Ventinovesimo Capitolo

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Eravamo tutti in piedi sulla collina, proprio dinanzi al l'accampamento generale di Edgar, i nostri sguardi più determinati che mai ardevamo per la battaglia imminente. I gatti mannari fi grandi dimensioni si misero in prima fila, quelli di dimensioni inferiori perlustravano il perimetro attaccando da lontano e dando l'allarme in caso di pericolo, mentre: io, Dancan, Scott e Bérard eravamo i capitani di questa squadra così agguerrita.

<<Se non dovessimo farcela, sappi che sono contento di essere riuscito a conquistare quel tuo cuore così diffidente>> disse improvvisamente Scott.

<<C'è la faremo, non ci siamo preparati per perdere. Non abbiamo viaggiato per tutto questo tempo e sofferto la fame ed il freddo per fallire. La parola sconfitta non esiste nel esito di questa battaglia>> dissi più sicura che mai per poi voltarmi verso di lui, e regalandogli un dolce sorriso gli sussurrai: <<Riporteremo qui tuo padre>>

Scott mi sorrise gentilmente sfiorandomi la guancia, i suoi mi diedero l'ultima briciola di coraggio che stavo creando per dare il segnale d'attacco. Innalzai il pugno al cielo iniziando a correre contro vento assieme alla mia colonia, annientando una sentinella dopo l'altra.

Mi staccai dal gruppo, dirigendomi agli alloggi di Dariusz, si capiva immediatamente visto che era l’unica capanna di fortuna costruita di fretta, mentre le altre erano per lo più capanne e magazzini enormi situate tutte nel cuore della foresta.

Entrai nella capanna con passo felpato sguainando un pugnale che avevo nella cintura. Dariusz era disteso nel letto intento a riposare, innalzai il braccio cercando il coraggio di ammazzare il mio ex amico, ma nonostante ci avesse traditi i bei momenti passati insieme non mi permisero di affondare la lama nel suo cuore. Così abbassai il pugnale odiando me stessa per ciò che non ero riuscita a fare.

<<Perché non mi uccidi? Te lo stavo offrendo su un piatto d'argento>> disse improvvisamente Dariusz spalancando gli occhi.

Indietreggiai di colpo puntando la lama contro di lui, ma le parole mi morirono in gola lasciando così nuovamente la parola a lui:

<<So che non mi crederai, ma tutto ciò che ti ho fatto lo fatto per te, non per salvarmi la vita. Quando uccisi tempo fa la sorella di Edgar per me iniziò una vita da fuggitivo, egli mi stava dando la caccia.>> fece una breve pausa per mettersi più comodo proseguendo con tono nostalgico: <<Io l’amavo Amber, quello che Edgar non sa e che io e lei ci eravamo già conosciuti poco tempo prima, dio se lamavo. Purtroppo ero troppo piccolo ed ingenuo per capire il tradimento di Elisabeth, o almeno al tempo pensavo che lo avesse fatto visto che non mi aveva mai parlato di un fratello, dunque quando la vidi abbracciata ad Edgar pensai al peggio. I miei sentimenti mi fecero perdere il controllo, ed il resto sai cos'è successo>>.

Io rimasi ancora una volta in silenzio tentando di tenere ferma la lama, tremavo come una foglia, ma non per paura, no, per via delle lacrime che scendevano copiose lungo le mie guance.

<<quando avevo undici anni però incontrai te: così simile a lei, così pericolosa, determinata, stesso cuore gentile e freddo al tempo stesso ed ebbi paura, paura perché la nostra natura non ci permette di amare siamo pericolosi, per questo ti ho respinto. Avevo paura di te, tanto quanto verso me stesso>> Dariusz indurì lo sguardo, mostrando le zanne in segno di rabbia per poi ruggire a denti stretti :

<<E poi hai scelto lui, un cane. Inizialmente non comprendevo il motivo, per questo mi ero schiarato dalla sua parte, i miei sentimenti mi avevano accecato ed ho pensato che se non potevo averti io allora non doveva averti nessuno>> abbassò lo sguardo e con voce rauca per via delle lacrime prosegui sussurrando : <<Ti ho fatto del male e solo dopo compresi il mio errore. Non interverrò, dunque se cerchi Andron sappi che si trova  dentro le rovine al lato nord  del accampamento>>.

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