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vii.
the straw that broke the vase

Millie

E se il buongiorno si vede dal mattino, quella sarebbe stata una pessima giornata.

Dopo essermi quasi versata la colazione addosso ed aver perso l'autobus, essere arrivata in orario a scuola sembrava quasi un miracolo.

L'unica salvezza della mattinata era il volto raggiante di Lilia, che mi accolse nei corridoi. Non esitai ad avvicinarmi a lei, e quando fui abbastanza vicina da poterla salutare con la mano mi resi conto della presenza di altri due ragazzi.

Un buffo ricciolino e Noah, infatti, sembravano star mandando avanti un'interessante conversazione con la biondina.

«Sento che oggi sarà una giornata di merda» sbadigliai, senza nemmeno degnare loro di un saluto.

«Il buongiorno si vede dal mattino, eh, Mills?» finalmente Lilia si voltò verso di me con il sorriso stampato sul volto, mentre sfiorava con la mano i miei capelli.

«Non dire quella frase, Lilia. Oh, ciao Noah!» lo salutai con un cenno della mano, il quale ricambiò e mi presentò Gaten.

La nostra conversazione venne però interrotta quando sentii qualcuno trascinarmi per il braccio. Mi voltai immediatamente alla mia destra ed incontrai il volto indispettito di Iris, che quel giorno indossava un rossetto ciliegia.

«Non starai seriamente parlando con quegli sfigati spero!» sbottò la biondina, che non mi concesse nemmeno il tempo di rispondere.
«E poi, sederti vicino quella Lilia,sai che si dice abbia problemi mentali? Ti sto dando una grossa opportunità Millie, e tu la stai gettando all'aria in questo modo! Oggi ti sederai accanto a me e Maddie.»

Incapace di ribattere, non potei far altro che annuire e seguirla lungo i corridoi, sotto gli sguardi delusi dei tre.

La campanella era sul punto di suonare quando realizzai di aver lasciato, il giorno prima, il libro di scienze nell'armadietto.

«Il libro!» squittii prima di correre verso gli armadietti senza fornire alcuna spiegazione ad Iris che, confusa, si limitò a seguirmi con lo sguardo.

Quando raggiunsi il mobiletto metallico a me affidato la campanella risuonava già nelle orecchie degli studenti, e il corridoio, lentamente, si stava svuotando.

Smanettai sulla serratura per poi afferrare velocemente il volume dalla copertina bianca, ma quando richiusi l'anta mi accorsi di non essere più sola: riconobbi un aroma fin troppo familiare.

«Non ancora a lezione, Miss Brownie?»

Alzai gli occhi al cielo, per poi voltarmi lentamente. E adesso cosa voleva?

«Non dovresti essere in classe anche tu, Finn?»

«Non mi va» liberò del fumo dalla bocca, e ripose la sigaretta tra le labbra.

Tossii appena, infastidita dalla nube grigia che ora mi avvolgeva.
«Ma sai leggere?» indicai un cartello sul muro, che proibiva severamente il fumo nei corridoi.

Finn rise di scherno.
«Adorabile» beffeggiò, per poi fare per dirigersi verso la direzione opposta alla mia.

Rimasi immobile, i pugni stretti e la rabbia che ribolliva in tutto il corpo.

Mi passò accanto con la sua solita sfacciataggine, e quando le nostre spalle furono abbastanza vicine da potersi sfiorare, afferrò la sigaretta tra le dita, e la avvicinò alla mia giacca di jeans.

E la sentii. Sentii la sua estremità ardere contro la mia pelle candida, e della sigaretta non ne rimase altro che una cicca fumante.

E quella fu la goccia che fece traboccare il vaso.

where the lanters end up [fillie] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora