22. Cosa Vuol Dire Baciarsi?

170 18 3
                                    

Da quella sera di festa Jimin non si aspettava molto, sapeva che Jungkook e Taehyung non sarebbero andati.
Si sforzó di non pensare a Yoongi mentre si recava al piano di sotto, dove vi era la festa.

Erano le dieci di sera ed era molto eccitato, in fondo era la sua prima festa non intesa come compleanno.
Si aspettava un grande torta colorata e moltissimi palloncini, come quelle che facevano per il suo compleanno.
Amava quelle feste, forse perché le passó sempre con i suoi amici o forse perché in quell'unico giorno si sentiva apprezzato e amato.

Continuó a camminare sempre più lentamente, stava cominciando ad avere timore. Anche perché era da molto tempo che non faceva una festa, il suo compleanno lo festeggió per l'ultima volta sei anni prima, quando era ancora un bambino.
Per distrarsi cominciò a pensare alle parole di Jungkook. Egli, da piccolo, gli aveva confidato che alle feste solitamente si davano al festeggiato dei regali. Dei doni, solitamente degli oggetti che la persona che compiva gli anni desiderava. Eppure a Jimin, durante gli anni non era stato regalati nulla.
L'arancione continuava ad aspettare i suoi doni con impazienza. Era ormai grande, ciononostante desiderava tanto dei regalini.

Si fermó davanti alla scala che portava al piano inferiore.
Pensó a Yoongi, sarebbe andato anche lui alla festa? Forse con Hobi?
A Jimin sarebbe tanto piaciuto potergli tenere la mano, scendendo le scale che in quel momento stava fissando dall'alto.

Sospirò sconfitto dal senso di oppressione che lo attanagliava.
«Hai intenzione di rimanere a fissare le scale per tutta la notte?»
Seokjin lo stava prendendo in giro, mentre gli si avvicinava.
Jimin si giró sorpreso, non immaginava che Jin sarebbe andato alla festa.
«Vogliamo andare?» gli chiede poi, cominciando a scendere le scale.
Jimin sussurró un 'si', per poi scendere il primo scalino.

La sala era piena come mai Jimin l'avesse vista. Anziché essere splendente e piena di colori come Jimin si aspettava; la sala era buia, con qualche luce e rumorosa.
Vi erano una miriade di giovani, la maggior parte di cui Jimin non era nemmeno a conoscenza dell'esistenza. Si stavano tutti muovendo con passi dettati dalla musica.

Jimin era ormai entrato, preceduto da Jin.
Si guardò attorno, girando su se stesso, vi erano tante luci luccicanti, come piccole stelline che s'illuminavano per poi spegnersi subito dopo.
L'arancione era davvero sorpreso di vedere tutta quella gente, per tutto il tempo in cui si trovava in quella casa non aveva mai visto così tante persone.
«Hyung perché ci sono tutte queste persone? Non mi sembrano pazienti.» urló, cercando di farsi sentire da Seokjin per via della musica troppo alta.

Di rimando l'altro si abbassó all'altezza del suo orecchio «È gente invitata da alcuni pazienti, quelli che vangono a lezione con me. Come puoi vedere sono quasi tutti sconosciuti.».
Anche Jin era stranito da quella situazione, ovviamente gli piaceva il divertimento, ma di certo quello era fin troppo.  «Vuoi andartene?» gli chiese gentilmente il più grande era a conoscenza della situazione di Jimin e non voleva che si stressasse.

«Tranquillo hyung, basta che il dottore e gli altri responsabili siano a consocenza di questo casino.»
Questo era Jimin.
Stava male e sarebbe potuto svenire da un momento all'altro, eppure si preoccupava per le conseguenze delle azioni altrui e non del suo benessere. Era fin troppo responsabile per gli altri. Al contrario, non pensava spesso a se stesso.

«A quanto pare no» ride l'altro che aveva cominciato a muoversi verso la "pista" «vieni?» aggiunse poi guardando Jimin.
Quest'ultimo era sommerso dai dubbi, non sapeva se andare a ballare o andarsene in camera. Non sapeva se fosse il caso di fidarsi degli altri e lasciarsi andare.
E non sapeva se lasciare tutto per andare a cercare il suo compagno di stanza per chiarire.

Scrolló le spalle, per poi correre verso Jin.

                                ❁❁❁

Jimin era ormai entrato nella grande folla che si stava muovendo senza un senso. Perse così di vista il suo hyung, non che gliene importasse molto in realtà. Voleva veramente liberarsi da tutti e tutto, cominciando a danzare.
Inizió a muoversi in modo differente di quando provava.
Stava liberando tutto se stesso, continuava a muovere le anche, le braccia e la testa. Si era lasciato prendere dall'entusiasmo e dal ritmo.
Era così preso che non si accorse delle molte occhiate che le persone gli lanciavano.

C'erano molte ragazze poco vestite che lo fissavano, cercando di rubargli qualche sguardo. Eppure lui era così immerso nella sua danza che non se ne accorse.
Non si rendeva conto del mondo circostante, fino a quando una mano toccó la sua spalla.
Sorpreso da quel tocco improvviso Jimin stava per girarsi in modo da vedere chi lo stesse cercando.
Si bloccó dal girare la testa quando sentì una presenza troppo vicino a se.
Si pietrificó all'istante dato che solitamente non dava confidenza a nessuno, eppure in quel momento qualcuno si era avvicinato a lui in modo eccessivo.

Preso dall'ansia si giró alla svelta e fece così uno tra gli errori più grandi della sua vita.
Giró su se stesso e il sangue gli si geló nelle vene.
Il ragazzo che si ritrovó davanti era semplicemente bellissimo.
Aveva una carnagione chiara, due occhi neri e non molto grandi, aveva lineamenti delicati e un piccolo naso.
I capelli erano arruffati e blu elettrico.
Era semplicemente bello, di una bellezza infinita. Tanto che Jimin rimase a bocca aperta.

Quel ragazzi era dannatamente così simile a Yoongi.

Continuavano a fissarsi e questo diede a Jimin il tempo di osservare completamente il suo volto.
Aveva uno sguardo un po' assente e le labbra separate, forse in cerca di più ossigeno.
Il ragazzo si passò distrattamente una mano tra i capelli, asciugandosi dal leggeró sudore che gli imperlava la fronte coperta dai capelli.

Jimin ne rimase sconvolto, era così affascinante che pensò davvero di avere il suo hyung di fronte.
Stava per proferire finalmente parola quando il ragazzo gli si avvicinó repentinamente.
Gli sorrire senza dire nulla, il che mozzó il fiato a Jimin, anche il sorriso era bello.
Il blu gli passó una mano sulla guancia per poi passarsi la lingua sulle labbra.
Era sempre più vicino a Jimin.
Il poverino non aveva mai passato nulla del genere e non capiva cosa volesse fare il ragazzo. Pensando volesse avvicinarsi per dirgli qualcosa, si giró di lato per ascoltare.

Il ragazzo allora gli prese il volto tra le mani e lo giró verso di lui.
Si avvicinó talmente tanto che vide l'espressione confusa di Jimin nei suoi occhi.

Jimin preso dal panico rimase immobile, cercando di capire cosa stesse per fare il ragazzo. Più l'altro si avvicinava e più lui riusciva a specchiarsi nei suoi occhi scuri, finché esso non li chiuse.
Non riuscì a collegare cosa stesse succedendo, fino a quando non sentì qualcosa sulle sue labbra.

Quando capì cosa stesse succedendo chiuse di conseguenza gli occhi.
Pensó a quel vago ricordo in cui Seokjin hyung gli spiegó cosa volesse dire "baciarsi". Ma non ne aveva mai capito il perché, non avendone mai provato i sentimenti.

E solo in quel momento capì cosa volesse dire.

sᴏ ғᴀʀ ᴀᴡᴀʏ 	||♡ᴍ.ʏɢ+ᴘ.ᴊᴍ♡||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora