l'ipotesi che lo avesse fatto apposta e si alzò per cercare di capire cosa lo avesse fatto alzare così in fretta.
-Keith.- Lance si appoggiò allo stipite della porta, la carnagione abbronzata messa in risalto dai pantaloncini azzurri in perfetta tinta con gli occhi, le braccia incrociate al petto.
-Uhm...- Keith era accovacciato davanti al frigorifero, probabilmente in cerca di qualcosa di rinfrescante da bere che non fossero le birre che Lance teneva per le occasioni speciali insieme ad Hunk e Pidge (birre che per la maggior parte beveva la ragazza visto che era l'unica a reggere bene l'alcol).
-Cosa cerchi?- Chiese.
-Narnia.- Rispose il corvino mentre spostava un vasetto di maionese aperto appena la sera prima.
Lance ridacchiò, quel libro glielo aveva consigliato lui e Keith, nonostante i suoi venticinque anni, lo aveva letto sul serio solo per farlo felice.
-Dubito che la troverai lì dentro, ti consiglio l'armadio dei giacconi invernali.- 
-Tanto ho già i calzini.- Rispose senza neanche cercare di nascondere l'ironia e una punta di acidità mentre si ritirava in piedi con in mano una bottiglia di vetro con dentro un liquido violaceo, succo di mirtilli, Keith avrebbe ucciso per avere quella roba così salutare che Lance detestava con tutto se stesso.
-Ti sei offeso?- Chiese divertito il cubano mentre un sorriso furbo si dipingeva sulle sue labbra.
-No.- Il tono di Keith fu brusco e lasciò Lance spaesato, ormai avevano superato da tempo quei loro battibecchi inutili eppure ogni tanto tornavano quelle vecchie abitudini.
-Keith se c'è qualcosa che...- Provò a dire Lance avvicinandosi al corvino.
-Senti McClean...- Lance si immobilizzò.
-Siamo fidanzati da cinque anni. Da quando in qua mi chiami per cognome?- Chiese sulla difensiva il cubano che stava iniziando ad agitarsi per quella situazione che stava diventando più scomoda del previsto mentre nella testa gli passavano milioni di motivi per cui a Keith fosse venuta voglia di lasciarlo.
-Fin quando non avrai il mio.- Sbottò Keith che, appena si rese conto di ciò che aveva detto, si girò di scatto per nascondere il rossore del viso e chiudersi da solo la bocca con quel liquido violaceo che tanto gli piaceva.
Lance sorrise, intenerito dalla scena e finalmente tranquillo, Keith non voleva lasciarlo e anzi pensava seriamente al matrimonio!
Gli si avvicinò, silenzioso, e gli circondò la vita con le braccia, sentì il corvino irrigidirsi sotto la sua presa e poco dopo rilassarsi; Lance lo fece voltare verso di lui gli scoccò un leggero bacio a fior di labbra. Erano acide, con un retrogusto dolce e piacevole, proprio come Keith.
-Tanto lo sappiamo entrambi che sarai tu a prendere il mio.- Disse mentre un sorriso divertito gli nasceva sul volto poco prima di fiondarsi nuovamente sulle labbra del corvino, giusto qualche centimetro più basso di lui.
Con una mano gli portò via la bottiglia di vetro dalle mani e la appoggiò distrattamente sul tavolo poi, lentamente, lo fece indietreggiare fino ad arrivare contro il ripiano della cucina, il tutto senza mai far staccare le loro labbra se non per qualche attimo per riprendere fiato.
Non appena Lance si rese conto di aver portato Keith fino al bancone strinse un po' la presa sui suoi fianchi e lo sollevò fino a farlo arrivare seduto sul mobile, ora era Keith ad essere più in alto rispetto a Lance.
Keith interruppe per un attimo il bacio pur non allontanandosi troppo, Lance poteva infatti sentire le loro labbra sfiorarsi e quelle del corvino erano distese in un sorriso, poco dopo Keith appoggiò la propria fronte su quella di Lance in un gesto veramente dolce.
I capelli scuri del corvino incorniciavano i visi di entrambi isolandoli dal mondo esterno, permettendo loro di vedere solamente l'altro, rendendo quel piccolo gesto ancora più intimo.
-Dunque.- Disse Keith sistemando meglio le proprie braccia attorno al collo di Lance. -Cosa vogliamo fare?- Chiese con un tono divertito.
-Visto che siamo appena detti che vogliamo sposarci ci sta farci un regalo.- Rispose il cubano in un roco sussurro.
Keith ridacchiò e Lance lo avrebbe giurato persino davanti a quell'entità celeste che gli aveva concesso di incontrare quel magnifico ragazzo che il più bel suono mai concepito dall'universo era proprio la sua risata.
-Bene. Ma non qui. Non voglio mandare al diavolo tutto il lavoro che ho fatto per rendere decente questa cucina per domani.- Disse Keith passando una mano tra i capelli corti del cubano.
Lance ridacchiò riprendendo a baciare Keith senza muoversi dal bancone, le mani appoggiate sui fianchi asciutti del corvino mentre, lentamente, lo attirava sempre di più a sé facendolo scivolare sul piano; quando decise di averlo abbastanza vicino lo sollevò, senza preavviso, e istintivamente Keith, per non cadere, strinse le gambe attorno al busto del cubano e le braccia intorno a suo collo lasciandosi sfuggire un gemito sorpreso che Lance immediatamente sofficò con un altro bacio.
E così Lance ripercorse tutto il salotto fino alla camera da letto dove entrambi sapevano cosa sarebbe successo.
Lance, durante il tragitto, pensò che forse non era così vero che fosse un caso che Keith avesse proprio quei boxer.


(Non l'ho ancora scritto ma se volete stavo pensando ad una specie di continuo, solo se vi interessa)
Baci
LadyKillerBad

Una Vita Insieme || KlanceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora