xii.
breathinFinn
«Cosa? No!» mi ricomposi immediatamente, come se qualcuno avesse appena risvegliato il mio cervello con una strattonata. Solo allora mi resi conto di aver fatto una grande cazzata.
«Perché no?» gli occhioni di Millie erano ancora puntati su di me, che, essendo spalle al muro, non avevo alcuna via di scampo dalla sua disarmante curiosità.
«Hai detto qualcosa di inaspettato in modo serio, e adesso voglio saperlo.» continuò.Come sfuggire a quella situazione? semplice, temporeggiare e cambiare argomento. Prima o poi, quella maledetta campanella sarebbe suonata.
«Dio, Millie, non parlare in questo modo, metti ansi-»Ero sul punto di concludere la frase, quando fui violentemente scaraventato in avanti. Un fascio di luce abbagliante mi costrinse a serrare le palpebre, e tutto divenne astratto, confusionario. Non riuscii a realizzare cosa stesse succedendo; perlomeno, qualcosa aveva posto fine a quella imbarazzante situazione.
«Scusate tantissimo, scusami Millie, è che mi hanno costretta a tornare in classe e non sono potuta uscire di nuovo e-»
Millie
In quella confusionaria frazione di secondo percepii tante, troppe cose, così tante che non riuscii a ricordarne nemmeno una.
Riconobbi la voce cristallina di Lilia tintinnare nell'aria, l'aria pulita che adesso riuscivo a respirare a pieni polmoni.Perché si era bloccata? La sua voce aveva illuminato il più angusto dei luoghi, mi aveva liberata dalle mie angoscie. Tutto era stato sconvolto, in una frazione di secondo.
«Qui ci vuole una foto!» un eco risuonò nelle mie orecchie. Una voce maschile, familiare. Un lampo, due lampi... Gaten?
Mi decisi ad aprire lentamente le palpebre, e la luce era ovunque attorno a me. Per un attimo ipotizzai di essere morta, invece, quando le mie pupille focalizzarono il paesaggio attorno a me fu lui, fu il suo volto ad accogliermi, ed improvvisamente il familiare aroma di fumo giunse alle mie narici. Non potei respirare a lungo quell'odore, dato che il respiro stesso presto mi mancò.
Finn, la sua magra, slanciata figura per poco non mi schiacciava: percepivo le sue esili braccia, i suoi gomiti e i suoi palmi agganciarsi disperatamente al polveroso pavimento all'altezza dalle mie tempie, e il suo respiro corto sfiorarmi il viso.
E poi aprì le palpebre. Di nuovo, i nostri sguardi si incontrarono, si fusero, le nostre pupille si dilatarono nella scorsa dell'altro. Gli occhi si sgranarono e le nostre gote presero colore.
Aspetta...le nostre?Era la prima volta che vedevo Finn Wolfhard arrossire, e adesso le sue lentiggini risaltavano sulle guance rosee.
Erano a milioni, come granelli di sabbia durante una tempesta di vento nel deserto, come le stelle nelle notti più buie, e ora che eravamo così vicini erano tutte più evidenti.
Così vicini... Così vicini?Finn sembrò leggermi nel pensiero, infatti si catapultò immediatamente verso il pavimento gelido, liberandomi dalla sua pressione. Ripresi a respirare a fatica, come se avessi appena corso per tutta Los Angeles o se fossi riemersa dopo una lunga, interminabile apnea. Il cuore sembrava voler uscire dal petto, si dimenava, strepitava, balzava dallo stomaco, alla gola, ai polsi.
«Questa va sull'annuario!» spostai lo sguardo davanti a me, laddove si trovavano tre figure familiari: Lilia, Noah e Gaten erano intenti a ridacchiare, lo sguardo rivolto allo schermo di una macchina fotografica.
Cosa era appena successo?Mi alzai di scatto, ancora rossa in viso e con l'affanno, allora tutto fu chiaro;
Eravamo così immersi nella nostra conversazione che il rumore della campanella non era stato minimamente avvertito, e quando Lilia era tornata spalancando violentemente la soglia sulla quale Finn era poggiato...Finn!
mi voltai verso la sua figura, che adesso si stava alzando in piedi. Non feci a tempo di voltarmi nuovamente verso i miei amici che una voce mi colse alla sprovvista:«Che bella foto.» il tono amareggiato di Iris mi colpì allo stomaco come una pugnalata.
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where the lanters end up [fillie]
Fiksi Penggemar"Ci amiamo di notte perché il giorno è troppo futile, troppo chiassoso per lasciar udire le flebili voci delle anime gemelle nascoste sotto un milione di maschere." Finn Wolfhard è cambiato: non è più lo stesso di due anni fa, e adesso i suoi occhi...