Amber è alla ricerca di persone come lei, iniziò il suo viaggio da piccola stanca di essere sola. Stanca di essere l'unica.
Nel corso dei suoi viaggi scoprirà che effettivamente non è la sola al mondo, il quale vi sono sparpagliati per il pianeta ta...
Nota autore: Ecco mi con un altro aggiornamento, prima di iniziare vi presento gli altri personaggi.
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Nome: Boris.
Animale: Licantropo.
Beta del Alpha.
Età :29
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Nome: Edgar.
Amimale: Licantropo.
Età :30
Alpha del branco Russo
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Nome: Dariusz.
Animale: Puma
Età 25
La folla gridava e correva in preda al panico in tutte le direzioni, non volevo far del male a nessuno, la mia intenzione era di spaventarli soltanto. Di fatti mi limitavo a ruggine e mostrare le zanne, causando ancora più scompiglio, ma come biasimarli, anch'io avrei paura se vedessi una tigre prestorica grande come un uomo a quattro zampe.
Scott come da piano si assicurò che Bérard si nutrisse il più possibile, e con tutto quel caos, gli umani di certo non fecero caso a loro due. Però l'atteggiamento di Scott mi insospettiva, lo vedevo molto ansioso, si guardava sempre in giro con la faccia scura, forse aveva solo paura per la mia incolumità, di certo doveva essere questo il motivo, ma dovetti ricredermi immediatamente.
Difronte a me, in mezzo agli umani che si accalcavano per scappare, percepì un odore a me molto familiare. Odore di lupo, per la precisione licantropi.
I suoi compagni, con molta probabilità o lo tenevano d'occhio o li aveva portati da me. Ruggì nella loro direzione per far capire loro che sapevo della loro presenza e come previsto vennero nella mia direzione. Con lui c'era un uomo che poteva avere intorno hai ventinove anni di età, alto e con due spalle possenti, occhi verdi e capelli di un castano così chiaro da sembrare più un biondo. Se non ricordo male mi sembra di averlo già visto, era al fianco del Alpha a tavola, ma si certo, doveva essere sicuramente il suo Beta, la stessa persona che tentò di dividere Scott e Alpha quando tentò di difendermi permettendo così la mia fuga. Ora lo riconobbi, inizialmente non prestai attenzione a lui.
Il Beta nel guardarmi fece un applauso lento, come per volermi far capire che sapeva benissimo chi ero.
<<Il tuo odore è inconfondibile, ora capisco tutto mia cara: il tuo appetito, il tuo atteggiamento... Inizialmente non ci feci caso, ma ora e tutto chiaro, sei simile al nostro ex prigioniero, e la stessa tigre che lo ha salvato.>> fece un sorriso inquietante sussurrando: <<Fantastico>>
Di risposta gli feci un sono ringhio minaccioso, ma prima che potessi attaccare Scott si posiziono dinanzi a me, seguito da Bérard che anche se non capiva il russo vedendo la sua faccia confusa, segui i gesti di Scott linciando con lo sguardo il Beta.
<<Scott>> lo chiamo con teatralità il Beta: <<Mio caro Scott, se tuo padre fosse ancora vivo si rivolterebbe nella tomba. Grande omega e soprattutto leale, tu invece dovresti prendere esempio dalle sue gesta. Spostati finché sei in tempo>>.
Scott serrò la maschera dal nervoso, si vedeva che era contrariato, ma in fine come ci si voleva aspettare da un omega Abbassò lo sguardo e si scansò, facendo cenno a Bérard di spostarsi, ma il ragazzo avendo capito la situazione non lo ascoltò, serrò i pugni facendogli un miagolio non proprio minaccioso, ma si sa che i ghepardi non sanno ruggire.
Avevo paura che Bérard si potesse trasformare in mezzo alla folla e questo non era un bene, ma non potevo nemmeno ritrasformarmi per ammonirlo, di chiedere aiuto a Scott con lo sguardo neanche se ne parla, dopo quel gesto nemmeno volevo vederlo in foto, odio gli smidollati.
Così lo afferrai per i pantaloni con la bocca, strattonandolo per fargli capire di stare calmo, ma non credo che abbia capito visto che iniziò a soffiare contro il Beta.
<<La situazione è peggio di come pensava il mio Alpha. Per ora vi lascio andare, ma tornerò>> si voltò verso di Scott, per poi continuare il suo discorso: <<Non perderli d'occhio, sarà Alpha a decidere di che farne di loro>>. Detto ciò si voltò e se ne andò.
Tornai immediatamente nel vicolo, tornai nella mia forma umana, mi vesti e tornai in piazza cercando di farmi spazio fra la gente che correva in tutte le direzioni per andare da quel traditore.
Non aveva nemmeno il coraggio di guardarmi in faccia, nonostante avesse visto con la coda dell'occhio che ero li. Bhe se lui non sapeva che dire, io si, lo costrinsi a guardarmi afferrandolo per la mascella per poi sussurrargli con tono schifato:
<<Mi fai schifo>>
<<Amber, cerca di capire non posso disubbidire ad un ordine del Alpha... O in questo caso del beta che a preso le sue veci>>. Tentò di giustificarsi, ma se pensava di farla franca si sbagliava.
<<Ti sbagli Scott, si ha sempre una scelta, guarda
Bérard, a malapena mi conosce eppure a scelto comunque di rimanere dov'è>> gli risposi acida per poi voltarmi. <<Non seguirmi, ho cambiato idea, non voglio che tu venga con noi, e poi visto l'ultimo avvenimento ho capito di non potermi fidare di te>>. Aggiunsi con tono acido.
Mi sentivo ferita ed un idiota allo stesso tempo, ad essermi fidata così tanto di lui, che sostanzialmente è un estraneo ed anche se ero abituata alle pugnalate alle spalle... Perché questa volta mi faceva così male? Forse perché volevo credere che era diverso? Forse perché speravo che nel essermi confidata con lui si era creato un legame di fiducia? Comunque sia la ragione sono un ingenua.
È un Omega, e come tale rimarrà sempre fedele al suo Alpha, qualsiasi sia l'ordine da lui impartito, anche se ciò significava uccidermi, lui sarebbe stato costretto a farlo, volere o no.
<<Amber, ti prego>> riuscì solamente a mugolare Scott con un tono così abbattuto da spezzarmi il cuore. Sapevo che non poteva farci niente, ma come potevo fidarmi di lui se era instabile come una bomba ad orologeria? No non potevo, anche se ero consapevole che era colpa della sua natura. Però la sua codardia aveva rotto qualsiasi ipotetico rapporto amoroso fra di noi.... E ripeto ipotetico...
<<Amber... >> ripetete nuovamente con una dolcezza così grande da costringermi a voltarmi: <<Sai che non posso andarmene, ed anche avendo la scelta di farlo, non lo farei mai. Non posso starti lontano>>.
Non mi importava se non poteva o non voleva, mi aveva voltato le spalle, si avevo tutto sotto controllo, ma se lo aveva fatto ora, cosa gli impediva di farlo nel vero momento del bisogno?
Non gli risposi lo lasciai indietro afferrando Bérard per una mano per condurlo con me, nonostante le svariate supplice da parte di Scott non mi voltai nemmeno una volta, sono stata stupida io a dargli una possibilità, a pensare che fosse dalla nostra causa.
*********
Quando ci ricongiungemmo con Dancan gli presentai immediatamente Bérard, per loro sarà un problema comunicare senza di me visto che non conosceva il francese il mio compagno di viaggio, ma il ragazzino sembrava sveglio, sono sicura che avrebbe imparato al più presto il Russo.
Dancan mi chiese anche di Scott ovviamente, e non potetti far altro che raccontargli l'intero accaduto. A fine discorso Dancan fece un grosso respiro e mi rispose quasi infastidito dalla risposta che doveva darmi:
<<Capisco la tua rabbia, ma secondo me hai esagerato, insomma tu stessa sei consapevole cosa significa essere schiavi della propria natura, se non voleva difenderti punto primo non si sarebbe messo in mezzo no? Io penso che tu debba dargli l'opportunità di spiegarsi>>
Wow, d'avvero stupefacente... Non pensavo che Dancan riuscisse a mettere da parte il rancore per essere così obbiettivo, questo dimostrò che aveva grandi doti di lider, io stessa non ero riuscita a porre da parte il mio astio verso Scott, avendo ferito la mia fiducia. Comunque sia, Dancan aveva ragione, in fondo le creature come noi non erano altro che schiavi dei propri istinti.
So che aveva ragione, ma ora avevamo altro a cui pensare, un ragazzo che dipendeva al cento per cento da noi, dunque mi concentrai solamente su di lui chiedendogli:
<<Bérard, quando hai avuto la prima trasformazione>>?
<<Due settimane fa, al compiere dei miei quindici anni>> mi rispose senza esitare. Tradussi in Russo ciò che mi rispose Bérard e Dancan si intromise dicendomi con tono sorpreso:
<<Anch'io mi sono trasformato all'età di quindici anni>>
Sarà mai possibile? Insomma se coincideva l'età anche con me potevo affermare che a quindici anni si a la prima trasformazione, ma quando accadde a me avevo solo undici anni, quindi i conti non tornavano.
<<Bérard, quando ti trasformi completamente fa male vero>>? Lui anni e proseguì dicendo: <<Come immaginavo, sei un novellino ma non preoccuparti io e Dancan abbiamo molta esperienza, ma finché non controllerai la tua natura dobbiamo vivere nei boschi e so benissimo dove andare, c'è un altro gatto mannaro di nome Dariusz, vive in un boschetto vicino Lubsko, in Polonia. Non verrà con noi ma ci aiuterà>> dissi prima in francese e poi in Russo per farmi capire da entrambi. Già iniziava a stancarmi questa storia, fare da tramite era una rottura.
<<Amber... Emm ti ringrazio che traduci le parole di Bérard, ma non c'è ne bisogno. Ti sei forse scordata che prima con il cameriere ho parlato perfettamente Francese>>? Si intromise Dancan ridacchiando.
<<Scherzi spero, potevi dirmelo prima razza di stupido>> Lo sgridai malmenate... Anche se la colpa era mia. Dovevo prestare più attenzione a ciò che faceva Dancan. Anzi dovevo togliermi il vizio di dare tutti per scontato e basta, ma non l'avrei mai ammesso.
<<Credevo che lo sapessi, non e mica colpa mia se tu scordi le cose>> Rispose di fatti Dancan sempre con tono divertito.
<<Oh taci un po’. Comunque si va si o no? Siete tutti d'accordo>> dissi in fine per cambiare discorso.
Bérard annuì consessiente così come Dancan. Ora rimaneva un solo problema, Scott ci seguiva da lontano il suo odore di lupo si sentiva a chilometri di distanza. Pensai, che anche se gli dicevo di non venire con noi, lui lo avrebbe fatto comunque e di conseguenza avrebbe avvertito i nostri spostamenti al suo branco. Ma se lo tenevamo con noi, come nostro prigioniero, tenendolo sempre sotto osservazione per lui era impossibile obbedire agli ordini del branco. Si, l'idea di portarlo con noi non mi entusiasmava affatto, ma era la cosa migliore per Bérard, era inesperto e senza un adeguato addestramento avrebbe fatto i miei stessi errori. Non potevo permetterlo, così gli urlai di venire fuori.
Gli spiegai che sarebbe venuto con noi, ma non come compagno di viaggio bensì come prigioniero e come da aspettarsi era felice di stare al mio fianco, di avere una seconda possibilità per riscattarsi, ma frenai immediatamente il suo entusiasmo dicendo a Dancan:
<<Ti occuperai tu di lui, non perderlo mai di vista e se incontra uno del suo branco fa di tutto in tuo possesso per non farlo parlare>>
Dancan mi rispose con un ghigno agghiacciante che interpretai come un si, mentre il sorriso di Scott si spense fissandomi con una tale tenerezza che era impossibile non sentirsi un po' in colpa. Ma non avevo altra scelta, non potevo fidarmi di lui, per via della sua natura. Detto ciò che avevo da dire mi voltai dandogli le spalle, per poi metterci in mancia verso Lubsko.
*********
Per il viaggio verso Lubsko Bérard riuscì a pagare il volo grazie alla carta rubata intestata Rodrigo Suanzez, il suo tutore legale. Ciò a cui feci caso è che sia io che Bérard fummo adottati, francamente non lo chiesi a Dancan perché non pensavo fosse importante, ma ora mi sembrava sospetto e se anche lui confermava puzzava ancora di più di bruciato la questione.
Presi posto affianco a Scott, non per mia scelta che sia chiaro, ma i posti sono tutti assegnati ed il karma, per qualche strana ragione ce l'aveva con me.
Volevo chiedere a Dancan se anche lui era stato adottato, per vedere se era una coincidenza o non, ma era seduto tre file più giù, affianco ad una anziana signora che scatarrava di continuo. Poveraccio, potevo sentire il suo disagio fin qui.
A Bérard invece non gli era capitato un posto così malaccio, era a fianco ad una ragazzetta della sua età, lei tentava di fare conversazione con lui, ma quel ragazzo è così timido che non riusciva a proferir parola.
<<Ora che non hai i tuoi lacchè vicino possiamo parlare civilmente>>? Interruppe i miei pensieri Scott con tono chiaramente irritato.
