Diciottesimo Capitolo

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Io e Scott decidemmo di fermarci per la notte, ed anche perché dovevamo aspettare i nostri amici visto e considerando che glie l'avevamo promesso, così ci sedemmo vicino al fuoco ed essendo ancora nel territorio di Elieen ed il suo uomo eravamo al sicuro, visto che c'erano dei Omega che ci avevano seguiti per assicurarci che stessimo bene, anche per questo ero più rilassata rispetto alle altre volte.

C'era una cosa però che mi tormentava, una cosa a cui finalmente avevo avuto risposta e dopo la recente pace fra di noi mi sentivo in dovere di confessare. Quando persi i sensi in Scozia ebbi un altro Flashback del mio passato, confermando ciò cui temevo, la ferita sull'occhio del padre di Scott glie l'avevo inferta io.

<<Scott, devo confessarti una cosa>> iniziai il discorso timidamente, ovviamente non avendo mai visto questa parte di me capì immediatamente che si trattava di qualcosa di grave, si sedette più comodamente per potermi ascoltare meglio e mi fece cenno di proseguire il discorso:

<<Tutto iniziò la seconda volta che persi conoscenza, il flashback inizia che tuo padre mi lascia all’orfanotrofio di New York, ed inizialmente non capivo il perché mi avesse lasciato lì. Non ti avevo detto niente non essendo sicura di un dettaglio, e poi non capivo neanch'io se era un vero ricordo oppure no visto che sono stata lasciata nell'orfanotrofio di Milano.... Insomma...>> tremavo dalla paura, perché? In fondo se si arrabbiava e se ne andava non avrei neanche dovuto rimanerci male, ci sono abituata no? Tutti mi abbandonano prima o poi.

Scott vedendo che ero seriamente in difficoltà mi posò una mano sulla coscia per poi cercare di tranquillizzarmi con un tono dolce e calmo. Dai suoi gesti così dolci e premurosi nei miei confronti nonostante fossi stata una vera strega nei confronti di tutti non avevo dato non solo a Scott l'opportunità di farsi conoscere, ma anche agli altri non avevo dato questa possibilità. Scott forse non si sarebbe neanche arrabbiato, chi lo sa, fatto sta qualsiasi sia la sua reazione meritava di sapere quindi dovevo semplicemente farmi coraggio ed assumermi le mie responsabilità.

<<Tutto iniziò a New York, tuo padre voleva lasciarmi li ma durante il tragitto mi trasformai ed essendo neonata non sapevo controllarmi, non lo so fare ora figuriamoci allora, comunque sia, la ferita sull'occhio di tuo padre glie la causai io.>> dissi ancora un po' spaventata per poi sussurrargli: <<Mi dispiace>>.

Scott mi guardò sorpreso e poi ebbe una reazione che non mi aspettai minimamente, sorrise. Era in sorriso nostalgico:

<<Quand'ero bambino chiesi a mio padre la causa di quella ferita, e mi rispose che gli era stata inferta da una creatura innocente con un grave peso sulle spalle>> si passò una mano sul volto per coprire le silenziose lacrime che gli solcavano il volto e prosegui dicendo: <<Lui pensava sempre a te, era preoccupato per la tua vita dicendo che eri come una perla rara, e come tale dovevi rimanere nascosta al mondo. Forse era destino che ci incontrassimo, era destino che diventassi la mia mate per poter proseguire quello che ha iniziato mio padre, ovverosia proteggerti>>.  Mi spiegò il motivo delle sue lacrime.

Ora capisco, sicuramente il padre di Scott si riferiva al fatto che con molta probabilità sono l'unica gatta mannara essendo un diemmeà riservato al genere maschile. Forse aveva paura della reazione di Edgar e Boris, e come biasimarlo? Anch'io ora avevo paura di cosa potessero fare dopo ciò che ho scoperto grazie ad Elieen, e se avesse incrementato le ricerche per imprigionare tutti i fuggitivi che il padre di Scott aveva fatto scappare? Questo spiegava perché non era presente al nostro attacco al sotterraneo, e poi non è un caso che il gatto mannaro Scozzese lo trovammo morto, e non da molto per giunta sicuramente i due fatti erano collegati fra loro.

Inizialmente sospettai di Dariusz ma è impossibile così la seconda scelta e la più plausibile ricadde su di loro, eppure tutte e due le opzioni continuavano a sembrarmi veritiere. Mi scossi cercando di non pensare a queste cose, non era proprio il momento, così aggiunsi a Scott spiegando meglio il mio Flashback:

<<Ma non è tutto, dopo che gli ho graffiato l'occhio ed a visto che sono anch'io come gli altri della mia specie, ha cambiato idea dicendo di portarmi con se e mi lascio all’orfanotrofio di Milano e ciò non a senso>>.

Scott mi guardava ad occhi sgranati come se avessi fatto chi sa quale rivelazione. <<Quand'ero molto piccolo la mamma mi raccontò che vivemmo per un po' di tempo a Milano>>.

Non ci posso credere, suo padre per tutto questo tempo mi aveva sempre tenuto d'occhio, forse aveva paura di Edgar e Boris con molta probabilità ma ciò vuol dire anche che suo padre è morto per causa mia, per proteggermi. Forse avevano sospettato che aveva salvato qualche gatto mannaro ma dalle loro parole evidentemente non si aspettavano che ne aveva tratti in salvo così tanti.

Scott vedendo la mia espressione cupa capì immediatamente cosa mi affliggeva e porgendomi un braccio in torno alle spalle mi disse per rincuorarmi:

<<Non è colpa tua Amber, a fatto solamente ciò che riteneva giusto>>.

Posai la mia testa sopra la sua spalla, per poi rispondergli sorpresa dalla sua immensa comprensione :

<<Come fai, io al posto tuo ti avrei ucciso>>.

Scott scoppiò a ridere rispondendomi divertito : <<Vero, ma io non sono te e soprattutto conosco mio padre, se vi a tratti in salvo ciò vuol dire che pensava fosse giusto così, e lo è! ciò che sta facendo il mio vecchio Alpha e ripugnante... perciò ho deciso di aiutarti>>.

All'inizio non avrei mai pensato di potermi veramente fidare di lui, ma con il passare dei mesi e di tutte le nostre avventure passate insieme si era veramente mostrato degno di fiducia. So che Scott non mi credeva sul discorso che gli feci in aereo ma dopo tutto quello che ha fatto, ha rinforzato la mia teoria lui ha veramente radici Alpha, altrimenti non sarebbe mai riuscito ad andare contro il volere di Edgar, non e normale che un Omega si ribelli perché non sono in grado di farlo per principio, e come ho detto quella volta, dev'essere stato anche la causa del sospettoso omicidio dei suoi genitori, forse la mia teoria e la sua erano veramente collegate, ma ancora non riuscivo a trovare l’innesco chiave che gli univa.

Senza che me ne resi conto ero ancora fra le braccia di Scott e stranamente non mi dava fastidio, anzi, sentivo uno strano senso di pace e di sicurezza che non avevo mai provato fin ora.

Scott a sua volta mi fissava con occhi sognanti, si percepiva tutto l'amore che provava per me dai suoi meravigliosi occhi color nocciola, come se attratta da essi iniziai ad avvicinarmi al suo viso, stavamo quasi per baciarci quando un qualcosa di molto peloso lo scaraventò lontano da me.

<<Dancan lascialo andare>> mugolai imbarazzata, essendo chiaro cosa stesse succedendo fra noi.

Mi voltai per vedere se ci fossero anche Dariusz e Bérard ed aimè erano alle mie spalle che mi fissavano tutti e due con disapprovazione, il più deluso di tutti era Bérard perché l'avevo rifiutato due settimane fa ed ora mi ha beccato mentre stavo per baciare Scott, più guardavo il suo sguardo da cucciolo ferito e più mi si spezzava il cuore. Ma era vero cosa gli dissi quel giorno, non volevo una relazione.... Non con lui almeno, so che e brutto da dire ma e così non provavo attrazione di alcun tipo verso Bérard.

<<SEI UN CANE MORTO>> Urlo improvvisamente Dancan tornando normale.

<<LASCIAMI ANDARE GATTACCIO>> Urlò a sua volta Scott.

Non sapevo più come mettere pace fra i due se continuavano in questa maniera si sarebbero ammazzati a vicenda.

<<Ora piantatela>>. Si intromise improvvisamente Dariusz mettendo pace fra i due quel istante necessario per farsi ascoltare <<Ora non abbiamo tempo per stare dietro a questa qui, per colpa sua stiamo sempre a litigare e non il momento di perdere tempo con una come lei>> mi indicò con disprezzo <<Sappiamo dove Edgar tiene rinchiusi quelli come noi>>.

Questa qui? Perché ha usato questo termine così disprezzativo? Non e da lui. Provai ad avanzare verso il mio amico per chiedere spiegazioni ma egli mi ringhiò, mostrandomi le zanne per farmi capire che dovevo stare al mio posto. Questo suo gesto mi ferì molto, io tenevo a Dariusz più di qualsiasi cosa al mondo, persino più della mia stessa vita, allora perché mi stava respingendo! Cercavo di trattenere le lacrime che volevano uscire copiose, mi sentivo ferita perché non meritavo un simile trattamento, fu stato proprio lui a dire che non ero un oggetto e non appartenevo a nessuno mentre ora si sta comportando come se il mio quasi bacio lo avesse ferito, ed è ridicolo perché fu stato lui a respingermi al tempo.

Ciò che mi distruggeva maggiormente era la sensazione di avergli delusi, non capivo cosa avevo fatto di tanto grave, si il dolore di Bérard lo comprendevo ma gli altri no, non avevano ragioni di prendersela con me ed invece mi fissavano tutti con quegli occhi accusatori, solamente Scott si accorse del mio dolore venendo immediatamente in mio soccorso. Mi portò fra le sue braccia dandomi l'opportunità di nascondere la testa sul l’incavo del suo collo per permettermi scoppiare così in un pianto silenzioso.

<<Guardate cosa avete fatto, e per cosa? Gelosia? Siete ridicoli>> Gli rimproverò Scott.

Gelosia? E per cosa, non aveva senso, sono sempre stata chiara con chiunque, sia con i gesti che con le parole.

Non potevo vederli visto che avevo nascosto il viso su Scott ma calò un silenzio di tomba, nessuno osava parlare limitandosi a fissarmi, sentivo tutti gli occhi puntati addosso e questo non mi piaceva facendo nascere in me il desiderio di allontanarmi da loro.

Con uno scatto, mi immersi nella foresta trasformandomi in un balzo sotto le grida disperate dei miei amici, ma non mi voltai, volevo solamente correre il più lontano possibile. Ero stata ferita di nuovo da persone che ritenevo amiche, perché Dariusz mi aveva guardato in quel modo? Perché mi sentivo così attratta da Scott? Fatto sta che Dariusz aveva ragione il motivo della loro discordia ero io, non avevano bisogno di me.

**********

Stavo correndo da chi sa quanto tempo ormai e la stanchezza iniziava a farsi sentire, dunque mi fermai un secondo a prendere fiato, tanto avevo già fatto perdere le mie tracce, eppure avevo ancora la sensazione di essere seguita.

Mi guardai attorno per vedere se notavo qualcosa di strano ma niente appare lo scroscio delle foglie. Solo dopo alcuni minuti due figure emerso dalla boscaglia mostrando le loro identità, non erano i miei amici bensì Edgar ed una donna umana dai lunghi capelli neri e lo sguardo più freddo del ghiaccio.

Avrei riconosciuto quegli occhi fra mille...

<<Margherita>> mormorai terrorizzata, doveva essere in prigione.

<<Ecco la ragazza che ha rovinato la mia vita tesoro mio, e stata lei ad uccidere mio marito e mio figlio>> disse all'improvviso aggrappandosi al braccio di Edgar.

Lui di risposta gli accarezzò la guancia con l'indice sussurrandogli mentre mi fissava con freddezza:

<<Lo so tesoro mio e la sua razza pagherà per ciò che ti ha fatto>>.

Ora è tutto chiaro... Era Margherita che per ciò che gli feci reclamava vendetta, voleva lasciarmi sola al mondo come io avevo fatto con lei. Ma i conti non tornavano, io avevo ammazzato la sua famiglia quando avevo undici anni, ed Edgar conosceva già la mia specie perché il padre di Scott era riuscito a salvare alcuni di noi. Dunque facendo due calcoli, com'era possibile che si ricollegasse ad un avvenimento accaduto molto dopo? Chiesi chiarezza anche a loro, ma Margherita ridacchiò maligna per poi rispondermi con superbia:

<<Le spiegazioni a dopo, ora tu vieni con noi>>

Ero già pronta a lottare, ma un gruppo di Omega mi circondarono. Come avevo fatto a non accorgermene?

Ma certo, mi avevano copiato mettendosi anche loro contro vento per non farsi sentire da me. 

Ringhiai inerme al fatto che non potevo ribellarmi, nonostante ero molto forte non c'è l'avrei mai fatta da sola contro tutti loro, ed ora capivo in parte da cosa voleva tanto proteggermi il padre di Scott, Edgar per qualche ragione voleva me sennò non avrebbe aspettato che mi allontanassi, ripeto... non voleva quelli della mia specie ma solo la sottoscritta, in parte era ovvio che la motivazione derivava dalla sete di vendetta della sua compagna ma sentivo che c'era dell'altro.

Anche se non volevo, dovetti ingoiare l'orgoglio ed andare con Alpha mentre gli altri licantropi mi tenevano sotto mira caso mai avessi tentato la fuga.

<<Ora la uccidiamo, vero amore>>? Sibilò Maligna Margherita.

<<Non subito, prima facciamola giocare un po' nell'arena>> rispose con un ghigno maligno.

Cos'era l'arena? Non so perché ma uno strano senso di terrore mi percosse l'anima... Sentivo che si stava mettendo male, per la prima volta avevo paura.... Paura di non rivedere le persone a me care, soprattutto non so perché avevo il terrore di non poter rivedere mai più Scott.
























































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