Capitolo Ottavo

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Passarono due mesi da quando Dancan e Bérard seguivano ogni dritta e ordine impartito da Dariusz, come pensavo il suo aiuto fu molto proficuo visto che impararono a gestire almeno un po’ la loro trasformazione, anche se avevano ancora molto lavoro da fare. Scott invece, approfittò dell'assenza di quei due per starmi attaccato come la colla.

Ebbene si, non solo era finito già da un pezzo il mese a disposizione con conseguenza che ero braccata peggio di un animale, ed oltre a proteggermi da pericoli inesistenti, tentava di conquistarmi in tutti i modi. Si scusò anche un paio di volte per essere stato così violento con me, ma non volevo sentire ragioni, dopo tutto quello che aveva combinato non volevo avere più nulla a che fare con lui.

<<Amber, dai come posso farmi perdonare>> mi mugolò nuovamente Scott.

<<Salta tre volte sul posto portando la mano destra sulla testa, caccia la lingua, gira su te stesso con un piede solo, ed in fine Abbaia. Se lo fai ti prometto che ti perdonerò.>> dissi per scherzare, cosa che quel cretino non capì, perché lo fece veramente lasciandomi senza parole. Non potevo credere ai miei occhi, l’ha fatto veramente. Rimasi imbambolata qualche secondo a fissarlo incredula per poi scoppiare a ridere come una scema.

<<Allora, ora mi hai perdonato>>? Mi chiese speranzoso.

<<Si babbuino>> risposi fra una risata ed un altra. Come potevo non farlo dopo una simile idiozia?

Scott mi sorrise anch'egli, non si offese per il mio ultimo commento sapeva che scherzavo, e poi sono certa che non voleva intraprendere un altra lite con me, visto che per farsi perdonare ci mise un bel po', in una cosa ero maestra, ovverosia nel portare rancore ma Scott era stato così insistente se non assillante che mi fu impossibile continuare ad evitarlo.

<<Sei preoccupata>>? Mi chiese sedendosi accanto a me su un tronco d'albero.

<<Perché mai dovrei esserlo>>? Chiesi confusa.

<<Per il branco, non e da loro starsene tranquilli le regole sono regole, a prescindere da cosa sei. E poi Boris sembrava così affascinato da te, dalla tua natura soprattutto, so con per certo che ti stanno dando la caccia.>> mi rispose preoccupato. <<Non voglio perderti>> aggiunse incrociando i miei occhi.

Non so perché, ma adoravo sentirlo parlare, ha un timbro di voce così profondo e magnetico da catturati, non dico che mi piaceva, ma ora dopo due mesi non mi era neanche un estraneo. Solo non vorrei che si fasciasse troppo la testa illudendosi di false speranze, non ero tipa da essere amata, sono troppo complicata ed instabile, rischierei di ferirlo e non voglio so che all'apparenza posso sembrare insensibile ma non lo sono.

<<Non preoccuparti, chiunque sia questo Boris pagherà pegno per aver soltanto pensato di braccarmi come una bestia>>. Risposi a Scott dopo minuti di silenzio. Mi ero talmente immersa nei miei pensieri che mi ero scordata di dovergli rispondere.

<<So che dopo l'ultimo trascorso non crederai molto alle parole che sto per dirti ma, puoi contare su di me. Questa volta per d'avvero>>. Mi disse Scott perforandomi con i suoi occhi marroni.

E vero, non credevo molto alle sue parole,  sapendo benissimo che erano come un fuoco di paglia, però questa volta, non so perché volevo dargli nuovamente fiducia, e non ero il tipo di persona che dava seconde possibilità, così non sapendo che dire mi limitai a guardarlo dolcemente, che per mia fortuna capì al volo, facendomelo capire a sua volta con un altro sorriso carico di dolcezza. La nostra amorevole conversazione, se così vogliamo definirla, fu bruscamente interrotta dai tre ragazzi che tornavano dalla boscaglia. Dancan e Bérard mi salutavano come due bambini che cercavano di attirare l'attenzione della madre, mentre Dariusz, si limitò a farmi un semplice cenno del capo, per poi dirigersi verso la sua abitazione.
Sempre di poche parole il ragazzo, ma anche se faceva il burbero asociale, lui è poliglotta proprio come me, e di certo vivendo nei boschi, da solo come un cane, in teoria non gli servirebbe imparare più lingue, quindi non ci voleva un genio per capire che questa sua solitudine non sempre gli piaceva, anche se faceva di tutto per far credere il contrario.

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