Stelle (Klance)

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Era notte fonda, buio pesto, ad illuminare i loro corpi distesi sulla flaccida erba fresca del prato era solo il tenue bagliore delle stelle, quelle enormi palle infuocate che rischiaravano la scura volta celeste che silenziosa veniva osservata e osservava.
Keith sarebbe rimasto per ore a guardare quei pallini luminosi che, immobili e immutabili ad occhio nudo, si riflettevano nelle iridi azzurre e cristalline di Lance e si rese conto di amare le stelle. 
Le amava quando le guardava riflesse negli occhi di quel ragazzo che si era accorto di amare più della sua stessa vita.
Lance sospirò, ammaliato da quello spettacolo naturale che poche volte nella vita si era permesso di osservare, felice di star vivendo quel momento insieme al suo compagno.
Compagni di avventure, di disavventure, di vita.
-Keith.-
In risposta ottenne poco più che un mugolio sommesso, segno che era sveglio ma che probabilmente non aveva voglia di parlare, troppo preso ad osservare quel magnifico spettacolo che avrebbe incantato chiunque.
-Sono bellissime le stelle stasera.- Disse con voce estremamente sensuale e, forse, anche un po' fuori luogo.
-Già.- Sussurrò in risposta il corvino quasi con noncuranza.
-Sai chi altro è bellissimo stasera?- Chiese ancora Lance rendendo il suo tono di voce ancora più profondo e roco.
-Non tu.- Rispose Keith. Per un attimo Lance ci rimase male, aveva rovinato quel bellissimo momento che stavano vivendo insieme con due semplici e comuni parole. -Tu sei bellissimo sempre.-
Lance si voltò a guardarlo di scatto, la delusione stava lasciando spazio alla sorpresa, all'emozione, alla gioia.
Stava sorridendo, un sorriso ebete ed incantato; Lance si vedeva riflesso negli occhi ametista che lo fissavano a loro volta con una scintilla di felicità che rare volte, e tutte con lui coinvolto, aveva visto.
Improvvisamente si girò di scatto raggomitolandosi su se stesso, cercando di autoimporsi un minimo di controllo e decenza, era emozionato, certo, quante altre volte avrebbe mai più ricevuto una frase con così tanta dolcezza da Keith? Poche, forse, ma doveva comunque rimanere calmo, almeno esteriormente.
Cercò di riprendersi e si rimise prono con il viso girato verso il corvino, che era distratto ad osservare le stelle con un'espressione sorridente sul viso.
Lance ne approfittò.
Si alzò sui gomiti e poi si sporse sopra al viso del ragazzo che per un attimo lo guardò confuso, ma poi Lance chiuse gli occhi e fece scontrare le loro labbra in un gesto un po' più violento del normale, tanto da far scontrare i loro denti, ma Keith non sembrò farci caso, almeno sul momento, perchè ricambiò il bacio facilmente e rapidamente.
Pochi attimi dopo Lance si allontanò di qualche centimetro dalle labbra del corvino che mugugnò di disapprovazione facendo ridacchiare il cubano.
Erano così vicini che i loro respiri continuavano a mischiarsi, miscelarsi ed unirsi in una danza di calore visibile solo ai loro occhi, mentre si scrutavano nelle profondità delle loro iridi, come se potessero arrivare all'anima e volessero iniziare a graffiarla e scalfirla. Erano occhi sereni, i loro, allegri, felici. 
Erano in grado di cogliere la bellezza di quei pochi momenti di pace che potevano concedersi e farne un tesoro.
-Per la cronaca, sei bellissimo anche tu.- Soffiò Lance a pochi centimetri dalle sue labbra.
Keith sbuffò.
Era tutto troppo sdolcinato per i suoi gusti e Lance lo sapeva, ma sapeva anche che, in fondo, gli piaceva sentirsi amato, sentirsi importante, almeno per qualcuno e a Lance piaceva credere di essere quella persona che riusciva a farlo sentire importante.
-Mai quanto me, ovviamente, ma sei bellissimo anche tu.- Ridacchiò Lance.
-Poi sono io quello che rovina ogni cosa...- Soffiò Keith contro le labbra di Lance con uno sbuffo mentre faceva roteare gli occhi con disapprovazione e Lance rise.
-Ti va di andare a casa?- Chiese poi il cubano.
-Già stanco di guardare le stelle?- Chiese Keith perplesso. 
Dopo tutta la fatica che Lance aveva fatto per convincerlo ad uscire quella sera, per stare un po' insieme sotto il cielo stellato e fare "quelle cose che fanno i fidanzati" e che il cubano amava tanto, voleva tornare a casa così presto.
-A cosa mi servono tutte le stelle se ho già la mia?- Era una domanda retorica, una di quelle domande a cui si risponde con un bacio e con uno sguardo innamorato, ma l'unica cosa che ottenne fu un'occhiata carica di incomprensione.
-Hai una stella?- Chiese quindi il corvino. E Lance non riuscì a trattenersi dallo scoppiare a ridere appoggiando la sua testa sul petto di Keith cercando di placare la sua ilarità appena fuori posto.
-Sei un idiota, lo sai?- 
-Sei tu che dici scemenze.-
-No, scemo. Ho te. Sei tu la mia stella. Devo spiegarti proprio tutto?- Spiegò Lance tra una risata e l'altra.
Keith, a quella spiegazione così drammaticamente romantica e sdolcinata arrossì e Lance, dopo aver ripreso a guardarlo negli occhi, se ne accorse e gli accarezzò una guancia appena imporporata.
-Vieni idiota, andiamo a casa.- Disse alzandosi e porgendogli una mano che lui, immediatamente, afferrò.
-La prossima volta guardiamole dalla finestra.-
-Come vuoi, tanto la prossima volta la passerò a guardare te.- 
E Keith arrossì, di nuovo.




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PS. Sono io che non capisco le frasi sdolcinate tipo "ho già la mia stella" e il mio fidanzato ormai mi ha fatto un quadernetto con tutte le spiegazioni. O.K. è una cosa stupida che a voi non interessa ma ormai ve l'ho detta.

PPS. Siamo a 2000 visualizzazioni e io sono tipo ASIOBRGòJSDNGAòJDSLSKMND 

PPPS. Vi amo. 

PPPPS. Sapete che sto riscoprendo la Shadam (?) (voi la chiamate così?), comunque Shiro+Adam e non so, mi piacciono ecco. Boh.
Anche questo non vi interessa, lo so, ma mi andava di condividerlo con voi.

Una Vita Insieme || KlanceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora