Capitolo Nono

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<<Finalmente ti abbiamo trovata bambolina>>. Disse Boris in un ghigno malvagio.

Dariusz si mise subito sulla difensiva piazzandosi davanti a me, come se avessi bisogno di essere protetta, sapeva benissimo che so badare a me stessa, una delle altre tante cose che mi ha insegnato nel periodo in cui siamo stati insieme. Dariusz non perdendo altro tempo li guardò ed in un ruggito si trasformò davanti hai loro occhi. Il suo manto dorato e la sua lunghezza di due metri e mezzo, tra cui la coda costituiva una buona parte di tale misura mise a disagio i suoi avversari.

La forma animale di Dariusz è un vero spettacolo, la sua parte bruna in contrasto con la parte biancastra sul ventre gli davano l'aspetto maestoso che è, persino i licantropi lo guardarono con stupore constatando che sia io che Dancan e Bérard non eravamo gli unici.

<<Dannazione spuntate come i funghi, quanti ne siete>> sibilò Alpha tornando umano.

Guardai Dariusz e poi L'Alpha per poi trasformarmi completamente per poter combattere anch'io, ovviamente la mia forma animale non era maestosa come quella del mio amico, ma io sono potenza allo stato puro, sono: più grande, forte, e pericolosa di lui e presto se ne renderanno conto anche questi cani bastardi.

<<A quanto vedo non avete voglia di parlare, meglio così, neanche noi ne abbiamo voglia >>. Ringhio Alpha prendendo parola per poi trasformarsi nuovamente assieme al suo Beta.

I lupi ringhiavano, continuando a girarci in torno stringendo sempre di più il cerchio, alcuni di loro si avventarono su di noi tentando di morderci per poi riprendere le loro postazioni d'attacco. Alpha ululò forte, avvertendo sicuramente così i suoi compagni di qualche cosa prima che ci attaccarono tutti insieme. Volavano lupi come se piovessero dal cielo, e nonostante avessi l'aiuto di Dariusz, con tutti questi licantropi non c'è l'avremmo mai fatta da soli per ciò chiamai anch'io i rinforzi con un ruggito talmente potente che sembrava un tuono che si scagliava a terra, persino i lupi ringhiarono spaventati da tale potenza, mettendosi immediatamente sulla difensiva scrutandosi i dintorni.

Alpha senza alcun indugio si scagliò su di me atterrandomi a pancia in su per poi darmi un morso così forte da farmi ruggire nuovamente ma questa volta per il dolore, Dariusz provò a correre in mio aiuto ma fu fermato da un gruppo di cinque lupi che lo circondarono in cerchio, attaccandolo tutti insieme. Per mia fortuna Dariusz mi insegnò a reagire in queste situazioni, dunque con le zampe posteriori lo scaraventai lontano da me per poi balzargli a dosso ed affondare le mie zanne nella sua spalla facendolo guarire dal dolore, l'erba che in principio era verde, ora si era macchiata di rosso, un mix fra il mio ed io loro sangue. Nella foreste riecheggiavano solamente i nostri versi animaleschi. Come previsto sia il Beta che altri due lupi vennero in suo soccorso balzandomi uno sopra la schiena mordendomi il collo, un altro alla zampa e Boris mi morse un fianco dilaniandomi la carne con i suoi denti appuntiti. Mi scansai bruscamente ruggendo dal dolore, ormai sia io che loro eravamo ricoperti di sangue, e le ferite che mi inflissero mi rallentarono parecchio, anche Dariusz era messo male, la zampa posteriore era completamente coperta di sangue con una ferita così profonda che si poteva vedere persino l'osso, ed aveva altre ferite molto serie lungo tutto il corpo.

Speravo solamente che gli altri ci raggiungessero al più presto, ma sapevo benissimo che non sarebbe mai accaduto, loro non conoscevano questo posto il tempo di trovarci e saremmo morti, in più togliendo questo fatto avevo come la strana sensazione che erano in pericolo ed avevo promesso ad i ragazzi che mi sarei presa cura di loro, dunque presi l'unica decisione sensata da fare in questa situazione, tornai umana premendo sulla ferita sul mio fianco e guardando Dariusz gli dissi con tono dolorante:

<<Va dagli altri portali qui, a loro ci penso io>>.

Dariusz di risposta mi ruggì chiaramente contrariato ma lo misi a tacere urlandogli con tono autoritario di tacere e fare come gli dicevo. Mi guardò per qualche istante con disapprovazione ma capendo che non avevamo altra scelta fece come gli ordinai, tornando indietro.

***********

*Dal punto di vista di Scott*

Provai a raggiungere Amber, sia io che gli altri udimmo il suo richiamo, ma il mio branco non ci lasciava passare, attaccandoci da ogni direzione, il branco di Edgar, il mio Alpha possedeva il branco più numeroso che si era mai visto nell'arco della storia, dunque sapevo benissimo che era una lotta persa fin in partenza ma non potevo e non volevo arrendermi, sentivo che Amber era in pericolo come suo mate percepivo la sua paura ed il suo dolore, dunque rinunciare era fuori discussione, sarei morto nel tentativo di proteggerla, le avevo fatto una promessa e non l'avrei delusa proprio ora che mi ha perdonato.

<<Scott c'è ne sono troppi, non c'è la faremo mai ad arrivare da Amber>> ni urlò Dancan.

<<È il loro intento, si può sapere dov'è finito Dariusz? Dannazione quando abbiamo bisogno di lui non c'è>> Mi lamentai infastidito mentre tiravo un pugno ad un licantropo che tentò di attaccarmi alle spalle.

<<Sarà con Amber, almeno spero, ma se sono stati attaccati anche loro non avranno scampo da soli>> Si intromise Bérard mentre schivava gli attacchi dei suoi assalitori con la sua agilità. In questi mesi Bérard imparò un po' di Russo, ha dimostrato di essere un ragazzo molto sveglio, ma non altrettanto forte anche se compensava la sua mancanza con la sua incredibile agilità, di fatti con un balzo verso l'alto fece scontrare due licantropi che provarono ad attaccarlo facendoli cadere malamente al suolo e dargli loro il colpo di grazia squarciandogli la giugulare con i suoi artigli che faceva crescere a comando sulla mano.

Anch'io mi davo da fare, anche se proprio non riuscivo ad uccidere i miei fratelli, perché è questo che erano, da quanto sono morti i miei genitori sono stati sempre come la mia famiglia adottiva e non avrei mai pensato in vita mia di combattere contro di loro, mi si spezzava il cuore ad ogni mio fratello che facevo perdere i sensi, ma in fondo è meglio stordirli che ucciderli come facevano Bérard e Dancan.

<<Dobbiamo raggiungere Amber prima che sia troppo tardi>> Urlò Bérard in preda al panico.

Ormai era un dato di fatto che tutti noi tenevamo a lei, era impossibile odiarla: e forte, sincera anche se alcune volte pure troppo, dolce quando serviva ma soprattutto con un cuore enorme, ferito più volte da questa vita ingiusta e nonostante tutto si faceva ancora in quattro per coloro che amava, per proteggerli dalle sofferenze che  ha dovuto subire, ha raccolto Bérard togliendolo dalla strada, ha aiutato Dancan, insegnandoli a vivere per com'è, ma chi faceva qualcosa per lei? Nessuno, volevo starle accanto per cancellare i suoi demoni, per darle una vita normale e se questo doveva significare dire addio al branco, così sia.

Con uno scatto evitai i due licantropi che provarono ad attaccarmi e corsi nella direzione dove udì il richiamo di Amber, lasciandomi seguire anche dal suo magnifico odore di rosa selvatica. Corsi a perdifiato, e visto che ero inseguito da due licantropi mi spogliai velocemente e presi sembianze di lupo per poi continuare a correre cercando di seminarli. In mio soccorso venne Dariusz in forma animale che sbucando all'improvviso dal un sentiero vicino uccise uno dei miei inseguitori, avrei voluto chiedergli del perché non era con Amber, perché l'aveva lasciata sola… ma non avevo tempo da perdere avremmo fatto i conti più tardi, così gli lasciai l'altro lupo e continuai a correre nella direzione di Amber fino a quanto non mi portò davanti ad un bellissimo lago, qui vi era il suo odore da per tutto, ed era molto forte quindi significava che era stata qui da poco ma lei non c'era.

La paura che le fosse successo qualcosa crebbe a dismisura in me, dove diavolo era andata?

*********

*Dal punto di vista di Amber*

Mi svegliai in una prigionie buia, le mura erano scavate nel terreno e la puzza di umidità era così forte da farmi arricciare il naso per il disgusto. Dinanzi a me vi erano delle sbarre enormi in argento per impedirmi di uscire. Come ci ero finita qui? E soprattutto dov'ero? Piano piano i ricordi si fecero strada nella mia testa, Boris approfittando del fatto che ero impegnata a combattere contro tre dei suoi fratelli mi attaccò alle spalle, facendomi perdere i sensi con un forte colpo alla testa, e da come pulsava capì che non ci era andato neanche troppo leggero. Mi passai una mano dietro la nuca e percepì qualcosa di appiccicoso, guardando successivamente il mio palmo capi solo allora che si trattava di sangue, questo bastardo.

Per non morire dissanguata visto che il sangue non si fermava ed iniziava a girarmi anche la testa mi leccai il palmo della mano sinistra, quella pulita e sparsi la mia saliva su tutta la ferita facendo così rimarginare immediatamente ciò che mi aveva procurato quel bastardo di Boris, anche se non potevo vedermi senti chiaramente la ferita che si rimarginava. Noi gatti mannari abbiamo questa strana abilità, leccando le nostre ferite o quelle degli altri, esse a contatto con la nostra saliva si richiudevano immediatamente, come per magia, strano vero?

Poco dopo, davanti a me apparvero due figure, Boris ed ovviamente il suo Alpha. Mi fissavano dall'alto in basso con superbia.

<<Tranquilla non ti ucciderò, non subito almeno.>> si chinò Alpha per mettersi al mio stesso livello visto che ero seduta per terra, e continuò il suo discorso dicendomi: <<Voglio sapere chi siete, quanti ne siete. Voglio sapere tutto di voi>>.

Di risposta gli sputai in viso, cosa che ovviamente non gradi molto visto che i suoi occhi divennero rosso sangue, mi ringhiò da dietro alle sbarre urlandomi a dosso le peggio parolacce, fu il suo Beta a farlo calmare, posandogli una mano sulla spalla per poi dirgli, posando su di me uno sguardo maligno:

<<Tranquillo, parlerà lascia fare a me Edgar>>

Alpha di risposta fece un ghigno malvagio, dicendo al suo secondo di fare tutto il necessario per strapparmi le informazioni che voleva. Avevo paura di ciò che volevano farmi, ma non gli avrei mai dato la soddisfazione di farglielo capire, il mio orgoglio me lo impediva, così facendo un ghigno strafottente risposi hai miei due aguzzini:

<<Fate del vostro peggio>>.
 
Nota autore:

Se vi sta piangendo fatemelo capire lasciando un commento o una stellina. Al prossimo aggiornamento.

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