La domenica per me era forse il giorno più strano della settimana. La domenica è quella tipica giornata in cui non si ha voglia di fare assolutamente nulla se non passarla su un divano, in pigiama ridotta come una casalinga disperata. Questa domenica stranamente era diversa, mi ero svegliata con la voglia di fare qualcosa, mio padre si era svegliato di buon'ora ed era già uscito per passare la mattinata con la sua compagna e su un foglietto mi ha scritto che sarebbe tornato per pranzo. Ero sola, avevo fatto colazione, sistemato un po' casa di mio padre perché diciamocelo, la mano femminile in una casa è sempre meglio di quella maschile. Ero lavata, vestita e truccata in cerca di qualcosa da fare, avevo scritto più volte a Niccolò ma con scarsi risultati poiché sicuramente dormiva ancora, erano le 11:15 di mattina ed era arrivato il momento che si svegliasse. Recupero tutto il necessario e dopo aver chiuso bene la porta alle mie spalle prenoto l'ascensore che mi avrebbe portata al terzo piano dove si trovava casa di Niccolò. La porta non tarda ad aprirsi, dopo aver scambiato i convenevoli con la madre di Niccolò iniziammo a chiacchierare del più e del meno
-Anna scusami, Niccolò dorme ancora?- le chiedo, lei sbuffa una risata dandomi risposta affermativa continuando a ripetere quanto fosse pigro suo figlio -ti dispiace se lo sveglio?- le chiesi poi trattenendo una risata
-Assolutamente no cara, sai già dov'è la sua camera- mi dice sorridente per poi voltarsi e mettere su il caffè. Mi alzo velocemente dall sedia andando poi in camera di Niccolò, la tenda era aperta facendo entrare i raggi del sole segno evidente che sua madre aveva già provato a svegliarlo ma con scarsissimi risultati, dormiva come un sasso. Era steso a pancia in giù e tra le braccia steingeva il cuscino con la bocca schiusa leggermente, mi avvicino di soppiatto cercando di non ridere
-Buon giorno principessa!- dissi gridando letteralmente nel suo orecchio. So che al mattino le persone si svegliano in modo gentile ma con questa mia allegria mattutina me ne ero praticamente scordata. Niccolò si sveglia di scatto rotolandosi nelle coperte cadendo per terra causando un tonfo incredibile e ovviamente seguito dalle mie risate. Mi sento a pancia in giù sul suo letto, osservando la figura confusa di Niccolò ancora steso per terra
-Porca troia Azzù! A gentilezza dove l'hai lasciata?- dice con voce impastata dal sonno ma per niente infastidito
-L'ho lasciata lì insieme alla tua finezza- dico riuscendo a calmare le mie risate. Niccolò si alza dal pavimento, prende il cuscino caduto a terra con lui e me lo butta in faccia, credendo fosse una vendetta da parte sua
-Cosa vuoi tanto da svegliarmi in modo così delicato?-
-Uscire. Su sbrigati bella addormentata- mi alzo dal letto ma lui ignora le mie parole e si stende nuovamente. Inizio a smuoverlo cercando di farlo cadere di nuovo, non avrei permesso che si riaddormentasse. Mi blocca le mani e mi fa cadere su di lui iniziando a farmi il solletico- Niccolò lasciami- riesco a dire tra una risata e l'altra
-Chiedi pietà e ti lascerò andare- dice lui non smettendo di muovere le mani sui miei fianchi causandomi il solletico
-Pietà, chiedo pietà- finalmente si ferma guardandomi divertito e dopo avermi lasciato un bacio all'angolo della bocca mi fa alzare e di conseguenza anche lui. Lo vedo recuperare alcuni vestiti dal suo armadio e in seguito dell'intimo pulito e poi va in bagno lasciandomi li, seduta sul suo letto ancora interdetta per quel suo gesto.
Eravamo al parchetto, da quanto mi ha detto Niccolò uno dei suoi posti preferiti. Mi aspettavo di passare una domenica mattina sola con lui ma mi sbagliavo, del resto dovevo aspettarmelo. Dovevo aspettarmi che con noi ci sarebbero stati i suoi amici e soprattutto dovevo aspettarmi che ci sarebbe stata la sua fidanzata. Per tutto il tragitto non faceva altro che ripetermi di non far trasparire nulla, del nostro strano rapporto di amicizia e io ho acconsentito per non creargli problemi. A quanto pare aveva chiesto aiuto anche ad un certo Adriano, da quanto ho capito è il suo migliore amico e so anche per certo che qualsiasi cosa avesse in mente Niccolò era sicuramente qualcosa di bizzarro. Quindi adesso mi ritrovavo in questa situazione alquanto strana e dovevo fingere una specie di frequentazione con questo Adriano.
