Per un frappè (Hint Klance)

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Note: E' sott'inteso che Keith e Lance si conoscano di sfuggita. Insomma Keith sa che Lance esiste ma poco di più mentre Lance sa tutto di Keith.




Era la sera della festa del paese, in programma, per tutti, c'era la vista dei fuochi d'artificio e la festa in spiaggia per i più giovani, festa che in realtà non era altro che una scusa per incontrare qualcuno con cui passare una notte ardente senza fare caso al viso.
Pidge, però, aveva il turno al bar vicino alla spiaggia e non poteva certamente mancare in una serata come quella, così Hunk, Matt e Lance rimasero gran parte della serata dentro al locale, deserto all'interno, per farle compagnia tra un ordine e l'altro.
Ciò che sorprese Lance fu l'entrata di un ragazzo. Un ragazzo che nella testa di Lance aveva un nome e un cognome, in realtà anche un indirizzo di casa e un'età.
-Buonasera, come posso aiutarla?- Chiese Coran, il proprietario del locale, il più famoso della cittadina, da dietro il bancone e con un grande sorriso dietro i buffi baffi aranciati.
-Un ordine. Shirogane.- 
Coran storse un poco il naso. -Di solito Takashi viene lui stesso a ritirare i suoi ordini.- 
-Stasera è occupato.-
Coran sorrise, probabilmente si conoscevano, anche se solo di sfuggita.
-Allura, vero?- Il ragazzo sbuffò e si strinse nelle spalle. -Tu? Un motociclista spericolato e tosto come te avrà delle file di ragazze.- Disse ancora Coran mentre finiva di sistemare l'ordine da consegnare al ragazzo.
-Preferisco le moto.- Disse solamente, proprio mentre una ragazza in bikini gli passò accanto per recarsi in bagno e, Lance, notò chiaramente che non le aveva rivolto neanche uno sguardo nonostante la quasi totale nudità.
-Takashi parla parecchio di quelle moto, quasi quanto parla di Allura.- 
-Già.-
-Puoi sederti. Manca ancora un frullato e Pidge sta servendo qualcuno fuori, ci vorrà un po'.- 
Il ragazzo sbuffò nuovamente sedendosi al bancone, sembrava irritato, ma neanche troppo alla fine.
Lance si accorse che si era perso a fissarlo solamente quando lui gli rivolse uno sguardo a metà tra l'annoiato e lo spazientito e il cubano si trovò a distogliere lo sguardo e arrossire. Lance sperò con tutto se stesso che il buio del locale e l'imminente preparazione dei fuochi d'artificio nascondessero quel suo improvviso cambio di colore.
Pidge entrò proprio in quel momento e Lance la vide chiaramente ghignare mentre spostava lo sguardo tra lui e il motociclista.
-Il frullato dell'ordine Shirogane.- Disse Coran indicando un fogliettino rosa appeso ad una cordicella.
Pidge lo osservò un attimo sistemandosi gli occhiali prima di iniziare a trafficare con quegli arnesi di cui Lance non capiva l'utilità, ma che facevano il frullato migliore del mondo.
-Ecco a te.- Disse Pidge porgendo al ragazzo una busta cartonata mentre il ragazzo le contava velocemente le monete da lasciargli.
-E non fare come l'ultima volta, Keith.- Disse Coran.
-Se Shiro non prendesse impegni avrebbe tutti i suoi frullati.- Rispose lui uscendo.
Lance guardò Coran che stava ancora sorridendo a qualche pensiero che gli era tornato in mente.
-Lo conosci?-
-Chi? Keith? Viene qui fin da quando era piccolo.- Rispose l'uomo continuando a lucidare un bicchiere che era anche troppo lucente.
-Non pensavo che...-
-Beh non viene ad orari normali, in realtà.- Disse Coran. -E poi viene molto più spesso suo fratello.-
-Non ce l'ho presente.- Disse Lance.
