xxxi.
an asteroid could have hit the planet, and I wouldn't have caredMillie
Faceva freddo; le sue dita erano gelide sulla mia pelle, e le sue labbra screpolate, ma roventi sulla mia bocca.
Il cuore mi si fermò per un attimo, mentre rimanevo inchiodata al suolo.
Non sapevo quando fosse successo. Non sapevo quando mi fossi innamorata di Finn Wolfhard. Era forse quella beata inconsapevolezza, l'amore?E poi smisi di pensare; avevo ricevuto ciò che, nonostante le negazioni, bravamo da giorni, quel bacio capace di colmare ogni nostro silenzio e pronunciare ogni parola non detta.
I miei arti si rilassarono, e tutto attorno sembrò rallentare.
In quel momento un asteroide avrebbe potuto colpire il pianeta, e a me non sarebbe importato.«Millie?» risuonò come un eco lontano, una voce squillante, ma troppo ovattata per cogliere la mia attenzione.
«Millie!» esclamò poi fastidiosa, trillante come la campanella di prima mattina che squarciava in quel momento tanto soave, accompagnando con un paio di picchiettii violenti sul mio braccio.
Lilia mi strappò dai miei pensieri, riportandomi alla realtà; era passata una notte da quel bacio, una serata in bianco, passata a rivoltarsi tra le lenzuola candide, il cuore a mille e le gote rosee.
Strabuzzai gli occhi e mi guardai attorno; quando incontrai il suo sguardo luminoso dovetti scuotere la testa un paio di volte prima di tentare, invano, di rimuovere quel tormentante pensiero dalla testa.
«Oh- si, scusami...» risposi distrattamente, mentre ritornavo con aria sognante a quel tanto prezioso ricordo; non feci a tempo ad immergermi nel mio cimelio, che la voce squillante di Lilia fece nuovamente tintinnare l'aria con i suoi acuti modi:
«Ma si può sapere che ti prende oggi?» chiese, più curiosa che adirata, mentre si precipitava verso le mie guance, ora strette e contratte tra le sue candide dita. Scorsi lo scintillio di interesse, quasi di bizzarria, nelle sue iridi verde brillante; sapevo non avrei potuto resisterle, sapevo avrei dovuto dirglielo, sapevo avrei dovuto pronunciare quelle tanto temute parole costudite dall'orgoglio.
«Non dovevi raggiungere Gaten e Noah?» deviai, sfuggendo ancora una volta ai miei doveri di amica.
Quando Lilia, colta da un espressione bizzarra, si allontanò dalla mia figura in un saltello, per poco non tirai un sospiro di sollievo.«Cavolo, hai ragione!» esclamò, portando le mani al volto.
«Corro!» continuò prendendo un lieve slancio, ma appena la sua fuga ebbe inizio, la biondina si bloccò di scatto, si voltò in mia direzione e, con un'espressione bambinesca, mi chiese:«Tu non vieni?»
«Oh-» esitai, intenerita, per poi rispondere:
«Vi raggiungo dopo. Adesso devo posare un paio di libri nell'armadietto.»Lilia annuì, e quando si voltò non potei fare a meno di chiedermi cosa diamine stessi facendo.
«Lilia!» la richiamai poi, appena in tempo prima che la biondina sparisse in una corsa per i corridoi; si voltò nuovamente e, squillante, esclamò:
«Si?»
«Sono...» sussurrai, presa da una miriade di pensieri.
Ora o mai più, Millie, mi ripetetti; mi feci coraggio e, in seguito ad un sospiro, dissi tutto d'un fiato:
«Sono innamorata.»A Lilia servì un attimo per elaborare le mie parole; presto sul suo volto si aprì un sorriso radioso, uno dei suoi migliori, e per poco non saltò mentre esclamava:
«Eh?!»In una frazione di secondo la ritrovai davanti a me, mentre, mani sulle mie spalle, mi scuoteva violentemente. Uno scintillio di malizia brillava nei suoi occhi luminosi, sbarrati e sorridenti mentre mi tempestava di domande quasi urlate:
«E di chi?»
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where the lanters end up [fillie]
Fanfiction"Ci amiamo di notte perché il giorno è troppo futile, troppo chiassoso per lasciar udire le flebili voci delle anime gemelle nascoste sotto un milione di maschere." Finn Wolfhard è cambiato: non è più lo stesso di due anni fa, e adesso i suoi occhi...