In men che non si dica tutto il personale dell'aereo venne a vedere cosa fosse successo, e del perché Scott stesse urlando in quel modo. Per non parlare le occhiate curiose dei passeggeri, anche Bérard e Dancan non furono da meno, mi guardarono preoccupati sapendo che se avevo reagito così male era perché ero stata provocata. Anche se non ci conoscevamo da molto, si era già creato un legame fra di noi tre, ma nonostante provarono a raggiungermi delle Hostess li intimarono di rimanere ai loro posti per non creare ulteriore scompiglio, successivamente dopo aver calmato i passeggeri, vennero da noi facendoci mille domande, e non essendo a conoscenza della mia natura, potetti rispondere con sarcasmo:
<<Si nascondo un coltello in mezzo alle gambe>>
L'Hostess mi guardò male, compreso il secondo pilota che era venuto anche lui per vedere se ero una potenziale terrorista. Dopo qualche minuto a massaggiarsi la mano Scott guardò le signorine limitandosi a dire :
<<Mi sono fatto male da solo>> sussurrando dopo di ciò, in modo tale che solo io potessi sentire: <<Me lo sono meritato>>.
Lo guardai con la coda del occhio con puro odio, nessuno, e sottolineo nessuno prima d'ora si era mai permesso di farmi un affronto del genere. Come aveva osato posare le sue mani sul mio collo? E per giunta solo per aver esposto un parere... Mi ero solo lasciata seguire dall’intuito, non è di certo colpa mia se il suo racconto faceva acqua da tutte le parti.
Scott, nonostante si fosse a suo modo scusato, mi lanciò un occhiataccia sicuramente dovuta al fatto per aver insultato le regole del branco, sapevo che i conservatori erano di mentalità quadrata, ma fino a questo punto? Fino ad attaccare la propria mate? Io sapevo che il loro istinto era quello di proteggere la propria anima gemella, ma evidentemente se si toccavano le preziose regolare non guardavano in faccia nessuno.
Scott dopo qualche minuto a lanciarmi occhiatacce si lasciò condurre dalla signorina, afferrandolo delicatamente per la mano buona, per poi portarlo verso i bagni, li vicino vi era una piccola postazione di pronto soccorso. Visto che i licantropi avevano un rigenerazione molto più veloce da quella umana, era passato il tempo necessario per sembrare una ferita superficiale, ma ciò che non mi andava a genio erano le moine a cui dovevo assistere, erano d'avvero disgustose e patetiche. Scott la guardava con aria seducente portando dietro l'orecchio una delle sue ciocce di capelli, mente la signora ridacchiava imbarazzata, mentre gli medicava la ferita.
Cosa avranno poi di così divertente da dire non me lo spiego, insomma pensavo che ad un cane solitario come lui non era permesso approcciarsi con gli umani, ma infondo Scott da come mi disse, da bambino ha vissuto sempre insieme agli umani e forse gli mancava quella normalità a cui dovette rinunciare. Per questo perdeva così tanto tempo con quella umana o forse la mia teoria non era altro che una scusa per non uccidere sia lei che lui, che poi del perché sentivo questo istinto non lo capivo neanch'io, certe volte ero un mistero anche per me stessa, contraddicendomi continuamente.
Non riuscivo a distogliere lo sguardo da loro, più li fissavo e più la rabbia cresceva in me, come ci eravamo finiti fin qui? Prima voleva chiedermi scusa per essere stato così vigliacco, successivamente abbiamo litigato perché ho insultato le regole del suo clan, ed ora flirta con un umana?
<<Amber>> mi chiamò infuriato Dancan <<Che diavolo ti ha fatto quel cane rognoso>>
Mi voltai di scatto sorpresa di vederlo nel posto di Scott, credevo che non l'avevano fatto spostare.
<<Abbiamo avuto una discussione, niente di che>> mi limitai a dirgli brevemente, ma ovviamente non si accontentò perché notando i segni sul collo ruggì infuriato, esclamando:
<<Questi te li ha fatti lui>>?
Sentendo Dancan che accennava a qualche livido sul mio collo si precipitò da me anche Bérard, fissando i lividi con puro odio, ma non era indirizzato a me quello sguardo, bensì a Scott.
<<Ragazzi sto bene, basta assillarmi>>li rimproverai intimandogli di andare al loro posto, non volevo rotture di scatole, apprezzavo il loro interesse ma non ero una bambina sapevo difendermi benissimo da sola. E posso assicurare che dopo ciò che aveva fatto Scott non aveva più nessuna scianz di portarmi a letto.
<<Ti terrò d'occhio, se osa un altra volta metterti le mani a dosso lo sbrano vivo... Fanculo se prendo la rabbia, io lo uccido>> disse Dancan trattenendo un ruggito animalesco.
<<Già, concordo con Dancan, lo ucciderò anch'io.>> si intromise Bérard.
Mi faceva piacere notare che fra loro due almeno era nata una bella intesa, di fatti Dancan per non escludere il ragazzo quando si rivolgeva a me parlava sempre in Francese, in modo tale che potesse comprendere anche lui. Ma fatto sta che non dovevano preoccuparsi così tanto per me, quello con la mano perforata non ero io ma bensì lui, e se lo era meritato. Poco dopo arrivò la signorina assieme a Scott, il quale vedendo l'intruso al posto di Scott, disse di tornare al posto assegnato, ma Dancan si rifiutò categoricamente, affermando:
<<Non lascio la mia Amber nelle mani di questo cavernicolo>>
<<Lei non è tua bastardo>>. Ringhio Scott a quella affermazione.
<<Scommettiamo che lo sarà presto>>? Rispose Dancan per beffeggiarlo.
<<allora vuoi morire gattacc...>> ringhiò Scott ma lo fermai urlandogli:
<<IMBECILLI! IO NON SONO DI NESSUNO>>.
Bérard questo giro non capi molto, perché quei due si erano messi a litigare in Russo, come se io fossi un oggetto in saldo. Maschi, specie inferiore, lo dicevo sempre io è questa fu la conferma. Scott avendo il posto assegnato vicino a me, dovette mettersi nuovamente al suo posto, provò a scusarsi con me con tono dispiaciuto, ma nonostante le sue svariate suppliche non lo degnai di uno sguardo, bel modo di fare pace, razza di cane puzzone.
********
Usciti dall'aeroporto Dancan e Scott si misero nuovamente a litigare in Russo su di chi ero e cose così, non avevo voglia di badare a quei due bambinoni così me ne stavo poco più avanti assieme a Bérard a parlare della sua natura.
<<Come possibile che Dancan non sappia controllare la sua natura? Insomma e più grande di me e persino di te>>? Mi chiese timidamente Bérard.
<<Perché l'età non conta mio caro, vedi io ho sempre vissuto nei boschi, mentre Dancan no, lui ha sempre cercato di sopprimere la sua natura ed ovviamente come puoi immaginare quando veniva a galla esplodeva in un concentrato di ferocia. L'unico modo per avere una parvenza di normalità e accettare ciò che sei ed imparare a controllarlo>>. Spiegai al piccolo Bérard facendogli un dolce sorriso. Avevo sempre desiderato un fratello, ed ora con lui era come se il mio desiderio si fosse realizzato.
<<Ma tu pensi mai alla tua famiglia? Cioè la tua vera famiglia. Era come noi? E se si l, perché ci anno abbandonati>>? Mi chiese malinconico Bérard.
Effettivamente non ci avevo mai pensato, si il pensiero che i miei geni potessero essere ereditari si, anche perché era l'unica spiegazione plausibile, ma l'idea di rivedere i miei veri genitori non mi passò proprio di mente. Cosi gli dissi semplicemente di no, e quando stava per rispondermi incuriosito da tale freddezza, Bérard fu interrotto da Scott che mi prese in braccio mettendomi sulle spalle come un sacco di patate, per poi scappare sotto le imprecazioni di Dancan.
Non potevo crederci, quei due stavano ancora litigando, ora iniziavo a stancarmi di tutta questa storia, in più i capelli di Scott mi facevano il solletico, facendomi fare continui starnuti.
<<Lasciala andare troglodita>> urlò furibondo Dancan.
<<Sennò che fai gattino >>? Lo stuzzicò Scott.