Vedevo Niccolò dare qualche bacio alla sua fidanzata, Federica: una ragazza bellissima, capelli corti e biondi, poco più alta di lui, snella e gli occhi blu.
Ogni volta che si baciavano in me cresceva sempre di più la stretta allo stomaco che si era creata-Lo stai a consuma a furia di guardarlo- dice Adriano a bassa voce vicino al mio orecchio, lo guardai strabuzzando gli occhi, non pensavo che veramente qualcuno potesse accorgersene -tranquilla, il tuo segreto è al sicuro, però dovremmo essere più credibili- continua poi facendomi l'occhiolino. I suoi amici erano tutti molto simpatici e a dire il vero anche la sua fidanzata lo era, si è rivelata una persona dolce ma che sa comunque il fatto suo, era molto simile a Niccolò caratterialmente e forse anche per questo spesso si trovavano a litigare, facendo sempre l'esempio della calamita: gli stessi poli si respingono. Lo notavo che ogni tanto si perdeva a fissarmi, e io distoglievo sempre lo sguardo
-Me sento quasi un cupido me sento- dice Niccolò ridendo mentre si siede sul muretto e Federica si posiziona tra le sue gambe
-Sono carinissimi insieme, quasi quasi hai fatto un buon lavoro- risponde Federica ridacchiando
-Già, se non fosse stato per Niccolò non avrei mai conosciuto Mariano- dico io con un finto sorriso, ero davvero una pessima attrice
-Adriano- mi correggono all'unisono Adriano, per l'appunto, e Niccolò
-Giusto, Adriano- stringo gli occhi cercando di rimediare alla brutta figura fatta -ti ho confuso con mio cugino, ti somiglia tanto. Scusami- dico al ragazzo accanto a me sorridendogli sinceramente. Non era la prima volta che scordavo il nome di qualcuno,mi giro verso Niccolò che mi guardava divertito mentre cercavo di essere il più credibile possibile. Restammo un altro po' al parchetto a parlare del più e del meno, quando mi resi conto che fosse quasi ora di pranzo chiesi ad Adriano se poteva riaccompagnarmi e lui accettò molto volentieri.
Eravamo in macchina, appena usciti dal parcheggio
-Dove ti accompagno?- mi chiede tenendo gli occhi fissi sulla strada
-Ehm, dove abita Niccolò- gli dico come punto di riferimento anche perché non avevo memorizzato ancora il nome della strada, Adriano mi guarda confuso ma anche divertito per un attimo
-Vuoi fargli un agguato o cosa?- rido alla sua affermazione, se avessi potuto ammazzarlo lo avrei fatto ogni volta che mi spaventava per richiamare la mia attenzione
-No tranquillo, mio padre abita nel suo stesso palazzo- gli spiego velocemente, dopo aver girato a sinistra continua a guidare ancora per un po' e in auto si sentiva riecheggiare solo la musica che passava in radio
-Eccoci qui- tira il freno a mano e successivamente spegne il motore, recupero la borsa che avevo messo a terra i miei piedi dopo aver tolto la cintura di sicurezza - Azzurra, volevo dirti una cosa-
-Si dimmi pure-
-Ho parlato con Niccolò, so del vostro rapporto abbastanza contorto- iniziò a dire e stranamente aveva tutta la mia attenzione - tra lui e Federica le cose non vanno tanto bene, noi abbiamo provato a fargli aprire gli occhi ma non ne vuole sapere-
-In che senso?- c'era sicuramente qualcosa che non andava, e i suoi amici sapevano qualcosa che Niccolò non notava e cercavano solo di metterlo in guardia per evitare che soffrisse, oppure faceva solo finta di non volerle notare
-Da quando Federica ha iniziato a studiare fuori, non è più la stessa specialmente con Niccolò, litigano anche più di prima- fa un sospiro, ero grata ad Adriano che mi dicesse queste, ma ero anche in un certo senso arrabbiata perché non era Niccolò a dirmele - non dovrei neanche dirtele io ste cose, comunque sia sono sicuro che troverai un modo per fargli capire queste cose-
-Non vedo perché proprio io, insomma non so nulla della sua storia e so ben poco anche di lui. Cosa ti fa pensare che mi dia ascolto?- gli chiedo, di certo Niccolò non avrebbe voluto consigli da una che in relazioni era un completo disastro
-Perché avete un modo tutto vostro di comunicare, e credimi a lui questa cosa piace. E anche tanto-
Spazio autrice:
Perdonatemi il finale di merda, ma non sapevo come terminare il capitolo. Spero vi piacciaUn bacio, Anna.

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Dodici-ULTIMO
Fanfictie-Ballare è tutta la mia vita, riesco a sentirmi me stessa- gli dico osservandolo a lungo - tu perché scrivi?- -Ho sempre scritto, forse per sentirmi meno solo- mi risponde piegando le spalle - mi esprimo meglio così-