Prologo

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"Devo essere svelta" ripetei a me stessa.

Presi tutte le ruvide banconote verdi fra le mani,e le portai in tasca cercando di non accartocciarle l'una con l'altra.

Stavo scappando dalla mia città,dai miei problemi. Ma la rude realtà è che stavo scappando da me stessa, ma non volevo ammetterlo.

Ero quella classica ragazza semplice che però non si bastava mai. Definita da tutti 'figa'. Ma quell'aggettivo per me non aveva senso,non aveva un significato compiuto. Cosa vuol dire 'figa'? Non trovo niente di interessante in questa parola.

Agli occhi degli altri potevo sembrare bellissima,ma solo io sapevo quali mostri tenevo dentro.

A Miami trascorsi i miei anni più felici. Ma questi ultimi periodi finii in giri pericolosi. C'era di mezzo la cocaina. Mi avevano incastrata. Da un favore passai allo spacciare. E se Josh e la sua gang mi avessero trovata,non sarei vissuta un momento di più. Decisi quindi di partire arrivando ad una meta a me sconosciuta.

Afferrai il mio trolley verde in cui sono pressati i miei abiti. Mi avvicinai lentamente alla porta e prima di aprirla e varcare la sua soglia sussurrai;

"Addio."

Sorrisi e la chiusi dolcemente.

I miei genitori non dovevano sapere. Ma mi dispiaceva lasciarli lì, senza neanche una lettera in cui spiegavo la ragione della mia fuga. Li dovevo lasciare fuori da questi affari sporchi, non dovevano entrarci assolutamente.

Lasciai l'appartamento e mi diressi verso l'aereoporto.

***

Non sapevo dove andare o cosa fare,finchè una voce al microfono parlò.

"I passeggeri del volo diretto a Sydney possono imbarcarsi" annunci la voce stridula nel microfono.

"Vada per Sydney" pensai.

Camminai verso l'entrata dell'aereo, ma qualcuno mi fermò.

"Signorina,deve prima compilare questo foglio per poter accedere." disse mentre mi sventolava un foglio davanti alla faccia.

Presi quel dannato foglio fra le mani con un movimento agile,come la penna nel taschino della camicia di quel povero signore dai capelli brizzolati. Scrissi in fretta i miei dati anagrafici e la mia descrizione fisica. Non vedo a cosa può servire la mia esteriorità.

"Destiny Edwards, diciassette anni, nata il 17.07.1996 a Miami." Lesse ad alta voce. "Capelli mori,occhi verdi,altezza 1.79" Si fermò,e mi squadrò con le sue iridi nere e le sue piccole puppille del medesimo colore. "Beh,direi che sei proprio tu,puoi andare." Sfoggiò un sorriso luminoso per poi darmi un foglietto con su scritto il posto su cui avrei seduto. La mia espressione fu indifferente,salii la ripida scalinata che mi portò direttamente alle apparentemente comode e grige poltrone.

"G12" ripetei.

Trovai il mio posto,fortunatamente vicino al finestrino. Alzai la valigia verde con le mani e la poggiai nel piccolo spazio appena sopra i sedili.

Mi sedetti sulla calda e pelosa poltroncina,chiusi gli occhi.

***

Al mio risveglio il posto accanto a me è occupato da un ragazzo. I suoi occhi erano concentrati sul suo cellulare, non poteva tenerlo acceso. I suoi capelli erano biondo cenere,il suo ciuffo ben alzato. Volta il suo viso verso di me,e le sue iridi color oceano invadono le mie.

"Ciao." Sussurrò.

"Ciao." Risposi freddamente.

"Come ti chiami bellezza?" domandò.

Ci mancavano solo gli idioti anche in aereo.

"Non t'interessa ragazzino." sbraitai.

Sporsi il mio sguardo verso il panorama che si riusciva a vedere da lassù. Syndey sembrava fantastica.

"Vabene, ti chiamerò 'bambina'. Io sono Luke"

Non risposi,non m'importava del suo nome,era solo un idiota.

Il mio sguardo era fisso sulle nuvole.

"Gentili passeggeri,siamo arrivati a destinazione. Grazie per aver scelto la nostra linea."

Quella voce mi fece sobbalzare.

"Hai persino paura dell'hostess?"

"Sta zitto, ragazzino."

Sbuffò, e mi lasciò in pace.

"Insopportabile." Pensai.

Appena scesa dall'aereo chiamai Calum,un mio vecchio amico che mi avrebbe ospitata finchè non avrei trovato una sistemazione decente.

Uno,due,tre,quattro squilli e Calum rispose.

"Ehi,amico."

"Des! Sei arrivata?"

"Si,sono appena scesa dall'aereo,sono in aereporto."

"Aspettami lì,ti vengo a prendere."

"Fa' presto."

Riagganciai.

Mi guardai intorno,il via vai di persone fu nauseante. Avevo un mal di testa allucinante,menomale che Calum fu veloce.

"Ehi." lo salutai io battendogli il pugno.

"Come stai?" chiesi abbracciandomi.

"Mi prendi per il culo?"

Ridacchiò al mio scherno,poi mi fece strada fino alla macchina. Io aprii la portiera e mi sedetti sul posto affianco al guidatore. Ero stanca di stare seduta. Calum mi imitò, allaccia la cintura di sicurezza e mette in moto.

"Oggi pomeriggio, facciamo le prove a casa mia. Se ti da fastidio, dimmelo perc--" non finì di parlare che lo interruppi.

"Aspetta, quali prove?"

"Faccio parte di una band, non te l'avevo detto?" Scossi la testa per dire "no" e lui continuò a parlare "Ci chiamiamo 5 Seconds of Summer."

"Che razza di nome è?" scrollò le spalle ridacchiando.

"Te li farò conoscere."

"Quanti siete?"

"Quattro, incluso me."

"E tutti maschi?"

"Esatto."

"Oh dio." Misi una mano sul viso sfregandolo.

Non impazzivo dal vedere altra gente.

ma il mio subconscio mi aprì gli occhi:

"Muori dalla voglia di conoscere delle persone" disse.

[SPAZIO AUTRICE]

Bene ragazze, questa è un'altra mia creazione, MUAHAHAHAH. Spero vi piaccia, lo spero con tutto il cuore. Vedrete cosa succede alla nostra carissima Destiny. NON date niente per scontato, scoprirete leggendo.

ve amo na cifra,ciao.❤️

Michela.

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