Ventottesimo Capitolo

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Stavo litigando con Dancan da mezz'ora ormai, ma no sul piano d'attacco, no che fa scherziamo, il motivo del nostro litigio era il fatto che mi ero donata a Scott permettendogli persino di marchiarmi.

<<Come hai potuto farlo, lui è un cane>> Ruggì fuori di se Dancan.

<<Un lupo>> precisò Scott con un sorrisetto trionfante.

Dancan a quella chiara provocazione gli puntò il dito contro rispondendogli con rabbia :

<<Sei un lurido maniaco, appena ci siamo distratti un secondo ecco che allunghi le mani su di lei>>

Scott a quel punto sfoggiò un altro sorriso ed aprendo le braccia con fare teatrale rispose:

<<Ma io non ho fatto niente che lei non desiderasse... E dovevi sentirla... Mmm che voce soave>>

Dancan all'ultima affermazione impazzì, si lancio conto di lui pronto per azzannargli la giugulare con gli occhi iniettati di sangue ma prima che potesse mettergli le mani addosso lo feci io, con una gomitata sulla bocca dello stomaco, Scott si piegò in due dal dolore mugolando un "Perché" dolorante, e quella sua domanda fu la goccia che fece traboccare il vaso, ed urlandogli a dosso gli  dissi:

<<PERCHÉ? OSI PURE CHIEDERE IL PERCHÉ?>> Abbassai il tono di voce, proseguendo con sguardo assassino: <<Perché pezzo di idiota che non sei altro vai dicendo in giro come se nella fosse cose personali... Se osi un altra volta rifare una cosa del genere ti posso assicurare che ciò che è avvenuto nel bosco sarà un caso isolato>>.

Scott alzò le mani al cielo ridacchiando fra se e se, Dancan ebbe un mancamento appena pronunciai la parola "Bosco" e Bérard rideva come un matto piegandosi in due dalle risate.

<<Non posso crederci che sia successo d'avvero!>> mugolò affranto Dancan.

<<Credici perché me la sono rigirata in tutti i modi possibili>>. Rispose Scott ignorando il mio avvertimento di prima.

<<Dancan?>> lo chiamai ed egli anche se furibondo si girò verso di me e prosegui dicendogli: <<Ora puoi ucciderlo>>. Detto ciò Dancan sorrise soddisfatto colpendolo un destro così potente da far cadere malamente Scott al suolo...

Se l'era cercata questo stupido.

Mentre quei due facevano a botte e si insultavano avvicenda io chiamai gli altri gatti mannari e Bérard per mettere a punto gli ultimi dettagli sul nostro piano per conquistare il suo territorio.

<<Come sapete il branco di Edgar è immenso, ma ora anche noi abbiamo un gran numero di nuovi membri nella nostra colonia. Per vincere però dobbiamo isolare Alpha, gruppo "A" voi vi occuperete degli Omega. Gruppo "B" voi invece vi occuperete delle sentinelle però mi raccomando dovete essere silenziosi, nessuno si deve accorgere della vostra presenza, mentre io Bérard e Dancan penseremo hai pezzi grossi una volta che sono rimasti privi di difese, però mi raccomando niente errori questa volta>> ovviamente con l'ultima frase mi riferivo a Bérard che aveva tentato di dimostrare chi sa cosa per me, nonostante fui tanto stata chiara con lui.

Bérard avendo capito l’antifona sbuffò sonoramente per poi rispondermi infastidito:

<<Si, si ho capito stai tranquilla che ho superato la mia cotta nei tuoi confronti, quante volte dovrò ripeterlo?>>.

<<Fino a quando non ne sarò certa, questa e una missione troppo importante per permettersi il lusso di farsi distrarre dalle emozioni>> specificai con tono serio.

Bérard ridacchiando sotto i baffi indicò quei due cretini che stavano ancora litigando e disse divertito:

<<Più che a me dovresti dirlo a loro, sai?>>

Mi girai nuovamente e non vedevo nulla di diverso dal solito siparietto comico che tiravano su ogni volta che provavano a dialogare, l'unica cosa differente erano le punzecchiatine di Scott con aria trionfante.

<<Davvero non lo capisci?>> chiese quasi scioccato Bérard.

<<No cosa?>> chiesi ancora confusa. Cosa dovevo capire?

Bérard sbuffò sonoramente, venne verso di me posò una mano sulla mia spalla e mi sussurrò in modo tale che solo io potessi sentire :

<<Guarda la reazione di entrambi, non noterai differenza>>.

Detto ciò si avvicino ed essendo di spalle quei due l'unica cosa che videro era Bérard che mi stava baciando sulla bocca, anche se non era così perché neanche mi tocco, ciò però fece scoppiare qui due che partendo al l’unissero tirarono contemporaneamente un pugno in testa al povero Bérard ringhiando minacciosi.

<<Continuo a non capire>> dissi ancora perplessa. Insomma e la solita reazione che anno entrambi.

