24. Grazie Cuore.

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La luna era ormai alta in cielo. Vi erano una miriade di stelle quella notte.
Sembrava tanto essere una notte da sogno, eppure per Jimin si rivelò l'esatto opposto.

Il ragazzo era sdraiato sul prato. I piccoli ciuffi d'erba gli pizzicavano la cute dietro la testa e le piccole manine. L'aria gelida della notte gli si parava in faccia.

Non era ancora del tutto cosciente e non riusciva ad aprire gli occhi.
L'unico ricordo che aveva di prima che svenisse gli faceva venire i brividi. Avrebbe preferito essere morto che aprire gli occhi per vedere lo scempio che aveva combinato lo sconosciuto su di lui.

Il respiro cominció ad alleggerirsi, segno che stava finalmente per svegliarsi.

Ancor prima di aprire gli occhi, alle sue orecchie giunse una voce ovattata e distante.

Poco dopo percepì di essere scosso da qualcuno.
Percepiva delle mani su di lui, delle mani familiari al suo corpo.

Il suo istinto stava per convincerlo ad alzarsi velocemente e scappare, ma qualcosa lo fermava. Nemmeno Jimin riusciva a capire cosa fosse.

La voce risultó più chiara, sembrava dire «Jimin, ti prego Jimin svegliati. Non è il momento di dormire, svegliati.».
Sembrava più una richiesta che un rimprovero.

«Jimin, svegliati e dimmi che stai bene.»

«J-Jiminie...» la voce sembrava stesse per rompersi.
Delicata come un bicchiere di cristallo, ma allo stesso tempo macchiata da una sofferenza che l'avrebbe portata a infrangersi contro il suolo, rompendosi in una marea di pezzi.

Quando sentì sfiorarsi le guance allora Jimin capì.

Riconobbe in una frazione di secondo le dita affusolate e ossute che lo stavano accarezzando.

Riconobbe la voce.

Riconobbe il profumo familiare appena inspirò.

Riconobbe il senso di protezione che aveva quando stava con lui, nonostante tutto.

E quando aprí gli occhi, riconobbe il suo volto.

Così delicato e rude allo stesso tempo, così bello ed etereo.
Con quei capelli soffici da voler accarezzare.
Quegli occhi da voler chiudere con dei baci, in modo da non vederli più sofferenti e lucidi.
Il piccolo naso che avrebbe voluto tanto strofinare con il suo.
Le bianche gote leggermente macchiate di rosso, che avrebbe voluto tenere con le sue mani.
E infine quella piccola bocca rossa. Avrebbe tanto voluto posarci sopra un dito per verificare fosse reale per via della troppa bellezza, come il resto di lui.

Avrebbe voluto stringerlo tra le braccia, proprio come aveva fatto la prima notte in cui si erano incontrati. Avrebbe voluto stringerlo a sé, pur essendo Jimin a stare male. Perché Jimin, ogni volta che lo vedeva, era scosso dal desiderio di sentirlo stare bene.

Riconobbe al cuore i suoi errori e i suoi reali sentimenti.

Capí che fu proprio il cuore a tenerlo saldo in quel luogo e lo ringraziò di averlo fermato dallo scappare, convincendolo a rimanere sdraiato lí, sul prato bagnato.

Lo ringraziò di non averlo mai abbandonato e di avergli dato modo di capire cosa stesse realmente provando, rimanendo fedele all'altro.

Lo ringrazió infinite volte per avergli fatto capire che Min Yoongi sarebbe stato il primo e ultimo amore della sua vita.


❁❁❁
Scusate se è così breve, ma avevo intenzione di farne uno così significativo.

Lo dedico a bakabaneell con tutta me stessa, perché lei c'è sempre. ❤️

sᴏ ғᴀʀ ᴀᴡᴀʏ 	||♡ᴍ.ʏɢ+ᴘ.ᴊᴍ♡||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora