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the heart wants what it wants IIFinn
L'affermazione fu seguita da un opprimente silenzio, che sembrava togliermi il respiro e premere sul mio petto, laddove martellava il cuore impazzito.
Gli occhi della brunetta erano ancora fissi sul mio volto, il suo sguardo puntato nelle mie pupille, le sue labbra carnose appena schiuse; stavo per scusarmi sentendomi per l'ennesima volta inappropriato, quando Millie parlò:
«Tua madre, vero?» disse in un sussurro, con voce appena flebile, e le parole mi si strozzarono in gola.
«É a causa di quello che le è successo che ti comporti così?» continuò, nonostante i miei occhi velati. Strinsi i pugni, forse per scaricare la tensione, e quando annuii fui colto da una sorprendente sensazione di leggiadria: pensavo che parlarne mi avrebbe fatto stare peggio, ed era per questo motivo che non avevo mai riferito a nessuno dei miei coetanei ciò che avevo provato. Avevo continuato ad ignorare la questione, che mi feriva ogni giorno di più; era come se avessi applicato un semplice cerotto su un taglio aperto, e solo in quel momento Millie fosse arrivata con la sua leggiadra, con la sua lingua arguta e la sua cocciutaggine, e fosse stata capace di ricucirlo.
«L'ho capito nel momento in cui ho commentato la foto a casa tua.» disse, seria, per poi continuare:
«Mi dispiace, Fi-»«Cosa ne pensi di me?» la interruppi, ad occhi rossi e sguardo basso. Millie tacque per un attimo, per poi sbeffeggiare appena:
«E questo cosa c'entra?»
«Nulla.» alzai lo sguardo, che adesso incrociava i suoi occhioni ambrati, flebili alla luce della luna.
«Rispondimi.»Millie esitò per un attimo; schiuse le labbra e sbatté le palpebre un paio di volte, prima di ribadire:
«Sei stato un coglione.» disse.
«Il più coglione che avessi mai incontrato, Finn.» continuò, quando le sue labbra si incurvarono in un appena accennato riso:«Dopotutto, anche io sono stata un po' cogliona, no?» disse, e un leggiadro riso si accennò anche sulle mie labbra:
«La più cogliona che avessi mai incontrato.»
Entrambi scoppiammo in un risolino, leggiadro, melodioso nella sera; anche la luna sorrideva, e le stelle insieme a lei. Ed io, ad occhi lucidi, sorridevo più di tutti, se lei era con me, se lei era felice. Era forse quello, l'amore?
Entrambi, a labbra incurvate, la smettemmo di ridere quando i nostri sguardi si incontrarono. I nostri occhi luccicavano, e le sue ciocche brune, un po' spettinate, ondeggiavano nella brezza.
«É tardi» disse.
«Forse dovremmo tornare a casa.»Potei semplicemente annuire in risposta, mentre godevo degli ultimi istanti in cui, durante quella notte, l'avrei vista; Millie mi sorrise un'ultima volta, e si voltò verso casa.
Un passo, due; io rimasi immobile, i piedi inchiodati a terra e le labbra schiuse. Sapevo mancasse qualcosa, come se non le avessi raccontato tutta la verità o non le avessi detto ciò che davvero contava.
E poi, uno scatto; mi bastarono pochi passi affrettati a raggiungerla. Le mie dita si posarono sul suo polso, sulla sua pelle candida e tanto morbida. Anche le sue labbra avrebbero avuto lo stesso sapore?
Millie si voltò, una ciocca di capelli ricadente lungo il volto roseo, gli occhioni luccicanti e la bocca schiusa.
Per un attimo smisi di pensare. Poi, compii l'atto che lasciò di sasso entrambi:La baciai.
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where the lanters end up [fillie]
Fanfiction"Ci amiamo di notte perché il giorno è troppo futile, troppo chiassoso per lasciar udire le flebili voci delle anime gemelle nascoste sotto un milione di maschere." Finn Wolfhard è cambiato: non è più lo stesso di due anni fa, e adesso i suoi occhi...