Bérard dolorante per il colpo subito si massaggiò la testa per poi rispondermi non curante delle conseguenze:

<<Ma come non vedi che reagiscono tutti e due allo stesso modo? Se Scott è innamorato di te e Dancan si comporta uguale ciò significa che anche Dancan prova gli stessi sentimenti per te, per questo la missione rischia di fallire gli hai spezzato il cuore esattamente come feci con me all'epoca, solo che sei troppo egoista ed egocentrica per capirlo>>

Come ci si voleva aspettare Dancan tirò un altro pugno in testa a Bérard urlandogli di farsi i fatti suoi, io d'altro canto solo ora capi ciò che mi voleva dire. Ovviamente non mi arrabbiai con lui perché era vero che il mio unico interesse era conquistare il territorio di Edgar, e prima di questo ci furono stati anche : trovare i miei simili e portare vendetta al mio piccolo amico morto per mano di quel tiranno ma con loro ero diversa, non mi ero mai immedesimata in loro o ciò che potevano provare, e poi non lo disse ne con cattiveria né con l'intento di ferirmi.

Scott d'altro canto prese immediatamente le mie difese, chiedendo a Bérard di scusarsi con me, ma lo azzittì con un gesto della mano.

<<Non deve scusarsi, e vero che ho sempre pensato solamente a me stessa>>.

<<No, non era questo che intend...>> provò ad intervenire Bérard, ma lo azzittì immediatamente per poi rivolgermi a Dancan:

<<Dancan tu sei il secondo della mia razza che ho conosciuto, il primo che mi ha fatto sentire meno sola : seguendomi, sostenendomi, proteggendomi e per questo non smetterò mai di ringraziarti essendo ormai parte fondamentale della mia vita, ma sono innamorata di Scott. Attenzione, non perché e il mio mate, perché francamente non potrebbe fregarmene di meno, mi sono innamorata di lui perché e se stesso, sempre. Ed anche se una cosa sembra impossibile, lui la rende possibile>> vidi chiaramente il dolore negli occhi di Dancan, almeno questa volta riuscì a percepirlo, così posando una mano sulla sua spalla tentando di non piangere lo supplicai proseguendo con voce rauca:

<<Ti prego non abbandonarmi come ha fatto Dariusz, non voltarmi le spalle solamente perché non ho scelto te. Perché se te ne vai anche tu per me è la fine>>.

Dancan abbassò lo sguardo per non far vedere le lacrime, rispondendomi : <<Hai tanti gatti mannari, io non ti servo>>

Stavo già per rispondergli, quando un intervento di Bérard spiazzò tutti i presenti:

<<E vero che Amber è cieca davanti a determinate cose, ma è anche vero che noi le dobbiamo la libertà>> indicò Dancan: <<Ti eri rinchiuso dentro una prigione, ed hai detto tu stesso che fino al suo incontro credevi di essere l'unico. Io facevo il vagabondo scappando dai licantropi, la mia vita non era diversa da un senza tetto, per non parlare di voi>> questa volta indicò la colonia che si era unita da poco a me: <<Eravate rinchiusi dentro piccolissime gabbie, trattati peggio di animali costretti ad uccidervi a vicenda per la vostra sopravvivenza. Amber ci sta offrendo una casa, lo sta facendo per noi ed il minimo che possiamo fare è combattere assieme a lei>>

Improvvisamente calò il silenzio, nessuno osava controbattere perché Bérard aveva toccato il punto della quadratine, anche se proprio non lo capivo perché un attimo prima mi accusava di essere egoista, lattimo dopo diceva il contrario.  Ma Bérard chiari immediatamente i miei dubbi senza neanche chiedergli niente che prosegui con il suo discorso:

<<So che Amber in fatto di amore e peggio di una bambina di tre anni, ma se deve dare una mano a qualcuno, chinque egli sia nonostante non lo conosca neanche si fa sempre in quattro per loro. Prima ho detto che è egoista, ed è vero ma solo quando parliamo di sentimenti perché è proprio negata e senza alcun tanto... Ma e anche spettacolarmente generosa verso il prossimo, si è una contraddizione, fatto sta che gli dobbiamo molto e non possiamo voltargli le spalle solamente perché ha scelto Scott, se la fatto evidentemente è giusto così>>.

In questi anni Bérard era maturato molto, non sembrava neanche più il ragazzino impacciato e timido che incontrai in Francia, anche perché all'epoca neanche sapeva il Russo, dunque di rado interveniva, per non parlare della sua paura di non essere accettato. Ora invece ha dimostrato di essere un vero uomo, addirittura più maturo di me avendo notato questo problema che poteva mandare a monte una settimana di preparativi.

Dancan anche se ancora ferito dalla mia scelta capì le parole di Bérard, e voltandosi verso di me fece un sorriso amaro per poi scherzarci su con un tono palesemente forzato:

<<Certo però, che hai pessimi gusti in fatto di uomini>>.

Decisi di stare al gioco, capi che voleva solamente smorzare la tensione dunque sorridendo a mia volta gli risposi semplicemente con un solo "lo so", anche Scott capi la situazione di fatti rimase in silenzio stranamente serio.

<<Ora però compagni... Famiglia>> richiamai tutti all'ordine per avere l'attenzione su di me : <<Andiamo e prendiamo ciò che ci appartiene. Ruggite come non avevate mai fatto, combattete per avere un posto a cui appartenere... Combattiamo per ciò che ci è stato tolto e riprendiamocelo con la forza. Vendichiamo coloro che non ci sono più, morti ingiustamente per il gioco sadico di quel tiranno crudele, molti di noi potrebbero perdere la vita ma verranno ricordati con onore, come guerrieri che anno portato la libertà alla nostra specie>>.

La folla acclamò al mio discorso incitati dalle mie parole i loro sguardi si fecero più feroci e determinati, ormai eravamo alla fine non potevamo più nasconderci dovevamo lottare per ciò che ci apparteneva, per la nostra umanità.

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