«Incredibile!»
La voce colorita di stupore della russa m'invita ad analizzare maggiormente la sala nella quale ci troviamo. Lo stile appare ottocentesco a causa dei tavoli in legno molto lunghi, imbanditi di prelibatezze di ogni forma e grandezza, delle sedie color neve, degli innumerevoli quadri affissi sulle pareti marmoree e mobili agghindati di ghirigori legnosi di ogni dimensione. Le finestre bifore e trifore mostrano vetri colorati, formanti mosaici bizzarri, intanto che un piccolo palchetto ospita un'orchestra con almeno venti musicisti. Persino gli ospiti vestono abiti che sembrano d'altri tempi a causa dell'eccessiva sfarzosità ed eleganza. È come se fossi tornata indietro nel tempo...
«Bu!»
La voce grave giunge da dietro alle mie spalle nello stesso istante in cui due mani grandi e calde m'artigliano per i fianchi, facendomi sussultare. Celermente ruoto il busto verso l'uomo che ha osato toccarmi e tentato di spaventarmi, pronta per schiaffeggiarlo istericamente, nonostante i numerosi ospiti di questa sera. Non appena incontro due gemme color cioccolato ed il sorriso infantile del mio amico, scuoto il capo divertita, abbassando la mano e guardandolo realmente esilarata. Aaron, nonostante appaia un uomo forte e virile, in realtà ha l'animo di bimbo ed è quello che mi rassicura e spinge ad essergli amica.
«Buona sera anche a te.» Asserisco allietata, indicando poi l'uniforme che indossa. «Ti dona.»
«Davvero?»
Asserisco fermamente col capo quando Natasha prende parola: «Sì, ma non esaltarti troppo.»
Aaron le lancia uno sguardo di fuoco per poi rivolgersi a me: «La uso esclusivamente per le occasioni speciali.»
«Allora dovrai indossarla anche quando verrai alla locanda.» La russa lo ammonisce severamente. «Noi due siamo importanti.»
Aaron incrocia le braccia al petto, compie minacciosamente un passo nella sua direzione ed arcua le labbra in un ghigno sinistro. Inevitabilmente la russa s'infervora, digrignando i denti e sfidando il moro con sguardo assassino.
«Questo gioiellino lo indosso solo per avvenimenti speciali e quando ci sono persone...»
Non termina di sproloquiare, dato che sia io che Natasha c'avventiamo su di lui, pestandogli i piedi e facendolo gemere per il dolore. Subito dopo indietreggiamo di qualche passo, acconsentendo eccitate e rivolgendo la nostra completa attenzione ad Aaron che ci scruta con l'assassinio negli occhi. La russa però non ha ancora placato il suo entusiasmo bruciante, perciò s'avvicina nuovamente al moro ed infilza dolorosamente il suo tacco nel piede del povero sventurato.
«Allora...cosa stavi insinuando?»
«Nulla.» Sibila livido in volto sia per l'ira che per la sofferenza fisica. «Rimangio tutto.»
«Bene.»
Natasha affonda maggiormente il tacco nel piede del moro per poi indietreggiare celermente e scrutare sinistramente divertita la sua vittima. Scuoto il capo esilarata, concludendo con voce gentile: «Questa sera Aaron ha imparato un'importante lezione di vita: mai sottovalutare le donne.»
«Certamente!» Prorompe dolorante e visibilmente incollerito. «È legittimo temerle se queste hanno la delicatezza d'un macigno.»
Istantaneamente le gemme nebulose della russa s'infiammano perciò celermente mi interpongo tra i due, impendendo che s'ammazzino dinanzi a tutta questa gente marcia ed ipocrita. Odio notare i loro sguardi languidi e disgustati non solo dalla nostra presenza ma anche per quello che sta avvenendo quando loro sono la putredine dell'umanità. Istintivamente stringo i pungi, conficcando fortemente le unghie nei palmi delle mani ed inspiro profondamente prima di compiere una carneficina.
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Anno Z
FantasiaIn Russia, a causa della fuoriuscita di un gas non ancora ben analizzato, gli umani sono stati trasformati in creature orribili definite nei libri con il nome di zombie. La protagonista, dopo aver assistito alla trasformazione della sua famiglia, è...