v.
a laugh
Millie
Entrai in classe a passo svelto e testa bassa notando che Iris, già diretta verso il secondo banco a destra, era intenta a salutare una ragazza, senza ombra di dubbio stupenda, dotata di un paio di occhioni azzurri.
Sospirai, guardandomi attorno: era rimasto un solo posto libero in fondo alla classe, un triste ultimo banco il quale sembrava aver aspettato solamente il mio arrivo durante un lungo periodo di abbandono.
Mi ci avvicinai e, proprio quando feci per poggiare un libro sulla superficie legnosa, una biondina saltò in piedi accanto a me, facendomi sobbalzare.
Quando portai una mano al cuore cercando di riprendermi da quell'inaspettato evento, la ragazzina mi sorrideva già.
«Ti siedi qui?» chiese entusiasta, giocherellando con le trecce alla francese nella quale erano raccolti i suoi soffici capelli profumati alla fragola.
«Eri a terra?» domandai senza rispondere alle sue parole, mentre lasciavo cadere lo zaino sul pavimento e la giacca scivolare lungo lo schienale della sedia.
«Ero diversamente in piedi, cioè, in realtà stavo cercando il mio orecchino, deve essere caduto...»
Mentre i suoi occhioni erano ancora rivolti al pavimento, lanciai uno sguardo alle sue orecchie, quando notai entrambi i piccoli punti luce al loro posto.
«Li indossi entrambi» roteai gli occhi in bilico tra la risata e la disperazione.
La biondina si tasto i lobi, per poi squittire:
«Cavolo, è vero! sei un genio!»Accennai un sorriso per poi sedermi, ma la ragazzina mi imitò, accomodandosi al banco accanto al mio con una particolare leggiadria.
«Comuque, sono Lilia» mi sorrise a trentadue denti, porgendomi la mano.
«Millie» risposi frettolosamente, sistemando per l'ennesima volta la giacca sullo schienale.
Lilia ritirò lentamente la mano, ma, non arrendendosi, mi porse un'altra domanda:
«Iris ti ha parlato?»Questa volta la guardai.
«Si, perché?»Il sorriso sul suo volto radioso si spense e, con lo sguardo perso nel vuoto, finse di rabbrividire.
«Oh, Iris, quella donna è malefica.»«Ma se avrà al massimo quindici anni!»
«È malefica!» Lilia alzò il tono della voce, voltandosi improvvisamente verso di me.
Incrociai le braccia.
«Sentiamo, cosa ha fatto di tanto terribile?»«È malefica.» si portò le gambe al petto, lo sguardo nuovamente perso nel vuoto.
Mi schiaffai una mano in viso, per poi replicare:
«Avanti, smettila con queste pagliacciate»Lilia mi lanciò un'occhiataccia, ma si decise a mettere giù le gambe, incrociando le braccia al petto.
Osservando il suo comportamento bizzarro, mi lasciai sfuggire una risatina.
«Scusami»«Si, dovresti proprio scusarti» replicò con tono amareggiato, ma sapevo non sarebbe riuscita a mantenere quell'espressione a lungo; infatti, dopo un paio di secondi, entrambe scoppiammo a ridere.
Era una di quelle risate spontanee, quelle rare che riescono a farti dimenticare tutto, innocue risate adolescenziali che rievocano un vago ricordo di infanzia, estate, una quelle risate che illuminerebbero la giornata anche dell'esistenza più cupa.
Improvvisamente era come se io e Lilia ci conoscessimo da anni, come se tutto il resto avesse perso importanza ma, soprattutto, mi accorsi che non ridevo in quel modo da troppo tempo, e mi chiesi come fossi riuscita a sopravvivere.
🌙
trash
mancherà ancora molto al primo incontro dei nostri giovini fanciulli problematici?
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where the lanters end up [fillie]
Fanfiction"Ci amiamo di notte perché il giorno è troppo futile, troppo chiassoso per lasciar udire le flebili voci delle anime gemelle nascoste sotto un milione di maschere." Finn Wolfhard è cambiato: non è più lo stesso di due anni fa, e adesso i suoi occhi...