-Oh... E' un motociclista anche lui. Va sempre in giro con la giacca in pelle.-
-Come tutti i motociclisti.- Disse Lance con ovvietà.
-Ed è sempre accompagnato da una ragazza con i capelli schiariti bianchi.-
A Lance venne un flash. Ce li aveva presente. Eccome se gli erano tornati in mente, ma non per bei ricordi.
L'ultima volta che li aveva visti avevano quasi discusso, e non lo avevano fatto solamente perché Lance si era reso conto di quanto fosse effettivamente pericoloso mettersi contro tre di quel calibro.
Quando finirono i fuochi d'artificio Lance salutò i suoi amici e uscì dal locale, era dannatamente triste vedere tutte quelle coppiette che si sbaciucchiavano e si scambiavano fluidi corporei con molta poca riservatezza ad ogni angolo della strada, ma era anche felice, Coran aveva chiesto a Keith se aveva una ragazza e lui gli aveva detto di no. 
Certo, gli aveva anche detto che preferiva le moto, ma se non era interessato a nessuna ragazza era già un passo avanti.
Lance svoltò l'angolo, era una via isolata, ma qualcosa, o meglio, qualcuno, rapì i suoi occhi.
Keith. 
Era seduto a cavalcioni sulla sua moto, con un blocco di fogli in mano e ci stava scarabocchiando sopra qualcosa.
-Non pensavo sapessi scrivere.- Disse con ironia Lance.
Keith scrollò le spalle. -Forse non lo so fare.- Rispose.
Lance ci restò quasi male, si aspettava che dopo un'offesa del genere il minimo fosse un occhio nero e due denti in meno.
-Cosa fai?- Azzardò.
-Nulla di ché.-
Lance sbirciò sul blocco, un paesaggio, molto approssimato, della via.
-E' per preparare il piano per la prossima rapina?- Chiese azzardando ancora un po'.
Il corvino alzò lo sguardo sul suo viso, contratto in una smorfia indecifrabile, forse qualcosa mista a delusione.
-Non facciamo rapine.- Sputò quasi si sentisse offeso.
-Però sei bravo.- 
-Non sono affari tuoi.-
-No, certo, hai perfettamente ragione. Ma sei bravo sul serio, voglio dire, io non ci riuscirei. E poi è buio e tu riesci a cogliere tutti questi dettagli, sei davvero fantastico! Cioè, i tuoi disegni sono fantastici. Certo. I disegni.-
Keith lo stava guardando senza capire, probabilmente aveva perso il filo del discorso a "Hai perfettamente ragione".
-Nessuno dice mai che ho ragione.- Disse quasi con ironia.
-Come?-
-Lascia perdere. Ci si vede in giro.-
-Ehi, aspetta un attimo. Hai da fare?-
Keith sembrava star valutando ogni possibile alternativa quasi con timore.
-No.- Sussurrò.
-Ti va di fare un giro?-
-I tuoi amici?-
-Sono tutti in giro a fare cose con qualcuno...- Rispose il cubano con un sorriso.
-E tu?-
-E' complicato.-
-Cioè?-
-E' una storia davvero lunga e noiosa.-
-Abbiamo tutta la notte.- Disse Keith appoggiando il blocco e incrociando le braccia al petto.
-Non qui però.-
-Dove?-
-A casa tua?-
Keith, per un attimo, fu tentato di scappare, non aveva mai portato nessuno a casa sua, però poi pensò che Shiro era da Allura, che i vicini erano tutti in giro per la città e che alla fine nessuno avrebbe visto quell'orribile scena in cui si intravvede Keith cercare di interagire qualcuno diverso da Shiro.
-Sali.-
Pochi secondi dopo stavano sfrecciando lungo le strade deserte che portavano all'appartamento di Keith per passare la notte insieme.



 Angolo me:Non so se vi interessa ma c'è in programma un'altra parte di questa storia

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Non so se vi interessa ma c'è in programma un'altra parte di questa storia.
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