xx.
good night, and close the courtains.Millie
«No!» Avevo esclamato rossa in viso prima di strappargli il telefono di mano, sotto il suo sguardo confuso. Non volevo che vedesse quella foto, ma fui costretta moralmente a restituirglielo; allora avrebbe sicuramente notato l'immagine che girava tra gli alunni della scuola.
Dio, che figura di merda, pensai.«Millie? Ci sei?» la voce computerizzata di Sadie mi distolse bruscamente dai miei pensieri, perché la verità era che da quella mattina non facevo altro che a pensare a quella maledetta foto. Certo, avevo tenuto testa ad Iris e ne ero uscita vincente, ma se avessi peggiorato la situazione? Quella foto sarebbe mai totalmente sparita?
Mi strofinai sfacciatamente gli occhi, per poi trascinare la mia mano lungo le ciocche brune che ricadevano sul volto.
«Si, si... scusami» risposi distrattamente, per poi deviare con uno sbadato:
«Devo andare.»La rossa annuì, ma riconobbi la delusione sul suo volto. Sadie non poteva nascondermi nulla; conoscevo ogni sua minima reazione e ogni suo particolare modo di manifestare i sentimenti, e sapevo anche che in quel periodo non stava effettivamente bene. Era forse la distanza, la causa?
«Ciao» mi salutò appena, e lo schermo ritornò al desktop affollato.
Sospirai, mentre le scene di quella mattina si ripetevano nella mia mente.
Che figura di merda, riuscivo solamente a pensare; ma non potevo aver prestato più attenzione a quelle maledette tende?Quelle tende... quelle tende bianche, così leggiadre, che ora danzavano con il vento. Il loro movimento quasi ipnotico mi invitò ad avvicinarmi, e, come al solito, così feci; mi sporsi al balconcino e, con l'ennesimo sospiro, il mio sguardo si alzò al cielo stellato. Era sempre lo stesso cielo, la stessa sera limpida e tenue, riservata a pochi sognatori: chi lo urlava al mondo e chi, come me, riservava quel lato della personalità alla notte.
Spostai lo sguardo verso la terrazza, ma di Finn non vi era traccia. Facevo ancora fatica a realizzare quella fosse davvero la sua figura, la sua sagoma e i suoi singhiozzi, l'altra sera.
Un altro sospiro.
Mi stavo nuovamente perdendo tra le centinaia di stelle che brillavano in quella notte, quando un suono trillante, fastidioso, mi fece sobbalzare: era il mio cellulare che, dalla tasca dei miei jeans, mi avvisava dell'arrivo di una notifica.
Sbuffai, turbata da quel suono così piccolo eppure così grande nella quiete notturna, capace di rovinare, in una frazione di secondo, l'atmosfera intima che avevo creato con quella sera leggiadra.
Afferrai il cellulare per silenziarlo ma, una volta che lo schermo illuminò il mio volto, fu quella insolita notifica a farmi cambiare idea.
Numero sconosciuto:
Ancora sveglia a quest'ora?Inquietante. Davvero inquietante. Mi guardai attorno furtivamente, sentendomi già in panico. Ci mancava solo lo stalker!
Ero sul punto di bloccare quel contatto sconosciuto, quando un altro messaggio si fece spazio sulla schermata luminosa, in forte contrasto con la luce flebile di quella lotte limpida.
Numero sconosciuto:
No, non sono uno stalkerAutomaticamente alzai lo sguardo, perché era rimasto solo un posto dove non avevo controllato sospettosa pochi secondi prima:
I miei occhi si posarono sulla terrazza proprio davanti a me, la quale bramosia era ormai quotidiana.E fu in quel momento che l'ultima persona dalla quale mi sarei aspettata un gesto simile e, allo stesso tempo, la persona a cui avrei immediatamente pensato, apparì proprio davanti ai miei occhi. Il suo viso illuminato dallo schermo del suo cellulare che, sorridente, guardava me.
Non potei trattenermi dall'arrossire un po', forse per la sorpresa, forse perché mi ero resa conto solo in quel momento che mi stava fissando ed io non me ne ero minimamente accorta.
Tuttavia, non sembravo infastidita; non me ne resi nemmeno conto, ma un lieve sorriso si era fatto spazio spazio sul mio volto.
Così rivolsi lo sguardo allo schermo, e digitai in modo scherzoso:Mills:
Come hai avuto il mio numero, stalker?Numero sconosciuto:
SegretoMills:
Mi hai spaventata, lo sai?Numero sconosciuto:
Beh, allora vuol dire che ho raggiunto il mio obiettivoRivolgendo lo sguardo al ragazzo che sulla terrazza ridacchiava, non potei trattenere un sorrisino.
Mills:
Stronzo.Numero sconosciuto:
Di nulla, mutanda alla fragolaLe mie gote presero immediatamente colore; aveva davvero visto quella foto e ora mi avrebbe presa in giro a vita.
Mills:
Oh mio Dio, non anche tuNumero sconosciuto:
A me piacciono le fragole.Oh e, bel culo Brown
Gli lanciai un'occhiataccia, mentre il mio viso andava a fuoco. Il corvino continuava a sogghignare anche sotto il mio sguardo severo.
Mills:
Sei sempre il solito.Numero sconosciuto:
Che ti aspettavi, che andassi a guardare le decorazioni sulle tende che lasci intelligentemente aperte?Mills:
Erano chiuse! c'era solo vento.Finn mi lanciò un'occhiata scherzosa, che dubitava altamente delle mie parole. Incrociai le braccia, non riuscendo, inevitabilmente, a trattenere quel maledetto sorrisino.
Numero sconosciuto:
È tardi, vai a dormireMills:
Vai a dormire anche tu alloraNumero sconosciuto:
la signorina ha voglia di dare ordini stasera!Mills:
potrei dire lo stesso di te.Numero sconosciuto:
Va bene mamma, troviamo un accordo: al mio tre rientriamo in casa tutti e due.Finn alzò l'indice, contando i secondi sulle mani e con l'aiuto di un prounciato labiale; quando il terzo dito scattò in aria, entrambi ci lanciammo un'ultima occhiata, e ci dirigemmo nelle nostre camere.
Numero sconosciuto:
Buonanotte, Brown.
E chiudi le tende.Mills:
Sei proprio stronzo.Digitai un ultimo messaggio, prima di lasciarmi cadere sul materasso. Perché quel sorrisino? perché quell'aria leggiadra, quasi frizzantina e dalla discutibile sobrietà?
Afferrai nuovamente il cellulare che era caduto sul letto, esattamente alla mia destra, e tenetti premuto con il pollice su quel contatto sconosciuto.
Beh, sconosciuto ancora per poco, dato che fu presto denominato in "Stronzo".
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where the lanters end up [fillie]
Fanfiction"Ci amiamo di notte perché il giorno è troppo futile, troppo chiassoso per lasciar udire le flebili voci delle anime gemelle nascoste sotto un milione di maschere." Finn Wolfhard è cambiato: non è più lo stesso di due anni fa, e adesso i suoi occhi...