7:00
Stacco la sveglia girandomi dall'altra parte del letto, ancora cinque minuti, pensai ancora ad occhi chiusi, cosa sarebbero stati cinque minuti infondo ignorando il fatto che sarebbero diventati poi dieci, venti, trenta minuti. Sento un lieve bussare alla porta della mia camera
-Azzurra, sono le sette e mezza alzati o farai di nuovo tardi!- mi richiama la voce di mia madre, mi sveglio di soprassalto ricordandomi che se avessi fatto nuovamente tardi avrei potuto scordarmi il saggio di danza dell'accademia di questo inverno
-Eccomi, sono sveglia!- rispondo a mia madre aprendo poi la porta con la voce assonnata ricevendo uno sguardo contrariato da parte sua. Mia madre non ha mai sopportato che facessi tardi o forse era solo stanca di avere richiami continui. Fin da quando andavo alle elementari veniva richiamata per i miei ritardi, così come alle medie fino a finire ad oggi che frequento l'accademia di danza e musica. La danza era sempre stata la mia più grande passione da quando avevo quattro anni, ho iniziato ad innamorarmene da quando ho visto il saggio di danza classica di mia cugina ed è stato così che su insistenza di mio padre, e in gran parte anche mia, ha ceduto per iscrivermi ad una scuola di danza.
Esco dal bagno iniziando come al solito la mia giornata di fretta. Mi vesto indossando dei jeans stretti e ad alta vita, una maglietta nera messa poi all'interno dei pantaloni e per finire le mie amate vans nere. Mi dirigo di nuovo in bagno, apro il borsello dei trucchi prendo l'eyeliner e traccio una linea sottile, poi matita nera all'interno dell'occhio e infine mascara. Guardo l'orario sul cellulare: le 8:02. Esco dal bagno e corro in camera recuperando borsa con gli effetti personali, borsone per la danza, cuffiette e giubbotto raggiungendo mia madre che stava giusto per venire a chiamarmi. Usciamo di casa per metterci in macchina e dirigerci poi verso l'accademia.
Con mia grande sorpresa riesco ad arrivare in tempo, proprio cinque minuti prima che chiudessero i cancelli, intravedo le mie amiche in lontanaza ferme al bar a chiacchierare e probabilmente ad aspettarmi come sempre
-Ragazze scusate il ritardo- dissi con il fiatone poggiando il borsone a terra ai miei piedi
-Azzurra quando smetterai di essere in ritardo?- chiede ridacchiando Maria, la mia amica. Ci siamo conosciute qui in accademia e mi fa ancora ridere il modo che l'ho conosciuta: ero al primo anno, eravamo in spogliatoio per cambiarci poiché avevamo lezione di classica, Maria aveva dimenticato le forcine per il suo chignon, poiché ne avevo sempre a bizzeffe ne presi un paio e gliele diedi e da li è iniziata la nostra amicizia che dura da ben cinque anni
-Quando inventeranno orari più decenti per le lezioni- rispondo prontamente zuccherando il caffè che mi porge Cristian, il ragazzo che lavora al bar dell'accademia. Eravamo abitudinarie quindi il ragazzo non appena ci vedeva arrivare preparava per noi i caffè senza che noi dovessimo parlare
-In un altro universo magari- mi dice sarcastica Lara alle mie spalle. Lara la conosco da meno tempo, si è trasferita a Roma solo da due anni. Era entrata a far parte all'accademia di Torino, ma quando suo padre ha ricevuto un'offerta di lavoro qui a Roma si sono trasferiti. Se ripenso a come ho conosciuto Lara, anche con lei mi viene da ridere: si vedeva che era nuova, non riusciva a trovare la sala di danza moderna e imprecava a più non posso non appena mi vide mi chiede disperata dove fosse la sala e mi abbracciò letteralmente quando le dico che anche io mi stavo recando giusto li e che sarebbe potuta venire con me, una cosa tira l'altra e siamo diventate amiche
-Comunque sia, sei stata fortunata le lezioni cominciano più tardi-
-Non ci posso credere, ho fatto tutto di fretta per niente!- esclamo contrariata, avrei potuto dormire di più.
Do un ultima occhiata allo specchio per controllare se lo chignon fosse in ordine, di certo non volevo un'altra ramanzina per un capello fuori posto. Esco dallo spogliatoio assieme alle mie due amiche dirigendoci insieme alla sala di danza classica, camminavamo chiacchierando del più e del meno e non appena arrivammo in sala cominciammo a fare il riscaldamento.
Ci fermiamo per la pausa pranzo dopo tre ore di danza classica una pausa era più che meritata, i muscoli delle gambe mi facevano male ma almeno sapevo di riuscire a fare un buon lavoro e infondo speravo di riuscire a sorprendere mio padre al saggio invernale, sempre se fosse riuscito a venire. Ci sediamo su di un muretto scartando poi i nostri panini. Iniziamo a mangiare tra una chiacchiera e l'altra come era nostro solito fare, finito di mangiare accendemmo una sigaretta, la seconda di questa mattina. Quando c'era lezione di classica potevamo anche scordare tutto il resto: devi fare pipì? La trattieni e vai al bagno non appena finisce la lezione. Hai un crampo? Balli fino a che non ti si rompe qualche ossa. Le lezioni stavano per riprendere, Lara e Maria si avviarono all'interno poiché loro avevano già finito di fumare mentre io le avrei raggiunte dopo poco
-Hey tu!- disse improvvisamente una voce maschile alle mie spalle facendomi sussultare
-Ma che caz.. Da dove sbuchi tu?- chiedo visibilmente spaventata
-Dall'uovo di Pasqua, sorpresa- dice il ragazzo con un sarcasmo notevole
-Che simpatico- roteo gli occhi gettando la sigaretta finita a terra - ad ogni modo, ti occorre qualcosa?- chiedo, strano di come avesse questa confidenza neanche lo conoscevo, ma dovevo dirlo, era proprio simpatico
-Ho bisogno che tu mi copra- risponde guardandosi intorno - se qualcuno dell'ala di musica ti chiede di me, inventa qualsiasi scusa che ti passa per la mente-
-Aspetta fammi capire, vuoi scappare?- chiedo incredula per quella sua idea assurda di riblione - E poi non so neanche chi sei-
-Si devo scappare e sono Niccolò Moriconi. Allora accetti si o no?- chiede abbastanza spazientito
-Ultima domanda- lui in risposta rotea gli occhi e fa un gesto con la mano esortandomi a continuare - perché proprio io?-
-Perché hai la faccia di una che sa coprire le persone quando scappano- incrocia le braccia al petto mostrando alcuni tatuaggi. Niccolò capendo che il mio silenzio equivaleva ad un si, quasi esultò ringraziandomi velocemente e andare via pronto per scappare. Restai ferma li per qualche minuto cercando di metabolizzare ciò che era appena successo: stavo coprendo un estraneo appena scappato dall'accademia per andare chissà dove.
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Dodici-ULTIMO
Fanfiction-Ballare è tutta la mia vita, riesco a sentirmi me stessa- gli dico osservandolo a lungo - tu perché scrivi?- -Ho sempre scritto, forse per sentirmi meno solo- mi risponde piegando le spalle - mi esprimo meglio così-