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vi.
strawberries and cigarettes


Millie

Sollevata dall'idea che anche il primo, temuto giorno di scuola fosse finito, mi diressi verso l'uscita al suono della campanella.

Mentre le risatine di Iris, intenta a chiacchierare con un gruppo di ragazze, risuonavano nel corridoio, Lilia stava già saltellando nel cortile con la sua cartella azzurrina sulle spalle.

Sospirai, lanciando un ultimo sguardo alla reginetta della scuola. Cosa intendeva dire Lilia?

Ripresi a camminare, troppo affamata per riflettere, e abbandonai l'edificio.

Stavo per afferrare i miei amati auricolari, proprio quando una voce maschile mi colse alla sprovvista:

«Guarda chi c'è, la novellina!»

Mi voltai lentamente verso l'origine del suono, ma, una volta incontrato lo sguardo di chi mi avesse interpellata, per poco non feci cadere le cuffiette a terra.

«Che c'è, novellina, hai paura?» Finn mi avvolse le spalle con un braccio, e il suo disgustoso aroma di fumo mi investì.

«Veramente no» ribattei trattenendomi dal tossire, e mi liberai dalla sua presa con un rapido movimento. Non volevo mettermi nei guai con Iris.

«Ha parlato male di me anche a te?» accennò uno scherno, come se mi avesse letto nella mente.

Arriciai il naso.
«No... cioè, si. Adesso puoi lasciarmi in pace?»

«Dimmi, che ti ha detto?» continuò, per poi prenderla in giro imitando la sua voce stridula:
«È proprio uno stronzo, un troglodita, non parlagli mai o ti rubo il rossetto!»

«Si può sapere cosa le hai fatto?»

«Mah, non l'ho capito nemmeno io. Siamo stati insieme solo un mese e quando abbiamo deciso di lasciarci è impazzita. Sai, lei è una come tante: un bel visino e un po' di push-up e crede di poter ottenere tutto quello che vuole...ed io, beh, io ero annoiato, pensavo che non sarebbe potuta andare oltre ad una scopata-»

«Solo un attimo.» lo interruppi freddamente, infastidita dalla sua affermazione.
«Quindi per te le ragazze sono solo un passatempo, giusto? Il tuo giocattolino?»

Il corvino fece spallucce, assumendo un'espressione indifferente.

«Iris ha ragione. Sei proprio uno stronzo.» accellerai il passo, sperando di potermi liberare di lui, che non poté fare altro che tacere.

E così fu. Mi lasciai la sua figura alta alle spalle, mantenendo il passo svelto mentre stringevo i pugni, ancora infastidita.

«Ti ha detto qualcosa?» un ragazzino mingherlino dotato di un paio di grandi occhioni castani mi affiancò.

«Non credo. Puzzo di fumo?»

Il bruno annusò rumorosamente l'aria circostante a me, per poi rispondere:
«Forse un po'»

Sbuffai.
«Ma cos'è, una ciminiera?»

«Probabile.» scrollò le spalle, per poi cambiare argomento:
«Alle medie eravamo amici, non era mica così! Per nulla, era sensibile e molto gentile, mi offriva sempre un pezzo della sua merenda. Adesso me la ruba, la merenda. È irriconoscibile. Cavolo, sto di nuovo parlando troppo! Scusami, cioè, sono Noah, piacere» mi porse la mano curvando le labbra sottili in un lieve sorriso.

Divertita dal suo atteggiamento, gli sorrisi stringendogli la mano.
«Millie»

«Millie. Millie è proprio un bel nome, lo sai? Non come il mio, sai che ci fanno le rime con le canoe? Noah la canoa. Cavolo, non avrei dovuto dirtelo, o inizierai a chiamarmi anche tu così!»

Mi lasciai sfuggire una risatina.
«Non ti chiamerò così, se ti da fastidio. Tanto troverò un soprannome peggiore prima o poi» ammiccai scherzosamente.
«Adesso però dovrei proprio andare, scusami Noah. Ci vediamo domani a scuola?»

«Certamente! cioè, si, ok, va bene, a domani! devi conoscere assolutamente il mio amico Gaten, e tu prima parlavi con Lilia, giusto?»
Sospirò, per poi riprendere a parlare senza concedermi il tempo di rispondere.
«Ah, Lilia... Sto di nuovo parlando troppo, vero? E tu devi andare. Ciao Millie!» mi salutò con un cenno della mano e un sorriso stampato sul volto dall'aria sognante.

Lo salutai nel medesimo modo, per poi intraprendere la strada di casa.

where the lanters end up [fillie] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora