Patrick
Amo il mio lavoro, amo quello che faccio. Non penso che esista sensazione più bella. Svegliarti sapendo che farai ciò che ti piace. Fin da piccolo sapevo che avrei fatto questo. Correre dietro a pallone, sentire l'aria pungerti sulla pelle e il boato dello stadio. Voglio fare solo questo nella vita. Grazie al calcio ho avuto la possibilità di visitare tantissimi posto, andando fino in Cina, pazzesco. Ma tutto questo è stato possibile solamente grazie alla mia famiglia. Da piccolo si facevano i kilometri solo per vedermi felice, hanno scommesso tutto su di me e alla fine hanno avuto ragione, ma non ho fatto ancora nulla. Dal campo posso sembrare un ragazzo determinato, sicuro, forte, per i piccoli rossoneri sembro un supereroe ma sono un semplice ragazzo che ama stare in buona compagnia ma anche tanto insicuro. Dopo tanti anni non sono ancora riuscito a credere davvero in me e nelle mie potenzialità, so che posso dare di più e per questo non mi accontento mai.
Sono su un treno insieme alla mia squadra che ci dirigerà verso Roma, sarà una settimana molto intensa e decisiva. Il 25 febbraio avremmo la Roma e il 28 la semifinale di ritorno contro la Lazio.
Manuel: ma dai non è possibile che tu vinca sempre!
Patrick: quando si ha la qualità!
Suso: perché continua a lamentarsi Loca?
Siamo nel posto a quattro io, Manu, Suso e Davide. I posti non si decidono e vado dove capito. Amo la compagnia di tutti i miei compagni.
Patrick: dato che vinco sempre a Scala Quaranta crede io che bari.
Davide: Manu se non sai giocare non è colpa sua.
Manuel: mi avete stufato.
Da finto offeso si mette il broncio e le cuffiette. E gli do un pugno sul braccio.
Però mi arriva una chiamata e incomincio subito a sbuffare.
Patrick: oddio è Tamara.
Manuel: ah quindi adesso non le rispondi più?
Patrick: ma te non eri offeso?
Davide: cos'e sta storia?
Patrick: dopo ti racconto.
Pronto?
ma ciao tesoro mio, ci vediamo oggi?
ma sai che sono in trasferta per tipo una settimana?
ah bene ciao.
Chiude la chiamata e rimango stranito.
Manuel: ecco già dalla risposta che ha dato me le farei due domande.
...
Siamo tutti negli spogliatoi a cambiarci per la partita e tra poco entreremo in campo. Siamo tutti tesissimi dal capitano al mister, ma nonostante tutto c'è un clima bellissimo."allora ragazzi, il momento è arrivato. Mettetecela tutta, dimostrate quanto valete quanto valiamo, ma soprattutto rimanete concentrati. FORZA!"
Calcio d'inizio. Più volte andiamo vicini al vantaggio, ma così non va. Fine primo tempo.
Ritorno negli spogliatoi come una furia, sto giocando male e a me così non va bene. Prendo il cellulare e finisco sul profilo di Arianna senza accorgermene. Basta Patrick, pensa alla partita.
Inizio secondo tempo. Attacchiamo, danno palla a Suso, con il suo sinistro micidiale lancia e ho fatto il goal.
Corro verso i tifosi rossoneri, i miei tifosi, coloro che si fanno i kilometri con noi. Vengo assalito dalla felicità di tutta la squadra. Arriva il secondo goal, di Davide. Essendo uscito corro verso di lui per abbracciarlo, tutti noi festeggiamo il suo primo goal in Serie A Tim.
La partita è finita. Abbiamo vinto 2-0 all'Olimpico. Un sogno.
A fine partita siamo tutti felici ma sappiamo che è solo l'inizio che dobbiamo fare molto di più.
"sono fiero di voi ragazzi."
E' il nostro punto di riferimento il mister.
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•Il calcio come metafora della mia vita•P.C
FanfictionSan Siro,la scala del calcio. Arianna,rossonera fin dalla nascita. Patrick Cutrone,calciatore del Milan. ...che la partita abbia inizio... revisione finita il 16/04/2020 (si, questa storia è un filmino mentale dell'autrice)