Ventesimo Capitolo

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Nota autore :

Eccomi qui con un nuovo aggiornamento, sto cercando di essere più precisa rispettando i tempi prestabiliti per pubblicare, avendo promesso che avrei aggiornato una volta a settimana. Purtroppo non ci sto riuscendo molto per questo l'alta volta o fatto doppio aggiornamento.

Comunque sia c'è la metterò tutta, se vi faccio aspettare vi chiedo scusa...

Buona lettura.

*******

La folla era in deliro, dentro la gabbia eravamo io ed il Gatto mannaro adulto che tentava di squarciarmi la giugulare saltamdomi contro in modo ripetitivo ed estenuante, ma fallendo miseramente grazie alla mia agilità.

Anche se ero abile a schivare i suoi attacchi prima o poi avrei dovuto contrattaccare altrimenti non avrebbe ucciso solo me ma anche il ragazzino. Purtroppo avevo due problema, nonostante la gabbia da combattimento era grande, non lo era abbastanza per una tigre del bengala ed una tigre dai denti a sciabola avendo sicuramente fatto fatica a combattere non potendo muovermi liberamente, ed l'altro problema consisteva nella mia difficolta di affrontarlo in questo luogo, il fatto e che principalmente ero abitata a combattere in spazi aperti mentre lui qui era un vero e proprio maestro, addirittura per darsi slancio, saltava prima sulle sbarre per poi farsi forza contro di esse scagliandosi a grande velocità verso di me.

Io d'avvero non capivo come avevano fatto ad annullare ogni traccia di umanità solamente con il dolore, era a dir poco mostruosa la ferocia e la voglia di uccidere che dimostrava di avere, neanche i semplici felini cresciuti allo zoo erano come lui, allora... Come avevano fatto? Qualsiasi sia il motivo troverò risposte più tardi, ora per prima cosa dovevo salvarmi la vita senza uccidere nessuno... Perché voglio ricordare che nonostante la ferocia anche il tigrotto qui difronte a me era una vittima della loro crudeltà.

Dopo aver osservato il suo modo di combattere riuscì a farmi un idea di come avrei dovuto fare per contrattaccare i suoi colpi, sfortunatamente per lui apprendevo in fretta così facendo saltai anch'io sulla gabbia, facendo però a differenza sua una mezza trasformazione per avere più campo libero, fatto ciò mi scagliai contro di lui.

Dopo di ciò non osavo neanche descrivervi la crudeltà e la ferocia che c'era ad ogni nostro colpo: i nostri ruggiti tuonavano per tutta la stanza, sangue da per tutto... Insomma facemmo esultare ancora di più quel branco indegno di cani.

Il bambino invece se ne stava in un angolino a tremare dalla paura limitandosi a guardarmi con uno sguardo implorante, mentre i licantropi tentavano di spintonarlo in mezzo alla gabbia per far combattere anche lui, vedendo quei cavernicoli maltrattare una creaturina in quel modo mi imbufalì a tal punto che non so come, ma in un attimo mi trovai accanto al piccolo ruggendo a squarcia gola contro di loro, ma questo mio attimo di distrazione mi fu fatale perché la Tigre mi afferrò da dietro mordendomi il collo, il dolore fu immenso facendomi accasciare al suolo ma niente a confronto quando con uno scatto netto mi strappo un pezzo di pelle.

Perdevo così tanto sangue che nonostante il mio alto livello di rigenerazione non credevo proprio che questa volta sarebbe bastato, provai a fermare l'emorragia con la mia mano riempiendola della mia saliva, ma appena la avvicinai al collo per cercare di curarmi fui fermata dal mio avversario che si avventò sulla mia gamba iniziando a strattonarla e dilaniarmi le carni: piangevo, urlavo, pregavo dentro di me che Scott e gli altri sarebbero venuti a salvarmi. Orami ero troppo debole e man mano che la tigre strattonava sempre di più io mi sentivo sempre più debole sentendo chiaramente la vita abbandonare il mio corpo.

A salvarmi fu un improvviso intervento del bambino che si lanciò contro la tigre per poi graffiargli gli occhi, per via del dolore e della sua improvvisa cecità visto che il piccoletto ci era andato abbastanza pesante avendo creato due grandi solchi sugli occhi della tigre, ma grazie a questo suo gesto di coraggio riuscì a farmi lasciare la gamba.

Mentre la tigre era impegnata a cercare di capire dov'eravamo il bambino si avvicinò a me ed iniziò a levarmi prima la ferita sul collo, poi alla gamba. Ci stava mettendo davvero tanto impegno ma era tutto inutile perché le ferite erano troppo profonde, ed il sangue aumentava sempre di più ricoprendo quella povera creatura che tentava disperatamente di salvarmi, stava persino piangendo per me, un estranea, perché? Io credevo che quei bastardi avessero cancellato ogni traccia di umanità nei loro cuori ma questo bambino aveva dimostrato: di non essere perduto, di sapere cos'è la riconoscenza, il dolore e la disperazione... Cosa aveva di diverso rispetto agli altri che vi erano qui dentro?

Quando la tigre aveva finalmente capito come adattarsi alla nuova condizione Alpha dopo che un Omega gli aveva sussurrato qualcosa all'orecchio si alzò all'improvviso ordinando a tutti :

<<Siamo sotto attacco.>> Urlò Alpha per poi rivolgere lo sguardo sul suo lato destro e continuare sempre con tono autoritario: <<Squadra Omega uscite fuori e distraete gli intrusi mentre noi spostiamo i gatti mannari in un altra base>>.

Un secondo dopo nella stanza c'era il delirio, vi erano licantropi ovunque che spostavano le gabbie con dei grossi macchinari presi chi sa dove, gente che usciva, rientrava ferita... insomma il putiferio. Onestamente non credevo che avrebbero preso anche me, ero pur sempre in fin di vita, distesa su una pozza di sangue ed invece mi portarono con loro trascinandomi come se fossi un sacco di patate senza il più minimo riguardo nei miei confronti, si preoccupò solamente il piccolo che sentendo le mie lamentele si precipitò da me soffiando in modo adorabile a mio parere contro i licantropi, il quale ovviamente non lo presero seriamente.

Mentre quei due che mi tiravano per le braccia tentavano di far scendere il gattino sul mio petto,
ce n'erano altri e tre che tentavano di incatenare nuovamente la tigre impazzita, ma dopo svariati tentativi senza alcun successo Alpha ormai spazientito prese una pistola nascosta sotto la sua giacca e sparò in testa al gatto mannaro, uccidendolo sul colpo:

<<Non abbiamo tempo da perdere in queste sciocchezze, chi non riuscite a portare via abbattetelo, per eccetto del gattino altrimenti Amber darà di pazzo, per adesso metteteli in cella insieme poi li separerete, ma sbrigatevi>>

Gli Omega si limitarono semplicemente a rispondere per poi aiutare gli altri due che mi stavano trascinando e bensì ero priva di forze non potevo rimanere disgustata dal suo raggiungimento, come poteva semplicemente abbatterli? Erano persone anche se con istinti animali, ma rimanevano comunque esseri viventi... Ero disgustata, ma ripeto non avevo neanche la forza per parlare, il mondo attorno a me girava come una trottola e la vista si offuscava sempre di più fino a quando non persi i sensi.

**********

*Dal punto di vista di Scott*

Eravamo stanchi e feriti, ma nonostante tutto il nostro impegno trovammo solamente una stanza vuota, sangue ovunque ed un sacco di cadaveri freschi rinchiusi in piccole celle ma di Amber nessuna traccia. La scena dinanzi a noi era davvero raccapricciante e provai disgusto per me stesso anche per aver servito per così allungo una persona così disgustosa, e pensare che per difendere il suo onore all'epoca osai mettere le mani a dosso anche ad Amber, forse aveva ragione c'era qualcos'altro sotto la morte dei miei genitori, ma non era questo il momento di pesare a ciò, si erano portati via anche Amber, e la cosa che mi spaventava di più di tutti che ovunque mi giravo sentivo un forte odore del suo sangue.

Avevo paura per la sua incolumità qualcosa mi diceva che era in pericolo e questa orribile sensazione non voleva andarsene, tutto questa situazione è solo colpa di quei tre che le anno detto tutte quelle cose orribili sul suo conto. Ero infuriato con loro, specialmente con Dariusz per aver detto tutte quelle sciocchezze sul suo conto, senza pensarci due volte lo colpì in pieno volto con tutto il peso del mio corpo, facendolo cadere malamente al suolo per poi sputare veleno:

<<SEI CONTENTO ORA? LO SENTI? QUESTO È L'ODORE DEL SUO SANGUE....>>

<<Scott calmati>> mormorò Bérard tentando di mettere pace, ma inutilmente perché ero arrabbiato con tutti loro, era solamente colpa loro se Amber era in pericolo :

<<NON MI CALMO A FATTO! E COLPA VOSTRA E DELLA VOSTRA IDIOZIA CAZZO!>>

Questa volta tento Dancan di mettere pace con l'unico risultato che si ritrovò il mio pugno stampato in faccia.

<<TU NON INTROMETTERTI BASTARTO>> urlai completamente fuori di me, per poi proseguire con tono più basso ma comunque infuriato: <<Se voi non l’accusavate in quel modo non sarebbe mai scappata, ed ora potrebbe essere ovunque, e chi sa cosa le stanno facendo. E per cosa l'avete fatto? Per gelosia? E sempre la stessa storia, appena Amber si apre con qualcuno di noi lei paga le conseguenze della nostra gelosia, da quello che ho capito è solo una ragazza che vorrebbe avere una vita tranquilla, un posto fisso, essere amata e voler amata e di certo noi non la stiamo aiutando>>.

Nessuno osò contraddirmi, anche perché sapevano benissimo che avevo ragione nessuno di noi fino ad ora l'aveva aiutata a sentirsi normale è parlo anche per me perché so riconoscere i miei sbagli, fatto sta però che ora eravamo di nuovo a punto a capo, anzi no, pure peggio perché questa volta avevano Amber....

Dove cavolo sarà ora....

















































































































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