Non l'avesse mai detto, Dancan iniziò a ruggine dando alcuni cenni di trasformazione: come occhi gialli, peli che crescevano lungo tutto il corpo. Non potevo permetterlo, eravamo a metà strada dal paesino vicino Lubsko e nonostante eravamo in una strada poco trafficata, vi era comunque il rischio di essere scoperti.
<<Scott mettimi giù prima che Dancan ti faccia male, e sappi che non lo fermerò se vuole ucciderti>>.
Vidi chiaramente il dispiacere nei suoi occhi nel pronunciare quelle parole, ma volevo anche ricordargli che nel tentativo di scusarsi per la sua codardia aveva anche tentato di strangolarmi, non potevo mica passarci su così facilmente.
Dancan nel frattempo divenne sempre più instabile fino a concretizzare le mie paure, si era trasformato in un leone, ruggiva a più non posso perdendo ogni traccia di umanità. In questo momento non era più il Dancan che conoscevo io.
Mi posizionai davanti a Scott scendendo dalle sue spalle con un balzo felino, non so neanch'io il perché, se lo uccideva era meglio per entrambi ma una parte di me mi spinse a dividerli, forse non volevo che entrambi rimanessero feriti, anche perché pur essendo un Omega rimaneva comunque un lupo e poteva far del male al mio amico, si sicuramente era questa la spiegazione... Certe volte mi capivo a stento anch'io.
Cercai di farlo calmare usando un tono dolce e calmo e rassicurante:
<<Dancan, considerala la tua prima lezione. Guardami>>
Come previsto Dancan non mi riconobbe in quello stato, con la conseguenza che balzò su di me per attaccarmi, ero già pronta per fermarlo, anche perché sapevo che non lo faceva a posta, ma un grande lupo di colore grigio scuro balzo sopra la mia testa atterrando Dancan.
Capi immediatamente che si trattava di Scott, anche perché il suo odore era inconfondibile, Scott ringhio verso il leone arrufando tutto il pelo, Dancan essendo in balia della sua natura animale ruggì a sua volta nella nostra direzione, cercando di avanzare cosa che gli fu impedita dal lupetto.
Scott stava per avventarsi sul suo collo quando lo fermai bruscamente dicendogli :
<<Fermati non e cosciente di ciò che fa, non e colpa sua>>
Bérard che finora era stato in disparte alla discussione fece una mezza trasformazione, la quale è meno dolorosa da quella completa, correndo subito in soccorso del suo amico Dancan, ma la sua risposta fu una zampata ben piazzata da parte di Dancan, da metterlo subito al tappeto. Corsi immediatamente verso Bérard, poverino, voleva solamente aiutare il suo nuovo amico, non sapendo che in questo momento non era più Dancan.
Scott ignorando i miei ordini si lanciò contro Dancan, mordendogli al collo. Perché non capiva che se l'avevo fermato e perché poteva trasformarsi in una tragedia questa discussione? Santo cielo, mai che mi si da ascolto per una buona volta. E come previsto Dancan gli morse una spalla, facendolo sanguinare copiosamente. I suoi guaiti raggiunsero ogni angolo della strada desolata, se non avevano raggiunto anche Lubsko per quant'erano forti.
Non potevo starmene qui a guardare mentre si uccidevano a vicenda per una stupidaggine, così adagiai con delicatezza Bérard al suolo, privo di sensi, e corsi verso quei due idioti per fermarli. Ma prima che potessi fare qualsiasi cosa un ragazzo dai capelli neri si intromise, facendo annusare a Dancan una strana erba che lo placò immediatamente.
Dancan, che tornò immediatamente alla sua forma umana con un aria visibilmente confusa. Non feci caso al fatto che fosse nudo, sinceramente poco mi importava adesso come adesso, ero concentrata sullo sconosciuto, mi sembrava vagamente familiare a parte per le sue possenti spalle e per quella barbetta incolta che mi confondevano. Provai ad immaginarmelo più piccolo e senza barba, come d'incanto mi fu tutto più chiaro.
<<Dariusz>> urlai euforica buttandomi fra le sue braccia.
Cosa che Dariusz ricambiò in maniera molto fredda, ma lo conoscevo abbastanza bene da sapere che era un tipo alquanto asociale, ma se non fosse stato felice di vedermi di certo non sarebbe venuto fin qui per aiutarmi. I ragazzi invece lo guardarono come se fosse Satana in persona, conpreso quel timido di Bérard lo fissava in malo modo mischiato ad una nota di confusione visto che aveva ripreso i sensi nel momento esatto che abbracciai Dariusz. Ma avevo altro a cui pensare, ad esempio a com'era diventato un vero uomo Dariusz, cioè che spalle, che muscoli...
<<Dariusz, arrivi sempre nel momento opportuno, meno male che passavi di qua>> risposi euforica.
<<Non passavo di qui, ho sentito la tua puzza da lontano>> rispose con il suo solito tono apatico.
I ragazzi ci guardarono confusi, fra di loro non vi era nessuno che parlava Polacco, dunque erano curiosi di sapere cosa stavamo dicendo. Ma non avevo tempo di tradurre, ne di stare allo strano gioco di Dariusz, così gli spiegai brevemente le mie ultime scoperte e di come questi ragazzi avessero bisogno di lui, proprio come ne ebbi io agli inizi. Si molte cose le avevo scoperte da sola, ma Dariusz mi insegnò a vivere a stretto contatto con la natura, i mezzi per coprire il mio odore e fra tutti noi era colui che aveva più esperienza sulla nostra natura, dunque se ero ancora viva in parte è anche merito suo.
Dariusz ci penso un secondo, e dopo qualche minuto a rifletterci su sbuffò rumorosamente, per poi rispondermi quasi infastidito:
<<Più ti dico che non voglio contatti con nessuno e più mi porti gente>>?
<<Quindi ci aiuti o no>>? Risposi facendo la vicina dolce per ammorbidirlo.
<<Hai idea di quanto lavoro ci vuole>>? Li indicò. <<Guardali sono un ammasso di indisciplinati>>
Mi giocai l'ultima arma in mio possesso, mi avvicinai a lui facendogli gli occhioni dolci:
<<Dai Dariusz, ti prego>>
Di risposta sbuffò un si sforzato, sapevo che per lui era uno sforzo immane approcciarsi con qualsiasi essere vivente, perciò lo ringraziai con un abbraccio ed un bacio affettuoso sulla guancia, cosa che ne Scott, Dancan e stranamente anche Bérard non gradirono visto che mi afferrarono in malo modo portandomi lontano da lui.
<<Ok, basta con tutto questo affetto.>> disse furioso Scott.
<<Questo dovrei dirlo io, te non hai voce in capitolo. Razza di cane rognoso>> gli ringhio Dancan con tono autoritario.
<<Come ti permetti gattaccio... Io... >> gli rispose a tono, ma fu interrotto da Bérard che intervenne anche lui chiedendo direttamente a me visto che non aveva capito le lamentele di quei due:
<<Amber, non dirmi che lui è il tuo... >>
O mio dio ma cos’hanno questi ora! Che palle, sarà mai possibile che questi mestruati debbano sfiancarmi in questo modo? Dariusz avendo capito tutto quello che dicevano, lo guardò sorridendo beffardo dicendo prima in francese e poi in Russo:
<<Si e la mia ragazza>>.
Non dico nemmeno il bordello che ai creò, capirono che li stava prendendo in giro solo dopo che si piegò in due dalle risate, bofonchiandomi tra una risata e l'altra :
<<O mio dio Amber, ma che cosa gli hai fatto!>>
<<E sarebbe colpa mia ora? Si comportano così da quando Scott se unito a noi... Io non centro>> mi lamenti ovviamente, con il risultato di farlo ridere ancora di più dicendomi che ero un ingenua... Io? Mah... Maschi chi li capisce e bravo. So già che mi faranno uscire pazza...
STAI LEGGENDO
Mannari
Kurt AdamAmber è alla ricerca di persone come lei, iniziò il suo viaggio da piccola stanca di essere sola. Stanca di essere l'unica. Nel corso dei suoi viaggi scoprirà che effettivamente non è la sola al mondo, il quale vi sono sparpagliati per il pianeta ta...