<<Cosa c'è da parlare? Avevi detto che non eri più con il tuo branco, ed invece non è così, chiaramente prendi ancora ordini da loro>> gli risposi irritata.
<<Va bene, si ho sbagliato. Ma Amber cerca di capire è la mia natura, come per te è impossibile mangiare civilmente>>. Mi punzecchiò Scott.
Mi voltai infuriata verso la sua direzione, come osava dirmi una cosa del genere? Ok ci metto un po' di foga, ma questo non c'entrava niente con ciò che aveva fatto lui, era diverso. Era la mia natura che mi dava un appetito leggermente fuori dalla normalità.
<<A parlato il signor Deodorante.>> lo guardai malmenate per poi sputare veleno <<Novellino>>
Scott mi fissò con rabbia, stava per rispondermi a tono quando si bloccò all'improvviso, fece un grosso respiro e mi rispose chiaramente infastidito:
<<Non sono qui per litigare con te. Amber so che ho sbagliato, ma noi Omega non possiamo tirarci in dietro davanti un ordine del Alpha, e quanto non è presente, vale lo stesso principio per il Beta, che in quel momento fa le sue veci.>>
Ora basta. Per me erano soltanto scuse le sue, anche perché la prima volta che ci siamo incontrati a chiaramente disubbidito al l'ordine impartito dal suo Alpha, perciò la sua squallida scusa faceva acqua da tutte le parti. Gli dissi chiaramente ciò che pensavo, ed a quel punto Scott fece una faccia al quanto confusa esclamando:
<<Lo so, ancora non me lo spiego neanch'io. Ho sentito come una forza interiore che mi a impedito di sottostare hai suoi ordini... >>
Mi voltai da lui incuriosita, in che senso una forza interiore... Sarà mica che...
<<Scott è mai possibile che per caso discendi da una famiglia di Alpha>>? L'unica spiegazione sarebbe questa, la forza che a percepito non poteva essere diversamente. Ma Scott smentì la mia teoria scuotendo il capo, rispondendomi:
<<No, mio padre è sempre stato un Omega, come suo padre prima di lui, e via dicendo.>> si voltò verso di me con un sorrisetto beffardo per poi aggiungere con tono divertito:
<<Ma non eri arrabbiata con me>>?
Cazzo e vero, io ero arrabbiata con lui. <<Ero solo curiosa, ma sono ancora arrabbiata non fraintendere>>.
Scott fece una risatina, incrociò i miei occhi e rispose con tono profondo: <<Amo la tua curiosità>>.
Mi voltai verso il finestrino del aereo infastidita, perché doveva essere così... Dolce, perché? Non capivo cosa stava succedendo dentro di me, sentivo sentimenti contrastanti. Lo odiavo per ciò che aveva fatto, ma allo stesso tempo sentivo di volerlo conoscere di più.
<<Smettila di fare il cretino e rispondi ad una mia domanda. Perché avevi una merendina quando ci siamo incontrati? Credevo che le leggi del branco vietassero tali alimenti>>.
<<Perché fino all’età di undici anni ho sempre vissuto con mio padre e mia madre. Lei era umana, ma come te non voleva vivere nel branco, a suo parere vi erano parecchie regole patriarcali e maschiliste cui non gradiva particolarmente. Ma come potrai ben immaginare Alpha ci trovò. Non so molto di ciò che successe quel giorno, visto che mia madre mi aveva chiuso dentro l'armadio, dicendomi, di non far rumore e di non sbirciare. So solo che mio padre per volere del Alpha ha dovuto uccidere la sua mate, senti che gli ordinò di ucciderla e subito dopo udì un tondo. A riaprire l'armadio fu Alpha, dove vi vidi mio padre e mia madre a terra. Morti in un lago di sangue>> mi raccontò Scott con tono rauco, si sentiva che tratteneva le lacrime.
Ma nonostante capi chiaramente il suo dolore, la storia che mi raccontò non mi convinceva affatto, eppure non leggevo menzogna nei suoi occhi, non mi stava mettendo. Quando incontrai il beta gli disse chiaramente tra le virgolette di prendere esempio da suo padre, ma, se aveva veramente ucciso la donna che amava per volere del capo, perché morì anch'egli? Sarà mai possibile che dopo un simile gesto il rimorso lo avrebbe spinto al suicidio?
