☆═━┈fourteen┈━═☆

678 63 14
                                    

xiv.
i love you

Millie

«Millie...» Lilia mi seguì a passo svelto non appena la lezione fu conclusa, saltellando alle mie spalle nel disperato tentativo di attirare la mia attenzione.

«Millie!» mi richiamo per l'ennesima volta, e la sua voce cristallina risuonò alta nel corridoio gremito di ragazzi.

Mi voltai di scatto, infastidita:
«Cosa c'è?» chiesi, in un tono talmente freddo da far rabbrividire anche me stessa.

Lilia si bloccò sul posto, schiuse le labbra e mi guardò con uno sguardo di rimorso.
I suoi occhioni verdi avevano perduto lo scintillio di pochi secondi prima, e adesso erano vacui, quasi cupi; anche le ciocche bionde che morbide ricadevano lungo le sue spalle, ora sembravano aver perso vitalità.

Per un attimo temetti di aver causato un altro, irreparabile, danno. Eppure Lilia non si allontanò, non fuggì da me come tutti gli altri avevano fatto; si limitò ad affiancarmi, muta e a sguardo basso.

Per poco il cuore non mi si spezzò a quella visione; avevo incupito la più squillante, frizzantina delle anime, e le mie più sentite scuse non avrebbero rimediato a tutto.

Tuttavia, già pentita del mio comportamento, non esitai a fornire immediatamente spiegazioni:
«Oh, Dio, scusami tanto Lilia ma oggi sono-»

«Pensierosa. Lo so.» alzò lo sguardo verso i miei occhi ambrati, per poi accennare un lieve sorriso:
«Sei umana.»

Non potei far altro che ricambiare quel riso accennato sul suo visino ancora cupo; solo allora mi resi conto di quanto, oltre ad essere portatrice di spensieratezza, Lilia fosse una persona incredibilmente forte e comprensiva, se non dotata di uno dei migliori animi che avessi mai incontrato.

«Ti voglio bene, Lilia.» non potei trattenermi dal pronunciarle per la prima volta queste parole che, per quanto sarebbero potute risultare banali, dette nel più sincero dei modi erano capaci di scaldare il cuore.
E sia chiaro che io, di quelle parole, non abusavo mai.

«Anche io, Millie.» mi rispose serena, e riuscii a scorgere il suo volto illuminarsi nuovamente. In quel momento, non avrei potuto desiderare di meglio.

Cadde il silenzio, ma non uno di quei silenzi imbarazzanti; con lei mi sentivo bene anche in quei momenti. Non mi sforzai di trovare una frase, una domanda per mandare avanti la conversazione.
Sapevo che quel silenzio sarebbe stato beneficiario e sicuramente più significativo delle parole per entrambe.

«Cosa ti affligge?» fu Lilia a spezzare quella calma in un paio di secondi, e mi rimandò al discorso precedente.
L'origine del mio malessere era sicuramente Iris, o meglio, il timore che potesse farmi qualcosa di malefico; mi ritornarono alla mente le parole di Lilia stessa durante il primo giorno che, terrorizzata, mi aveva parlato male della reginetta della scuola.
Era forse quello il momento giusto, la giusta situazione per porre quella domanda?

«Lilia... Iris ti ha mai fatto qualcosa?»

where the lanters end up [fillie] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora