Nota autore :
Ecco il terzo capitolo, spero che la storia vi stia piacendo, fatemelo sapere con una stellina od un commento :)
Buona lettura.
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Mi appostai alle loro spalle, le due guardie per via del deodorante che spruzzai prima e la mia agilità felina mi resero invisibile, stando ovviamente attenta a non far rumore. Ma una volta fuori avrei avuto a che fare con le altre sentinelle presenti nel piazzale, le stesse che mi scrutarono con curiosità. Una volta fuori sapevo benissimo che non mi avrebbero fatto scappare come se nulla fosse, di conseguenza avreu dovuto combattere e se fossi stata sola non sarebbe stato un problema, ma il ragazzo sopra la mia schiena era talmente ferito che non potevo perdere tempo, dunque sarei dovuta scappare il più velocemente possibile, atterrando con zampate chiunque si mettesse in mezzo, senza perdere tempo.
A distrarmi dai miei pensieri fu il battito del ragazzo aumentare a vista d'occhio, forse non era abituato a queste situazioni, ma io si, spesso andavo a caccia permettendo alla mia bestia interiore di prendere il sopravvento e plasmare il mio carattere, si un tempo provai a fare una vita normale, come chiunque altro, ma capi ben presto, soprattutto per il mio appetito disumano era troppo dispendioso, e poi per il mio carattere rissoso avevo rischiato di finire al fresco già un paio di volte. Fu proprio grazie a quella esperienza che capi, che sopprimere l'animale che è in me era dannoso, sia per me stessa, che per chi mi circondava.
Non potevo perdere altro tempo, se rimanevo qui mi avrebbero scoperta ed addio effetto sorpresa, così andai dietro le spalle della prima guardia, gli saltai a dosso per poi squarciargli di netto la giugulare, il secondo orami avendomi vista, provò a difendere l'amico, ma a parte il fatto che era già morto, mi bastò una zampata seguita da un potente ruggito per metterlo al tappeto, scaraventandolo contro un muro facendogli perdere i sensi.
Fatto ciò sfondai il portone con la testa e corsi il più velocemente possibile, allontanandomi dal loro territorio a gambe levate. Alcune guardie in cortile tentarono di fermarmi ma fu tutto inutile visto che ero troppo veloce per loro, quindi non potettero far altro che dare l'allarme. Qualcuno di loro tentò persino si fermarmi ma come feci prima, con una zampata lo scaraventai lontano da me proseguendo per la mia strada.
Ero quasi uscita dal loro accampamento, quando a sbarrarmi la strada fu Alpha, affiancato dai suoi scagnozzi in forma di lupo. Da come ringhiava minaccioso capi che non mi aveva riconosciuto, anche perché diede a Scott un mese di tempo per riportarmi in dietro, glie lo aveva promesso o perlomeno erano le regola ed un Alpha non infrange mai le regole.
Non so se ero così forte da sconfiggere un Alpha, un omega o qualsiasi altro licantropo si, ma ripeto un Alpha, non era da prendere alla leggera, in più ogni minuto che perdevo significava condannare a morte il povero ragazzo, dunque con uno scatto improvviso balzai sopra di lui, scappando il più velocemente possibile. Gli avevo alle calcagna, ma essendo per metà un felino non mi servi molto tempo prima di distanziarli.
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Quando fui sicura che feci perdere le mie tracce, correndo sempre contro vento, trovai rifugio in una grotta, dove lo adagiai al suolo per poi fargli cenno di aspettarmi qui, dovevo cacciare aveva bisogno di nutrimento e tanto se voleva riprendersi, altrimenti sarebbe morto di stenti, perciò solo dopo aver cacciato qualcosa avrei ripreso le mie sembianze umane.
La mia forma felina superava i 3 metri di lunghezza, per un peso di 450 Kg ed un'altezza di 3.3 metri, insomma era imponente perciò le prime volte mi sembrava di morire dal dolore, poi capi che più mi trasformavo e più il dolore diminuiva essendo che il mio corpo si abituava a quel trauma. Per quanto potesse sembrare assurdo era così, infatti annotai anche questo nel mio taccuino, volevo incontrare ogni specie esistente per riportare tutte le differenze fisiche e caratteriali che ci distingueva.
Ad esempio quelli che classificai come i Puma, essendo più piccoli di statura in confronto a me, si la prima trasforma fece ugualmente male, ma di meno a quello che passai io. Il Puma, già dalla terza trasformazione non senti più nulla, mentre a me ci vollero anni, solo negli ultimi tempi il dolore era minimo.
Quindi arrivai alla conclusione che più si era grandi e più era doloroso la trasformazione e ci voleva tempo per abituarsi.
Mentre vagavo per la foresta senti vari ululati in lontananza, sicuramente era Scott assieme agli altri che mi cercavano, ci mancava solo questa, io non volevo essere la mate di nessuno ne tantomeno avere rapporti amorosi di alcun genere, la mia natura era troppo complicata. L'ultima volta che ci provai finì molto male.
Per sicurezza mi allontanai leggermente, anche perché dovevo cercare da mangiare per quel ragazzo.
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Dopo varie ricerche riuscì a trovare solamente cinque lepri, non gli sarebbero bastato, ma almeno l'avrebbero tirato su quel che bastava per permettergli di cacciare da solo. Prima di tornare alla grotta però dovevo procurarmi ancora qualcos'altro. Quei lupi mi avrebbero cercato fino allo sfinimento, perciò dovevo coprire il mio odore, ed ero una maestra per far perdere le mie facce, così tornai umana per poter portare più cose e raccolsi delle erbe aromatiche da bruciare all'ingresso dove ci eravamo rifugiati.
Appena tornai da lui, ritrovai quello scemo fuori dalla grotta a guardarsi in torno alla ricerca di non so che cosa, possibile sia così scemo? Bravo conduci quel branco di cani rognosi da noi...
<<Che diavolo stai facendo! Rientra il tuo sangue li condurrà subito da noi idiota>> dissi di fatto più furiosa che mai.
Lui si volto verso di me stava per rispondermi ma quando costatò che ero nuda divenne rosso bordeaux voltandosi immediatamente dall'altra parte. Era chiaro, voleva morire quello stupido gli sembrava questo il momento di fare i timidi?
<<RIENTRA>> urlai di fatti.
lui sussultò li per li, ma alla fine mi ascoltò. Per farlo stare più a suo agio visto che il suo viso stava prendendo mille colori diversi mi vestì, rindossando la maglietta di Scott.
Odore di pino selvatico... Mmm.
Ma che diavolo sto facendo? Perché la stavo odorando? E mi piaceva anche... Santo cielo, mi scossi per riprendermi, dovevo far perdere le nostre tracce, non starmene qui come un ebete a sniffare la sua maglietta.
Senza altri indugi bruciai le erbe aromatiche vicino la porta dell'ingresso accendendo il fuoco con delle pietre focaie che portavo sempre con me appese al collo, e per non perderle durante la trasformazione feci un laccio molto lungo. successivamente tornai in dietro e mentre le erbe bruciavano accesi un altro fuoco all'interno sia per cucinare i consigli che per riscaldare il ragazzo.
<<Wow sei così preparata>>! Mi lodò il ragazzo.
<<E normale, faccio questa vita da quando ho undici anni, a proposito come ti chiami>> chiesi per cambiare discorso. Non mi piaceva parlare molto di me, come si e ben capito.
<<Dancan. Te come ti chiami>>? Mi chiese a sua volta.
<<Amber>> risposi con un sorriso. Era bello incontrare un altro mio simile, mi faceva sentire meno sola al mondo.
<<Sai e bello incontrare qualcuno come me, credevo di essere solo al mondo>>. Mi disse all'improvviso Dancan come se mi fosse entrato in testa.
<<Già, lo pensavo anch'io qualche anno fa, poi incontrai un altro ragazzo in Polonia che a sua volta era come noi. Un Puma per la precisione, provai a convincerlo a farlo venire con me, però mi spiegò che la sua natura non glie lo permetteva, si sentiva a disagio, di fatti viveva in una casa in mezzo al bosco e lontano da tutti>>. Gli spiegai.
<<Wow parli Polacco?>> mi chiese, ma non mi diede nemmeno il tempo di rispondere che mo fece già un altra domanda: <<Ed aspetta, mi stai forse dicendo che c'è ne sono altri come noi>>?
Io annui, ero tentata di chiedergli se volesse venire con me ma vedendo il suo stupore nel costatare cos'ero in grado di fare a mia volta non sapevo quanto mi sarebbe stato effettivamente utile, e poi e un leone e si sa come sono, la loro indole consiste solamente nel proteggere le femmine del branco da bravi capo branco, ma al di fuori di questo era anche umano così gli chiesi:
<<Ti andrebbe di venire con me? Sono alla ricerca di persone come noi, per documentarmi sulla nostra specie>>
Lui ci pensò un secondo ed in fine mi rispose: <<Certo, anche perché vorrei conoscerti meglio>> disse l'ultima frase con uno strano tono di voce.
Forse era interessato a me per via che non aveva mai visto un suo simile, ed il fatto di viaggiare in compagnia non mi dispiaceva affatto. Forse non e vero che non possiamo formare un branco, formulai una teoria al riguardo, con molta probabilità dipendeva anche dal tipo di diemmeà felino che si possedeva, ad esempio il leone vive in branco dunque poteva essere per questo che voleva venire con me.
Dovevo fargli più domande riguardo alla sua natura per capire le varie differenze fra di noi. Presi il taccuino con una penna situato dentro una borsa mal messa che portavo sempre con me, l’unico effetto personale di cui non potevo far a meno. E fatto ciò iniziai ad annotare le sue risposte:
<<Dancan, senti la necessità di spostarti di continuo da un posto all'altro>>? Chiesi.
<<No... >> mi rispose confuso.
<<Quindi vivi in citta assume agli umani>>? Chiesi affascinata. Non aveva problemi a stare in un posto fisso chi sa perché....
<<Si, ma perché... >> provo a chiedermi ma lo azzittì immediatamente con gesto della mano, chiedendo nuovamente:
<<Quando hai iniziato a sentire meno dolore durante la trasformazione>>?
<<Ecco di solito non mi trasformo mai completamente, è raro che lo faccio, fa troppo male>>. Mi rispose sempre con tono confuso. <<Ma perché tutte queste domande? E perché stai scrivendo tutto quello che dico>>? Chiese di fatti.
<<Per capire le varie differenze fra specie, come avrai ben visto anche se siamo simili abbiamo comportamenti e modi di fare molto diversi a differenza dei licantropi. Tu hai soppresso la tua natura felina, personalmente ti definirei più come un a domesticato, io no. Non riesco a stare in un posto fisso ci ho già provato, con scarsi risultati>>. Risposi a Dancan.
<<Che vuoi dire>> chiese curioso.
Capivo che voleva approfondire di più anche lui, voleva conoscermi ed era normale, ma racconti così personali ancora non ero pronta, a me interessava la sua natura felina non tanto lui come persona. So che era brutto da dire, ma non me la sentivo di abbattere i miei muri li avevo innalzati per una ragione specifica. Tempo fa, quando avevo diciassettenne anni una famiglia mi trovò e vedendomi per strada da sola a rovistare fra i rifiuti mi prese con se, inizialmente mi comportavo come facevo sempre ovvero con diffidenza ma riuscirono a conquistarmi, con la loro gentilezza e perseveranza... E fu proprio quel giorno che capi di non poter avere fissa dimora... Dopo quella terribile notte.
<<Amber! Tutto bene? To sei rabbuiata, se non te la senti ancora di parlare non fa niente tranquilla, tempo al tempo ci conosceremo meglio>> intervenne Dancan preoccupato vedendo la mia espressione.
Purtroppo quei ricordi erano come veleno per la mia anima, mi logoravano dall'interno.
<<Come hai fatto a sopprimere l'istinto selvaggio?>> dovevo saperlo, perché se ci era riuscito lui forse, anche se piccola, c'era una piccola speranza anche per me di poter vivere una vita normale.
<<Non lo proprio soppresso, diciamo che c'è. Cerco di essere umano fino a quanto riesco a resistere, e va bene ho una casa, un lavoro o almeno spero manco da mesi. Purtroppo ogni tanto prende il controllo e come un esplosione.... >> provo a spiegarmi. Ma con il suo discorso sapevo già dove voleva andare a parare, ci ero passata anch'io e non avrebbe portato a nulla di buono.
<<Scommetto che perdi il controllo, non riesci a controllarti quando ti trasformi e diventi un pericolo per chi unque ti circondi e per te stesso. Vero?>> lui anni quasi con vergogna, confermando le mie parole. <<Sentì Dancan, se verrai con me dovrai dire addio alla tua vita in città, dovrai spesso dormire per strada ma... In compenso ti aiuterò a controllarlo, ti aiuterò a non essere un pericolo sia per te stesso che per gli altri. Noi non possiamo vivere come vorresti fare, siamo troppo imprevedibili, sopprimere il leone che è in te e pericoloso per chi ami. Sei ancora convinto a venire con me>>? gli spiegai con fermezza.
Dancan sembrava combattuto, e lo capisco non è semplice rinunciare ai comfort umani, ma noi siamo diversi non abbiamo una scelta come i licantropi.
<<Proprio a tutto>>? Chiese Dancan ed io annui. <<Va bene, ci provo almeno non voglio far del male a chi amo. Mi fiderò di te, insegnami ad essere me stesso>> mi rispose in fine con convinzione.
Gli sorrisi gentilmente. Sapevo che non era facile sparire ed abbandonare tutto e tutti ma era la scelta migliore per se stesso....

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Mannari
Hombres LoboAmber è alla ricerca di persone come lei, iniziò il suo viaggio da piccola stanca di essere sola. Stanca di essere l'unica. Nel corso dei suoi viaggi scoprirà che effettivamente non è la sola al mondo, il quale vi sono sparpagliati per il pianeta ta...