-None's pov.-
«Qui abbiamo terminato, possiamo andare. Tra poco si sveglierà, lei rimanga qui, dottore.» Yoongi sentì delle voci in lontananza. I suoni gli risultavano ovattati, come il resto.
Restó in posizione supina per un altro po' di tempo.Improvvisamente gli ritornó in mente qualcosa, come dei ricordi passati. Un fascio di emozioni e ricordi gli passó davanti.
Cos'era? Cosa mi è successo?Si alzó lentamente a sedere.
Si trovava in una stanza non eccessivamente grande e, a suo malgrado, piena di colori. Non sembrava essere una stanza di ospedale.
Dove diavolo mi trovo?Cercó di mettersi in piedi, ma venne fermato immediatamente da una voce.
«Ehi ehi, no. Rimani seduto e non fare movimenti bruschi, rischieresti di perdere l'equilibrio o farti del male.» gli andó incontro, tenendolo per le spalle.«Chi è lei? Perché mi trovo qui?» esternó tutte le sue domande d'un fiato. Yoongi cercó di darsi tutte le risposte che non aveva, pensando e ripensando, ma non ci riuscì.
Dopo un lungo silenzio, l'uomo puntó i suoi scuri dentro quelli del ragazzo. Gli metteva un'ansia terribile, come se non ne avesse già molta.
Cosa dovrei ricordare?«Non ricordi nulla di quello che è successo un mese fa?» sospiró
«No... E poi, un mese fa? Dove cazzo sono stato da un mese ad ora?» scattó in piedi, doveva capire.
«Non alzare la voce.» gli consiglió. «Sei stato in coma per un mese. Ti abbiamo ritrovato svenuto in camera tua.» continuó poi.
Yoongi si rimise seduto con calma e ascoltó pazientemente la risposta alle sue domande «Dove sono? Cosa mi è successo?»«Come già detto, ti abbiamo ritrovato svenuto in camera tua, solo in seguito sei entrato in coma.
Quella notte ha fatto irruzione in casa tua e della tua famiglia, quello che la polizia pensa sia un ladro.
Esso... Ha ucciso entrambi i tuoi genitori.. E poi è fuggito.
Ora ci troviamo in un luogo di riabilitazione per ragazzi. Ragazzi con malattie o che hanno subito traumi, come il tuo.
Io sono un dottore, mi occuperò del tuo benessere fisico e non solo.
Mi occuperò specialmente del tuo benessere mentale.» continuó a guardarlo con uno sguardo triste, come se tutto quello successo nel suo passato fosse una tragedia.«I miei genitori? Il mio passato..? Non ricordo nulla a riguardo. So solo di essere Min Yoongi e di conoscere abbastanza me stesso.» disse semplicemente, senza alcun tipo di giri di parole. Era la verità. Non ricordava nulla di ciò che aveva vissuto in passato. Questa sua semplice affermazione fece sbarrare repentinamente gli occhi al dottore davanti a sé.
«T-tu...non ricordi nulla? Che vuol d-dire?! Non ricordi ciò che è successo ai tuoi genitori o non ricordi assolutamente nulla del tuo passato...Nessun ricordo? Momenti felici o pessimi?! NULLA DI NULLA?!» disse alzandosi in piedi. Rimase visibilmente scioccato, ma Yoongi non ne capí il motivo.
Ormai i suoi genitori erano morti...per chi dovrei ricordare?«No. Nulla, niente nel modo più assoluto che ci possa essere.» disse alzando la voce, dato che quel dottore ormai stava dando di matto. «Okay, senti.» gli disse «Resta qui per venti minuti.» ed indicó un orologio appeso alla parete di fronte a noi. «Passati i venti minuti segui la mappa dell'edificio che si trova dentro il cassetto del comò, raggiungi poi la stanza indicata in rosso. È il mio studio, lì ti spiegherò come funziona qui. Ormai questa sarà la tua casa, almeno finchè non sapremo che sarai pronto per una vita lì fuori.» indicó la grande finestra vicino al letto su cui era seduto il giovane. Poi si fece più calmo, si ricompose.
Vivere...li dentro? Dove cazzo sono finito? In una casa di cura per matti forse?! Se lo scordano che io rimanga qua dentro. Ho diciannove anni, quale diritto pensano di avere per tenermi rinchiuso qua dentro?! Nessuno. «Okay. Ciao.» disse con calma al dottore, guardando da un'altra parte. «Ci vediamo dopo ragazzo.» egli gli si avvicinó posando una mano su i suoi capelli menta, ma prima che potesse scompigliarli gli bloccó il polso, togliendo la mano dai suoi capelli «Ho detto ciao.» scandí bene l'ultima parola, facendogli capire di non esporsi troppo e soprattutto dargli tutta quella confidenza non ben accetta. Il tipo uscì dalla stanza, lasciandolo finalmente solo.
Yoongi aspettó un paio di minuti prima di prendere la cartina dal cassetto ed uscire dalla stanza. Non posso rimanere qui dentro, devo uscire. Fortunatamente sulla cartina vi erano segnate molte uscite. Così si apprestó a raggiungere velocemente la prima uscita che gli si presentava. Non era però molto vicina come credeva, tanto che si ritrovó a percorrere un'infinità di corridoi, tutti colorati e con varie scritte e disegni. Ma dove cazzo sto? In una casa di cura per matti con un cervello di bambini di cinque anni?! Mha. Vi erano anche moltissime porte...ci mancava il labirinto dei pazzi.
Finalmente arrivó in un punto che riesciva a riconoscere sulla cartina, gli sarebbe bastato girare l'angolo ed andare tre porte più avanti. La quarta di seguito sarebbe stata la sua via di fuga. Non pensava sarebbe stato così semplice, in più di dieci minuti in cui sclerava e continuava a correre non incontró nemmeno una persona.
Siamo sicuri sia davvero una gabbia per matti?! Secondo me questi mi vogliono tenere per fare esperimenti sul mio eccelso encefalo.Nella fretta di girare l'angolo non si accorse di aver colpito qualcuno, tanto che una voce flebile lo fece girare. «Sei un grandissimo maleducato, almeno potresti chiedere scusa, mha. I giovani d'oggi, tutt'altra generazione.» borbottó tra se e se. Yoongi mise gli occhi su quella minuta figura che si trovava seduta a terra. Una volta tirato su si pulì i pantaloni e sparì dietro l'angolo. Ma che caz..? Quel tipo stava parlando da solo? Allora è davvero un ospedale psichiatrico!
Senza soffermarsi ulteriormente sull'incontro strambo corse verso la grande porta a vetri. Una volta aperta giunse in un grande prato...anche se in realtà forse non era una distesa di erba, ma più un giardino.
Allora non sono uscito veramente...ma sta cosa è una prigine?!«Cazzo!» urló prima di piegarsi e mettere le mani sulle ginocchia per riprendere fiato. Fece per rimettersi in posizione eretta quando tutto inizió a girare. Per un momento credé di rigettare, era sinceramente stanco di tutta quella situazione, perciò si lasciò andare, cadendo.
Stava per chiudere gli occhi, quando sentí prenderlo da due braccia sottili. Chiuse gli occhi e venne sovrastato da un unico colore.
Arancione
È l'unico ricordo che ho del passato.
Perchè proprio il colore arancione?
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sᴏ ғᴀʀ ᴀᴡᴀʏ ||♡ᴍ.ʏɢ+ᴘ.ᴊᴍ♡||
Romance❁In revisione❁ Min Yoongi è sempre stato un ragazzo lontano dal resto del mondo. Gli bastava la musica per entrare nel suo mondo, dove anche le sue sofferenze venivano alleviate. La musica era l'unico mezzo per fuggire dalla sua vita disastrata. A s...