Capitolo 3

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Josephine

Le sue labbra sono ad un millimetro dalle mie, posso percepire il fiato caldo fuoruscire dalla sua bocca e accarezzare la pelle della mia guancia. I suoi occhi cielo sono fissi nei miei. Le sua mano valica il confine delimitato dal mio vestito, insinua la mano sotto il tessuto leggero e accarezza la mia coscia con una lentezza straziante.
"Ti sono mancato ?"domanda con tono basso e sensuale. Poggio una mano sul suo viso.
Sentire la sua voce è meraviglioso,
sembra tutto surreale,
non mi sembra vero.
"Più di quanto avrei voluto. "
La sua mano prosegue e sale fino a toccare il mio slip, solletica la zona alta del mio pube senza mai insinuare la mano oltre il tessuto.
"Scommetto che questo ti è mancato ancora di più." Sposta le mutandine e mi tocca più in profondità, mi appendo alle sue spalle per non perdere l'equilibrio.
"Fermati, mia madre può sentirci ..." mormoro con poca convinzione,
in realtà non voglio che si fermi,
non lo voglio affatto.
"È questo che rende le cose più interessanti." Mi zittisce con un bacio e sentire le sue labbra carnose sulle mie, è il paradiso.
Sfiora la mia entrata svariate volte come se non volesse toccare il velo della mia verginità ormai violata. Le sue carezze bastano per farmi arrivare al limite.
Sa esattamente come accendere il mio corpo, come farmi cedere al desiderio.
"Cosa vuoi gattina?" Sfila la mano dal mio sesso e si porta del dita in bocca mugugna di piacere, potrei avere un orgasmo guardandolo.
"Te... tutto di te  " ribatto.
Si piega sulle ginocchia, mi sfila le mutandine le fa scendere lungo le gambe. Solleva il vestito fino alla vita,
sento il fiato contro la pelle del mio pube,
ci siamo...

Il trillo della sveglia mi riporta alla realtà dove non c'è Christopher. Sono estremamente vogliosa, devo essere durante il mio periodo ormonale.
Sono estremamente bagnata, l'unica soluzione è una doccia che mi spenga gli ormoni e mi porti via il desiderio.
Il Natale si avvicina, oggi andremo alla ricerca dell'albero perfetto , sappiamo che papà ha lasciato Cape Town ma Christopher no. Non capisco il perché, non mi vuole più probabilmente.
È entrato anche nel mio inconscio,
mi ha rubato i sogni e gli ha resi peccato.
Prima non avrei mai fatto un sogno del genere ma il mio demone seduttore ha acceso in me il desiderio carnale che non voglio soddisfare con nessuno se non con lui.
Magari sto aspettando un sogno.
I sogni quando diventano realtà rendono il mondo variopinto e non più monocolore , non più costernato di grigio.
" Jo."Mia sorella richiama la mia attenzione, cammina fino al mio letto e si siede su.
"Tuffo bene ?" Si acciglia preoccupata non so nemmeno io se sto bene sinceramente.
Christopher ha scombussolato tutta la mia vita.
È entrato nella mia anima e hai portato il caos,
poi sei uscito senza rimettere ordine.
"Si" biascico osservando il suo volto.
"Sei una pessima bugiarda."
Si stende accanto a me fissiamo insieme il muro.
Se i nostri i occhi si incontrassero direbbero troppe cose,
cose che io non voglio dire e che lei non vorrebbe sapere.
"Sembra che piano piano i ricordi ti stiano portando via. Stai pensando a lui vero?"
Eppure lei ha la capacità di capire tutto, senza che le abbia detto nulla.
"Pensavo che con il passare del tempo si affievolisse ma non è così. Continuo ad amarlo forse in una maniera diversa ma più profonda, eppure lui ..." Aisha mi tappa la bocca, sentiamo entrambe un tonfo.
"Le armi " sussurra.
Un colpo di pistola perfora la nostra stanza. Senza perdere tempo corro verso la porta e chiudo a chiave. Ci hanno trovate non c'è tempo !
"I borsoni !" urlo. Sono già pronti con tutto il necessario, li teniamo per le emergenze e questa lo è decisamente, un emergenza !
Mi infilo il pantalone della tuta, Aisha fa lo stesso. Prendiamo le giacche, prendo la pistola e ne passo una anche a lei.
Elaja mi sta chiamando, afferro il cellulare di fretta e furia. Spalancano la porta della mia stanza.
Aisha senza dare il tempo al nostro inseguitore di fare qualcosa gli spara contro, spalanco la finestra.
Ci sono un paio di metri che ci separano dalla strada, ci dobbiamo lanciare. Senza pensarci getto il borsone, poco dopo salto giù. Aisha mi segue come un'ombra. Elaja continua chiamare. Ci sparano contro a raffica, un proiettile mi sfiora il braccio dilaniando il mio cappotto e la pelle.
Senza pensarci due volte mi giro e sparo. La mano del mio inseguitore viene perforata, lo sento urlare dal punto in cui sono.
Rispondo al telefono.
"Arresa tre, siamo in macchina! Getta il cellulare! "
Chiudo la chiamata e getto il cellulare sotto una macchina che poco dopo lo frantuma in mille pezzi. Faccio cenno a mia sorella di seguirmi,
corriamo fino alla zona che mi è stata indicata. Vediamo entrambe il furgone di Elaja, è il momento di ripartire. Entriamo in macchina e senza dire nulla, Elaja sfreccia via.
"Non hanno intenzione di fermarsi, non possiamo scappare in eterno. Ho preso una decison, andremo a Riyad. Lì c'è il centro di comando di tuo padre, sapremo rispondere al fuoco con il nostro di fuoco !" Ha uno sguardo glaciale, è arrabbiato, arrabbiato quanto me. Sono stanca di scappare.

Cape town II 🌌Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora