Si era ormai inoltrato il pomeriggio quando Yoongi si spingeva a raggiungere lo studio del dottore.
Dopo aver parlato con Hoseok era semplicemente tornato in camera non con molto entusiasmo e il suo umore si scurì maggiormente quando realizzò che Jimin non era ancora ritornato. Si buttò allora sul letto sospirando. La vita in quel luogo era un incubo normalmente, però con Jimin che lo ignorava dopo averlo baciato era ancora peggio.
Con il pensiero ancora fisso su Jimin si ritrovò a fissare la grande porta di legno scuro con affissa un targhetta di color oro, essa portava il nome di Kwon Jiyong scritto in caratteri neri.
Spalancò la porta senza che l'idea di bussare gli passasse in testa. Il menta era cambiato molto dal suo arrivo lì e conservava ancora il carattere acido e le maniere sgarbate.
Appena entrò nella stanza si chiuse la porta dietro e fissò lo sguardo sul dottore. Quest'ultimo era intento a scarabocchiare varie cose su dei fogli prima che il ragazzo entrasse. Si ritrovò così a fissarlo allibito. Erano passati un paio di mesi dall'entrata del ragazzo nella casa eppure l'uomo si stupiva ancora dei suoi comportamenti inadeguati. L'uomo dai capelli verde acido si risprese immediatamente, tirandosi su i grandi occhiali che erano calati sulla punta del naso.
Quel giorno non si sarebbe di certo aspettato di vedere Yoongi, anche perchè non si presentava ai loro incontri prefissati da un po' di tempo. Era sorpreso ma cercò in tutti i modi di non darlo a vedere al ragazzino che lo fissava ancora davanti la pporta.
«Yoongi? Che c'è?» domandò con uno sbuffo mentre ricominciava a guardare i fogli sulla sua scrivania. Aveva del lavoro più importante da svolgere di star a sentire un ragazzino che si lamentava di essere rinchiuso in quell'edificio.
Yoongi si buttò sul divanetto presente nello studio e si passò una mano sulla faccia, come se cercasse di toglirsi di dosso tutta quella situazione e la stanchezza della notte precedente.
«Non riesco a ricordare nulla.» disse solamente chiudendo gli occhi per poi sprofondare nel materasso del divano.
Ormai erano passati mesi e lui ancora non riusciva a ricordare nulla della sua vita prima di essersi ritrovato sul lettino dell'ospedale appartenente alla casa di cura.
«Lo so e non ne sono meravigliato.» ribattè l'altro in maniera aspra continuando a combattere contro quelle scartoffie.
Yoongi alzò un sopracciglio sorpreso, non era mai stato ignorato dal dottore in quel modo. Non che gli piacesse avere le attenzioni di quell'uomo, lo sopportava solo perché era l'unico che lo ascoltava senza imporgli veramente qualcosa. Anche Jimin sarebbe stato disposto ad ascoltarlo milioni di volte, eppure Yoongi non gliene diede mai l'occasione. Il menta preferiva chiudersi nel suo caratteraccio, dormendo ed evitando tutti.
Tutti tranne Hoseok, o meglio, prima era così.Il dottore diede uno suardo al ragazzo che continuava a fissarlo come se si apettasse di sapere il motivo di quella sua precedente affermazione.
«Sei chiuso in te steso, solo questo.» disse calmo per continuare a guardarlo con un'espressione che sprezzava delusione da tutti i pori.
«Non lo so, io ho...O meglio, avevo un amico.» sussurrò l'ultima parte incerto su dire o no al dottore di Hoseok. Ma era vero, loro prima di tutto erano stati amici, avevano condiviso molti bei momenti. Hobi lo rendeva felice e per questo gliene era grato.
«No Yoongi, evidentemente non era tuo amico.» il dottore era stanco, ma decise ugualmente di alzarsi per parlare meglio al ragazzino che lo guardava dal divanetto. «Yoongi, lo sai già. L'unico modo per riavere qualche ricordo è quello di aprirsi con gli altri. Non devi semplicemnete essere felice, devi riscoprirti, devi star bene veramente. Può darsi che con un po' di pace interiore tu riesca a ricordare momenti delicati della tua vita.»
