☆═━┈twenty three┈━═☆

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xxiii.
i hate you

Finn

Fu incredibile anche per me scorgere la stessa ragazza che fino a qualche giorno prima mi aveva messo al tappeto gironzolare fradicia per il mio salotto.

E fu ancora più sorprendente pensare che ero stato io ad indurla in quel luogo; certo, con le solite, vuote ragazze ci sapevo fare, ma con lei? Le parole avevano abbandonato le mie labbra spontaneamente, con tanta naturalezza da riuscire a stupire anche me stesso.
Avrei dovuto smetterla agire senza riflettere, pensai, mentre da un lato ringraziavo il mio inconscio. Dopoditutto, senza quella spontaneità non avrei mai avuto l'occasione di conoscere meglio Millie Bobby Brown.

Perché la verità era che c'era qualcosa in lei, nei suoi occhioni ambrati e nei suoi tratti bambineschi; come se nel suo sguardo ritrovassi un pezzo di me e, per quanto spesso cercassi di evitarlo, con lei era tutto più semplice, più automatico. Non mi sentivo più obbligato a porre freni alla mia vera personalità, che ormai tenevo prigioniera da fin troppo tempo.

«Chi è lei?» il suo accento britannico risuonò tra le pareti del salotto, richiamando la mia attenzione: Millie indicava con l'indice proprio quella foto, proprio lei, così radiosa. Il suo sorriso luminoso mi infondeva malinconia, tanto che dovetti trattenermi dall'abbassare la foto.

«Oh, lei è...mia madre.» risposi in modo onesto, abbassando lo sguardo. Per poco quelle parole appena malinconiche non mi si strozzarono in gola. È?

«É molto bella.» un lieve sorriso si fece spazio sul suo volto, ancora rivolto all'immagine esposta sul mobile legnoso.

Lasciai scivolare lo sguardo sul suo viso intenerito, lungo il suo sguardo ancora speranzoso, e dovetti prendere un sospiro prima di deviare argomento:
«Vuoi rimanere fradicia a vita?»

La brunetta, in modo lento, si rivolse finalmente a me sfoderando uno sguardo confuso, forse disattento, sbarrando appena gli occhi:
«Cosa?»

Dovetti trattenere un ghigno.
«Non è forse il caso di cambiarti?» questa volta scandii in modo attento le parole, aggiungendo un pizzico di sarcasmo.
Come al solito, bastarono poche parole a farla arrossire; per quanto volesse apparire dura, Millie falliva miseramente ogni volta che le veniva rivolta una parola particolarmente piccante o una frase diretta. Millie falliva ogni volta che si trovava in mia presenza, e lo trovavo adorabile.

«Ma- io non ho altri vestiti!» esclamò con un attimo di esitazione rossa in volto, e non riuscii più a trattenere quella risata di gusto.

«Tranquilla.» fu la mia risposta pronunciata in tono calmo, e, prima che continuassi la frase, la brunetta sembrò tranquillizzarsi per un attimo.
«Ci sono sempre i miei» ammiccai poi, facendo nuovamente andare il suo volto a fuoco.

«Che schifo!» strepitò, coprendo il suono dei mie sogghigni divertiti che si dirigevano verso la mia camera.

«Dovresti ringraziarmi, Brown.» ironizzai, tornando nel salotto con una t-shirt scura stretta tra le mani; con un lancio essa si ritrovò presto tra le braccia esili di Millie, che mi rivolse la milionesima delle sue occhiatacce.

«E un pantalone?»

«Un pantalone?» ripetei le sue parole sogghignando, come se avesse appena detto qualcosa di ridicolo.

«Si, un pantalone, mai sentito? Tu giri per casa in mutande?»

«Avanti, quella maglietta ti arriverà alle caviglie» sbeffeggiai, e ricevetti un'altra occhiataccia.

«Non sono così bassa.» affermò guardandomi dal basso con il suo solito sguardo infastidito e la t-shirt stretta in un pugno, nonostante sapesse di star mentendo.

«Certo, e adesso ti giustificherai dicendo che sei diversamente alta.» alimentai così la sua ira, divertito dalla situazione.
Millie, però, si limitò a tacere serrando la mascella. Si era già arresa?

«Quello è il bagno» indicai una porta con l'indice sbeffeggiando, appena compiaciuto per la vittoria che mi era stata concessa.

«Ti odio.» si limitò a borbottare, mentre si dirigeva a passo svelto e deciso verso la camera da me indicata.

«So riconoscere i bugiardi!» ebbi il tempo di esclamare divertito, prima che la soglia legnosa si chiuse con un tonfo.

where the lanters end up [fillie] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora