Natale (pt.1)

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Levi Pov's

Kenny irrompe nella mia camera, furioso ed angosciato. Tuona il mio nome, incrociando le braccia al petto e scrutandomi con rimprovero: «Perché non mi hai avvertito del tuo fidanzamento?»

Fiaccamente balzo giù dal letto, incamminandomi verso mio zio con passo deciso e fissandolo con confusione. Tento di capire se quanto detto sia la realtà, sperando vivamente in una negazione. Purtroppo l'angoscia e l'ira dell'uomo dinanzi a me mi fanno ben intendere il contrario, alterandomi e serrando le mani in forti pugni. Inspiro profondamente, cercando di non perdere il controllo e ringhiando a denti stretti: «Non ho mai dato così tanta importanza ad una donna, perciò cos'è accaduto?»

Kenny mi scruta con diffidenza, analizzando il mio volto e cercando un segno che smentisca la mia collera. Quando si rende conto della gravità della situazione, sospira sconsolato, scuotendo il capo in diniego e ribattendo con sinistra ironia: «Difatti ne sono rimasto sconcertato.»

Sul suo volto noto soltanto dolorosa sincerità, perciò gli domando irritato: «Con chi dovrei impegnarmi sentimentalmente?»

«Sasha Grey e questa sera annuncerete il vostro fidanzamento.»

La collera serpeggia violenta nelle mie vene mentre percepisco le mani tremare per l'incapacità d'uccidere la rossa e suo nonno. Serro la mascella, chino il capo ed inspiro profondamente. Non posso perdere il controllo, poiché condannerei Kenny senza poi esser legittimamente punito. Detesto esser manipolato da gente vile e crudele, ma, prima che possa trovare un modo per affrontare Sasha e suo nonno senza assassinarli, l'uomo dinanzi a me prende parola: «Forse è quella parte del patto che non ti fu rivelata dalla Grey.»

«Spiegati meglio.»

«Quando stringesti il patto con la Grey per salvare Aaron, accettasti di sottoporti volontariamente agli esperimenti ma anche a qualcos'altro che non ti era dato sapere.» Tuona furibondo, scrutandomi con delusione. «Da quando ti sacrifichi per un altro uomo senza conoscere le conseguenze? Dov'è finita la tua razionalità ed insensibilità?»

«Non riuscivo ad accettare la sua morte solo perché quel dì era vicino alle mura.»

Kenny arcua un sopracciglio e si gratta nervosamente la mandibola, sintomo di profonda riflessione, difatti esigui istanti dopo prende parola: «Da quando t'interessa il destino del prossimo?»

«Non ti riguarda saperlo.»

Prontamente gli do le spalle ed esco dalla mia camera, seguito da Kenny alquanto turbato ed incuriosito. Lo accompagno sino al portone per poi aprirlo ed attendere che vada via. Contrariamente alla mia volontà, non avanza e mi osserva accigliato: «Sei un membro della squadra dei fuggitivi?»

«Ti prego di andar via...ora.»

«Non lo neghi?»

«No.»

Kenny mi scruta con visibile interesse per poi scuotere il capo in diniego, sospirare spossato ed artigliare fortemente il suo cappotto. Compie qualche passo verso il portone quando tutto ad un tratto si volta e mi guarda dritto negli occhi simili ai suoi, domandandomi con serietà: «Cosa intendi fare con la Grey?»

«Al momento non posso tirarmi indietro e, se non fosse stato per te, lo avrei scoperto direttamente questa sera.»

«Quindi resterai alla sua mercé fino a quando? Ormai suo nonno detiene il potere d'un quarto del mondo, tralasciando la parte deserta del pianeta e quella occupata dai mutati.»

«L'asseconderò, ma non sottostarò ai suoi ordini.»

Kenny acconsente con un gesto impercettibile del capo per poi ribattere turbato: «Ti consiglio di abbandonare la squadra prima che venga scoperta dal Consiglio. Sai bene la morte che li attenderà ed anche che sarai costretto ad assistere.»

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