Yoongi lo fissava confuso, pensava davvero che non sarebbe mai riuscito a capire quel maledetto dottore. Gli diceva di aprirsi, ovvero cercare degli amici. Yoongi lo aveva fatto, anzi, aveva trovato qualcuno che gli facesse battere il cuore, non un semplice amico. Con lui si divertiva ed era felice, quindi gli venne spontaneo pensare di star bene. Stava bene, ma i ricordi non tornavano.
«Io sono felice. Sto bene, guardami! Jung mi ha aiutato tantissimo! Eppure nulla, ancora nulla!» Yoongi cominciò a scaldarsi e si alzò, per guardare dalla stessa altezza il dottore. Era diventato paonazzo, le ultime parole gli erano uscite stridule per via dell'ira e nemmeno lui conosceva il perché di quella reazione.
Il dottore fece un passo verso Yoongi, per poi posargli una mano sulla spalla, come se quel contatto avrebbe aiutato a farlo ragionare.
«Ragazzo» sospirò esausto prima di continuare «stai bene?» gli chiese sinceramente.
Yoongi non riusci a sopportare su di se quei due occhi penetranti, così rivolte da un'altra parte lo sguardo, seppur avesse il dottore proprio di fronte. Assunse un'espressione annoiata sbuffando, come per mascherare la sua frustrazione.
«Si» sbuffò ancora cercando di scostarsi dalla mano del dottore. Egli però non glielo permise e lasciò ferrea la presa sulla sua spalla. «Finiscila di sbuffare e rispondimi come si deve, stai bene? Sul serio?» chiese ancora, fissandolo da sotto la frangia verde.
«Si, sono felice. Sto bene.» riportò gli occhi in quelli del dottore e qualcosa in lui cominciò a sgretolarsi.
Il dottre negò con la testa e con sulle labba un sorriso amareggiato. «La felicità e lo stare bene sono molto differenti. La felicità è un'emozione e molto spesso effimera. Lo stare bene è uno stato. Molto spesso lo stare bene è dovuto dalle emozioni positive come la felicità, ma devi fare attenzione, non devi confonderli.
Lo stare bene è dovuto principalmente da se stessi e si, come la felicità, può essere raggiunto grazie a l'aiuto di altre persone. Perciò ti sto chiedendo come stai e non ci che provi o provavi. Puoi recuperare i ricordi solo stando veramente bene, un bene duraturo e continuo. Non basta la felicità. La felicità finisce prima o poi lasciando l'amaro in bocca. Dopo la felicità che provavi in un singolo momento, quello dopo essa veniva rimpiazzata dalla tristezza e dalla delusione di stare solo, giusto?
Quando stai bene veramente, difficilmente quel momento di tranquillità passa e viene sostituito in un batter d'occhio.» Kwon si passò la mano libera tra i capelli, scoprendosi gli occh, poi la lasciò con non curanza lungo il fianco. «Ora te lo richiedo e tu, tu mi risponderai sinceramente, dicendo solamente la verità.
Yoongi, stai bene?»Il ragazzo lo stava guardando spaesato dopo il discorso fatto e non riusciva a nasconderlo.
Era sinceramente spaventando quando capì le parole dell'altro, le mani gli cominciarono a tremare lungo i fianchi e la sua bocca era aperta dallo stupore.«No.» gracchiò per via della gola secca.
Il dottore aveva ragione, lui non stava bene e un momento di felicità non sarebbe durato in eterno.«Trova delle persone che ti sappiano amare.» disse poi dolcemente Kwon. Senza che il ragazzo rispondesse lo accompagnò verso la porta.
Sapeva che aveva capito, perciò decise di sbatterlo fuori dal suo studio ancora sotto shock.Il ragazzo doveva darsi una svegliata e Jiyong immaginava già chi sarebbe riuscito a farlo stare bene.
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sᴏ ғᴀʀ ᴀᴡᴀʏ ||♡ᴍ.ʏɢ+ᴘ.ᴊᴍ♡||
Romance❁In revisione❁ Min Yoongi è sempre stato un ragazzo lontano dal resto del mondo. Gli bastava la musica per entrare nel suo mondo, dove anche le sue sofferenze venivano alleviate. La musica era l'unico mezzo per fuggire dalla sua vita disastrata. A s...