Da quella notte sono trascorse due settimane e devo ammettere che d'allora il mio rapporto con Ackerman è mutato. Dopo aver conosciuto parte del suo passato ed avergli rivelato quello che pensavo, sono riuscita non solo a liberarmi d'un peso fastidioso ma anche a stringere con il corvino un rapporto più pacifico. Nonostante ciò, entra dalla finestra della mia camera ogniqualvolta necessita del mio sangue ma certamente non posso sottrarmi alla sua esigenza. Per quanto riguarda gli altri membri della squadra: Natasha e Aaron continuano a discutere mentre Giorgio si è smaterializzato. In verità è con Hanji e l'aiuta per la formulazione del siero, essendo stato nominato tecnico di laboratorio dalla scienziata stessa. Prima che possa riflettere sulla mia condizione, qualcuno bussa alla porta della mia stanza, facendomi sussultare e domandare: «Chi è?»
Di tutta risposta osservo l'asse in legno muoversi ed una chioma scura e riccia fare capolino nella mia camera. Balzo seduta sul materasso, scendendo dal letto ed avvicinandomi al piccolo: «Ivan come mai sei qui?»
«Abbiamo lezione.»
Acconsento decisamente col capo per poi invogliare il piccolo ad uscire dalla mia camera. Ivan però non accenna a muoversi, chinando il capo ed oscillando sui talloni. Lo scruto confusa, ma, prima che possa domandargli del suo strano comportamento, il bimbo mormora appena: «Per favore potresti dire a Natasha di non urlare? È dalle sette di questa mattina che dalla sua camera sento versi strani.»
Se potessi, ucciderei la russa con le mie stesse mani, ma certamente ora non posso far irruzione nella sua stanza dato che è in compagnia. Mi chino e sorrido al piccolo: «Ti prometto che le parlerò.»
«Adesso.»
«Dopo.»
Ivan incrocia le braccia al petto, mostra il labbruccio e chiede offeso: «Perché?»
Tento di non ridere dinanzi alla sua ingenuità, perciò m'affretto a dargli una risposta, evitando di spiegargli il vero motivo: «Perché dobbiamo andare a studiare.»
Il bimbo china nuovamente il capo, giocherellando con le mani e bisbigliando appena: «In verità ho detto una bugia.»
«Quale?»
«Voglio uscire, poiché gli altri dormono.»
«Anche tua mamma?»
Il piccolo acconsente decisamente col capo, rispondendo francamente: «Ieri sera i clienti sono andati via tardi.»
«D'accordo.»
«Quindi andiamo via di qui?»
Ivan mi guarda con speranza, impendendomi di negare la sua richiesta. Gli sorrido gentilmente, sussurrando esilarata: «In questo modo non sembrerebbe un appuntamento?»
Il bimbo mi regala un sorriso tale da stringerlo sul posto, toccargli il naso e ribattere divertita: «Già birbante a nove anni?»
«Quando sarò grande ti sposerò.» Ammette con serietà, facendo notare le due finestrelle che ha in bocca. «Fino ad allora studierò e diventerò forte per te.»
«Allora questo sarà il nostro segreto.»
Gli arruffo i capelli per poi stringere i nostri rispettivi mignoli, sugellando la promessa. Senza perder tempo scendiamo al piano inferiore per poi indossare i rispettivi cappotti. Con gioia bruciante Ivan apre il portone, facendoci stringere nelle spalle e rabbrividire per il freddo. Guardo il piccolo accanto a me tremare per il gelo, perciò gli domando gentilmente: «Sicuro di voler uscire?»
Ivan mi scruta offeso, incrociando le braccia al petto e borbottando: «Voglio andare a mare.»
Lo scruto interdetta, ma, prima che possa ribattere, il bimbo prosegue con fermezza: «Mi avevi promesso una passeggiata, perciò voglio andare a mare.»
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Anno Z
FantasiIn Russia, a causa della fuoriuscita di un gas non ancora ben analizzato, gli umani sono stati trasformati in creature orribili definite nei libri con il nome di zombie. La protagonista, dopo aver assistito alla trasformazione della sua famiglia, è...