<<E com'è finita, insomma chi ti a fatto uscire dall'armadio.>> chiesi nuovamente per capire se effettivamente diceva il vero, se così fosse non si sarebbe smentito, e poi sentivo che il suo racconto era incompleto, e curiosa come sono non mi piaceva lasciare le cose a metà, dovevo sapere. Anche se non capivo neanch'io del perché mi interessasse così tanto approfondire su di lui, in fondo a Dancan non chiesi niente, se non lo stretto indispensabile sulla nostra natura.
<<A trovarmi fu Alpha come o già detto. Gli chiesi perché mio padre fosse morto nonostante avesse rispettato le regole, e lui mi rispose che era stata mia madre a togliergli la vita nel tentativo di salvarsi>>. Mi rispose tristemente.
Mi dispiaceva per lui, ma tutto questo non aveva senso, come può un essere umano avere la forza necessaria per uccidere un licantropo? E poi se le cose andarono esattamente come mi raccontò, Scott doveva aver sentito urla, pianti o rumori di lotta se effettivamente la donna si era difesa dal uomo che amava. Ma tutto quello che senti Scott fu un tonfo, un solo misero tonfo... Strano.
<<E poi che anno fatto>>? Chiesi a Scott.
<<Mi anno dato una scelta, venire con loro o morire come i miei genitori>>. Mi rispose Scott con la faccia scura.
Spiegai i miei ragionamenti a Scott, ed a fine discorso mi guardò quasi infastidito per poi dirmi con tono di rimprovero:
<<Il compito di un Alpha e di far rispettare le regole e di proteggere il branco, non può uccidere a caso, va contro le regole>>.
<<Si Scott, ma ricordarti che siamo in parte umani, magari aveva delle ragioni specifiche per liberarsi di loro, o aveva paura di qualcosa. Secondo me tutta questa storia c'entra con lo strano impulso che hai provato.>> sentivo che era così, secondo me Scott discendeva da una famiglia di Alpha, che con il tempo procreando con femmine di rango inferiore e così facendo il suo istituto di Alpha si era soppresso.
Le mie erano solo ipotesi, che al momento non potevo confermare, eppure il mio sesto senso mi diceva che era così.
<<Se stai accusando il mio Alpha di aver ucciso mio padre perché aveva discendenze di Alpha di sbagli di grosso, le regole lo vietano>> rispose questa volta con rabbia.
<<Perché ti arrabbi cosi Scott, in fondo e normale, tutti trasgrediamo alle regole, non siamo perfetti lo sai. Anche se credo che...>> provai a rispondergli, il quale Scott mi interruppe bruscamente stringendomi con forza una mano intorno al mio collo.
Respirare iniziò a diventare faticoso, Dancan per via di quella vecchia che scatarrava non si accorse di niente, Bérard era troppo intento a nascondere la faccia dalla parte del finestrino per via della sua timidezza, quindi non penso che sarebbero venuti in mio soccorso... E pensare che Scott voleva chiarire, farsi perdonare, e come lo faceva? Tentando di uccidermi?
<<Le regole sono la base di ogni cosa, senza sprofonderemmo nel caos>> ruggì Scott infastidito.
Come poteva difendere un uomo così subdolo, si vedeva da chilometri di distanza che il loro Alpha era un poco di buono, si davanti ai suoi sudditi indossava la maschera di bravo e comprensivo capo, ma ciò che vedevo io era solo una serpe. Se Scott pensa di farmi paura si sbaglia di grosso, ora gli faccio vedere io. Concentrai la mia trasformazione solamente sulla bocca, ed i denti divennero immediatamente appuntiti, mentre le zanne si allungarono a tal punto da trafiggere la mano di Scott e fargli mollare la presa, nel momento in cui egli tirò via la mano io ripresi le mie sembianze umane.
<<Dannazione sei impossibile. Insulti il mio Alpha, le nostre regole con la tua assurda accusa e mi ferisci anche>>? Urlò Scott infastidito.
Provai a fargli cenno di stare zitto altrimenti quelle umane in minigonna sarebbero venute da noi insospettite dal fracasso che faceva, e non credono che avrebbero lasciato correre il sangue sulla mano di Scott, che scusa mi sarei inventata? Ehi no tranquilli e tutto a posto, lo solo trafitto con una mia zanna mentre tentava di strangolarmi. Ma ovviamente non sapeva stare zitto, attirando così le signorine nei nostri posti, l'unica nota positiva e che anche i miei due amici finalmente si accorsero di me, accorrendo immediatamente. Ma orami era troppo tardi il trambusto si era creato, come potevo uscirne ora? Maledetto Scott... Ed ora cosa mi invento?