7. Fragola

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«Yoongi svegliati.» qualcuno lo scosse leggermente. Senza nemmeno pensarci egli si girò dalla parte opposta. Era così stanco che avrebbe tanto voluto dormire per sempre.
«Yoongi alzati, devo parlarti.» gli tirarono un braccio. Così decise di aprire gli occhi e girarsi di poco verso la persona che stava odiando di più in quel momento.

Si ritrovò davanti Seokjin, ovviamente. Poi Jungkook e sul suo letto, Taehyung.
Ti pareva, non si può manco riposare tranquillamente.

Yoongi sbuffò sonoramente e richiuse gli occhi.
«Che diavolo volete ora?» bofonchiò.
«Cambi stanza, ora.» gli disse secco Taehyung. Ah, ora è tornato a fare lo stronzo? Bipolare il ragazzo, mi dicono.
Si alzò senza sapere nemmeno lui da dove avesse preso la forza per farlo «Va bene, ditemi. Ma sbrigatevi, voglio tornare a dormire.» sentenziò.

«Ho parlato con il dirigente. Mi ha riferito che saresti dovuto stare in camera con un altro ragazzo, ma quest'ultimo lo ha pregato di non metterti con lui e non ne conosce il motivo.
Così ha chiesto a Jungkook -ovvero questo ragazzo- di spostarsi in camera con quel ragazzo, lasciandoti stare in camera con Taehyung -il ragazzo scorbutico che hai conosciuto prima-.» a parlare fu Seokjin, stranamente molto serio.
Poi continuò «Gli ho riferito la reazione di Tae e, sia per il tuo, che per il loro bene, mi ha detto che andrai in camera con quel ragazzo. Lasciando questa stanza a Tae e Jungkookie.» spiegò velocemente.
Ah perfetto, allora io dovrei stare in camera con un tipo, che non si sa per quale motivo mi odia e non ho nessun diritto di ribattere su questa situazione? Mi pare ottimo.

«Prendi le tue cose, ti porto nella tua camera definitiva.» gli disse tranquillo Jungkook, distraendolo dai suoi emozionanti pensieri.
Si accorse solo in quel momento che nella stanza erano presenti un borsone e una valigia, a quanto pare suoi.
Questo mio non ricordare mi sta facendo impazzire. Mi sento strano, come se non avessi mai vissuto veramente: eppure so benissimo chi sono. Devo cercare qualche frammento del mio passato al più presto possibile.

Yoongi prese la roba e seguì Jungkook fuori dalla camera, non salutando nè Taehyung nè Seokjin.
Il ragazzo lo condusse più avanti, poi svoltarono a destra, trovandosi su un altro corridoio enorme e pieno di porte.
Quel posto era davvero un labirinto.

Si trovavano davanti ad una porta con il numero 118.
Jungkook bussò, ma non ricevendo nessuna risposta decise di entrare con le chiavi.

Entrammo e dopo aver acceso la luce notammo che la camera era vuota; meglio così.
Yoongi poggiò le sue cose per terra, vicino il letto che non pareva essere usato.

«Mi dispiace per prima. Solitamente Taehyung non si arrabbia. Ha un problema con il controllare la rabbia... Uno tra i tanti altri.» disse Jungkook portandosi una mano al collo imbarazzato.
Notando che Yoongi non aveva intenzione di proferire parola, il moro continuò «Mi chiamo Jungkook e ho sedici anni. Sono qui da praticamente quando sono nato, insieme a Taehyung.» disse calando un piccolo sorriso. Quando pronunciò il nome di Taehyung, il menta vide qualcosa farsi strada nei suoi occhi. Devono volersi molto bene.

«Sono Min Yoongi, ho diciotto anni.» disse appggiandosi alla parete, era davvero esausto.
Vide il ragazzo farsi paonazzo in volto, mettendosi una mano sulla bocca.
Non lo conosceva, ma a pelle gli piaceva, sembrava un ragazzo caro che si preoccupava per il benessere altrui.

«O-oddio scusa! P-pensavo avessi più o meno la mia età, essendo più basso di me. S-scusa, h-hyung...» finì la frase poggiandosi entrambe le mani sugli occhi.
«Ehi, ti pare? Sta tranquillo! Dico davvero, non è nulla» lo rassicurò. Al che, esso tornò a guardarlo «P-penso che tu sia stanco dopo questa giornata piena di caos.
Ora vado... Se hai fame passa in mensa a cena, devi mangiare.»
Lo salutò con un gesto veloce della mano ed escì dalla stanza.

Erano le sette di sera e la cena si teneva tutte le sere alle ore otto. Oggi penso salterò, il ragazzino ha ragione, questa giornata è stata infernale.
Quella giornata aveva cambiato tutta la sua vita, o almeno così sarebbe dovuto essere. Eppure non si sentiva traumatizzato dalla scoperta della morte dei suoi genitori. In fondo non ricordava nulla di loro, gli sembrava più che logico che non ci stesse male.
Sono comunque stanco, conoscere gente a caso... Soprattutto gente strana... Non fa per me.
Avrebbe voluto tanto rimanere solo in quella camera, in questo posto, vivere un qualcosa di tranquillo. Cercando di ricordare qualcosa senza aiuto, o meglio, senza avere dei tipi strambi tra i piedi. Questa gente mi rovinerà la vita serena che desidero trascorrere, già lo so.

Non face nemmeno in tempo a finire di riflettere che uno sbadiglio lo fermò.
Si guardò attorno per osservare tutti i dettagli di quella stanza.
Non era enorme, ma abbastanza per due persone. La cosa che da subito saltava all'occhio era il colore delle pareti.
La parte destra era bianca immacolata, la sinistra, invece, era variopinta.
Vi erano due letti: uno con lenzuola interamente bianche, sembrava freddo e anonimo, davvero triste. L'altro invece aveva un piumino con una fantasia arcobaleno, come quella delle fodere dei due cuscini poggiati alla spalliera del letto.
Sul letto vi erano vari peluche. Mi trovo in una stanza di un bambino? Non mi hanno detto che avrei dovuto fare da baby sitter.

Si avvicinò al letto tanto colorato e ci si sedette sopra, spinto da un interesse ignoto.
Non sapeva nemmeno lui di come quei peluche riuscivano ad intenerirlo. Avrebbe voluto davvero ricordare qualcosa dell'infanzia passata con i genitori.
Si sdraiò comodamente sul letto colorato, domandandosi a quale ragazzino appartenesse.
Si rannicchiò in posizione fetale rapito dalla stanchezza.
Si strinse al piumone che infondeva uno strano odore. Annusò profondamente per carpirne meglio il profumo.
Sarà mica...

Fragola?

sᴏ ғᴀʀ ᴀᴡᴀʏ 	||♡ᴍ.ʏɢ+ᴘ.ᴊᴍ♡||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora