Cap. 42~ Speranza ❇

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Levi's pov

Continuo a rigirarmi nel letto cercando una posizione comoda, ma vanamente.
Ottimo, neanche questa notte riesco a dormire.
Da quando T/n non c'è una parte di me è morta, scomparsa o per meglio dire: rifugiata in qualche parte nascosta del mio cuore.

Mi alzo dal letto e guardo l'orologio.
«Fantastico, sono ancora le 4» mi dico ironico. Mi avvicino ad un baule e lo apro; dentro ci sono i vestiti di T/n che erano rimasti da quando era scomparsa. Prendo quello più in alto tra quelli posti al suo interno, il suo preferito e lo stringo a me.
«Ci siamo quasi... Aspettami»
Lo ripiego accuratamente ed esco ad fare i miei esercizi mattutini.

Mentre faccio dei giri di campo intravedo le prime luci dell'alba, così vado sopra il tetto della palestra dove mi vedevo con la mocciosa.
Chissà se dove sei adesso riesci a vedere l'alba...
«Levi» sussulto.
«Levi Ackerman muoviti a scendere!» mi affaccio di sotto e vedo Hanji.
«Quattrocchi?»
«Allora eri veramente tu- mi guarda quasi sorpresa- Muoviti a scendere»

Scendo la scala di legno scricchiolante fino alla porta che fino a qualche anno prima credevo sigillata. Dovrei seguire gli ordini di Hanji essendo diventata il nuovo comandante della legione esplorativa, ma una parte di me ha bisogno di sapere cosa si cela dietro quella porta, così la tiro giù con un calcio. Faccio sbattere la lingua contro il palato mentre noto la quantità impressionante di polvere del monolocale.

Cammino per la stanza esaminando ogni singolo centimetro fino a finire davanti ad un mobiletto semi aperto, lo apro. Dentro ci sono tutti i fascicoli che aveva raccolto su di me mentre aveva il compito di uccidermi e tra questi noto un piccolo block notes. Non ci sono dubbi, è la calligrafia di T/n. Me lo metto in tasca e raggiungo Hanji.

H:«Perché ci hai messo tanto?»
Io:«Non sono cose che ti riguardano
Hanji, puoi farmi un riassunto del piano?»
«Perché mai dovrei?»
«Devo incontrare Viola»
«Non se ne parla! So cosa vuoi fare e non te lo posso permettere, in più è al campo di addestramento-»
«Oggi ha il giorno libero» la interrompo.
«Uff... Va bene, ma non farmene pentire»
«Grazie Hanji»

Skip time (casa di Viola e Davide)

Busso alla porta e quella che ormai è una ragazza a tutti gli effetti apre.
Ha i capelli legati in una morbida treccia e indossa un vestitino rosa.
«Levi cosa ci fai qui?! Lo sai che domani dobbiamo partire per la missione»
«Tra tre giorni.»
«Cosa?» chiede non capendo.
«Tra tre giorni attiveremo in piano- le sventolo davanti il block Notes- Ho l'indirizzo»

«Seriamente?!»
«Te la senti ancora di farlo?»
«Ma se poi non la trovassimo?»
«Ti ho chiesto se vuoi ancora provarci»
«Ovvio, ma se poi-»
«Perfetto. Quindi fatti trovare scollata e menefreghista in quel bar. Io ti seguirò a debita distanza» corro via. Dovevo finire di prepararmi per la missione del giorno dopo e organizzare anche questa.

Tornato a casa mi fiondo sul letto e riapro il quadernino nell'ultima pagina scritta.
Il capo mi ha dato un nuovo indirizzo dove recapitare tutto a lavoro finito: via xxxx, numero 13
Per tutto il resto della serata resto a leggere gli appunti di T/n. Noto che scriveva veramente di tutto sul suo vecchio lavoro non esprimendo mai il proprio parere personale, o almeno fino al suo ultimo compito: il mio.

Sento il cuore perdere un battito ripensandoci. Effettivamente era la seconda volta che la perdevo senza sapere più niente di lei. Da quando era stata rapita erano passati ormai quattro anni. Avevo passato quattro lunghissimi anni sperando che lei fosse ancora viva e che mi fosse possibile vederla sorridere ancora. Mi mancava la sua voce, il suo tocco, il suo profumo, la sua follia, la sua esuberanza, la sua stranezza: mi mancava tutto... Perché amavo tutto di lei.

Mio dolce opposto ||LevixReader||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora